TRIBUNALE DEI MINORI DI NAPOLI = ARMA DI DISTRUZIONE FAMILIARE, LUOGHI DI ANNULLAMENTO DEI PADRI

NON ABBIAMO ALCUNA FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA CHE VIOLA MANIFESTAMENTE IL DIRITTO: tiriamo fuori il conflitto dei genitori dai tribunali civili e minorili che lucrano sui minori: usano motivazioni false ed inesistenti nella realtà fenomenica


LEGALIZZAZIONE DEL SEQUESTRO DEI BAMBINI, SECONDO L’ASSURDO ILLEGALE PRINCIPIO CHE INTERESSE DEL FIGLIO È NEGARGLI IMMOTIVATAMENTE IL PADRE, SEQUESTRANDOGLIELO ED INSEGNANDO A MANCARGLI DI RISPETTO (P.A.S.), NONCHE’ INNESCANDO DOLOSAMENTE IL DISAGIO E L’ODIO IRREPARABILE TRA I COMPONENTI FAMILIARI - BASTA LASCIARE LA MADRE ALIENANTE LIBERA INDISTURBATA DI RECIDERE IL LEGAME PATERNO, RENDENDO PADRE E FIGLI ESTRANEI E FUTURI INCOMUNICATIVI NEMICI.


NON POTENDO INTERVENIRE SUL CSM, DOBBIAMO INTERVENIRE SULLE LEGGI UNA AD UNA PER ELIMINARE QUEI CRITERI DISCREZIONALI EFFETTO DEI VUOTI LEGISLATIVI E DELLE OMISSIONI USATI DALLA DITTATURA, PER CUI LA BILANCIA DIPENDE DA CHI LA TIENE IN MANO, A SECONDA DI COME E' FATTA LA BILANCIA DI QUEL GIUDICE.

La legge DISAPPLICATA impedisce la DIFESA DEI PADRI dall’ALTERAZIONE del SISTEMA GIUDIZIARIO in materia di famiglia, dalle FEMMINE DELINQUENZIALI, dalle MAGISTRATE SESSISTE, dai VECCHI PROTETTORI EX-PADRONI PENTITI, dai BIGOTTI, dai SEMI-MASCHI CORTIGIANI IN DIVISA, dai MILLE INGIUSTI PRIVILEGI DI CUI GODONO INCOSTITUZIONALMENTE le donne.


Paradosso : La vostra richiesta di giustizia si volge agli operatori che assecondano manifestamente i desideri irrazionali della madre, le cui “resistenze culturali” (ndr. tendenze ed opinioni personali non terze) sono favorite da oggettive difficolta`di lettura del testo, profittando della mancanza in alcuni fondamentali passaggi riguardanti la inequivoca prescrittivita`delle norme.

A TAL PUNTO IL CITTADINO SI ACCORGE CHE TUTTE LE TASSE PAGATE IN UNA VITA SONO STATE LETTERALMENTE RUBATE DA UNO STATO IN CUI E’ IMPOSSIBILE IDENTIFICARSI

Solo perchè MASCHI sarete CRIMINALIZZATI, DERUBATI, DISCRIMINATI e DISTRUTTI mediante semplici pretesti istigati proprio dai giudici.

dimenticavo: DIFENDETEVI DALLA DITTATURA GIUDIZIARIA, COMPRATE A DEBITO E FATE SCOMPARIRE LE SOSTANZE, assegneranno alle mogli debiti che non pagherete se non vi danno i figli!


domenica

DISPIACIUTE FALSAMENTE SI PROCLAMANO PER DISCRIMINAZIONE MASCHILE. Ma appena possono, profittano senza rinunciare né protestare ai privilegi misandri

208° post
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DONNE BENESTANTI O FAMOSE USURPANO DIRITTI SULL’UOMO COME LE NORMALI CASALINGHE. Assegni spropositati senza avere dato congruo valore umano in cambio

207° post
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Veronica Lario addirittura pretende 3,5 milioni di euro al mese da Berlusconi - che non mi è affatto simpatico - .
Ma, trovata al mercatino delle attricette usate illo tempore da un uomo di grandi capacità innegabili nel bene e nel male, cosa mai gli avrà congruamente dato in cambio per avere tale faccia tosta ?

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DOVE HANNO GLI OCCHI HANNO LE MANI: Infiltrano in casa spiando utilità apprensibili, quantificano, controllano avversarie. MA PARLANO SEMPRE D’AMORE!

206° post
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sabato

TROPPI MAGISTRATI VERSANO NELL’ILLEGITTIMITÀ MANIFESTA, ma nessuno interviene in difesa della cittadinanza e delle vittime della il-legalità di stato.

205° post
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C'è differenza tra giudici e giudici, tra ordinari toghe rosa ed onorari precari obbedienti alla linea delle padrone.
C'è chi rischia e lavora per il bene patrio penale, e chi nelle Procure del diritto di famiglia si procura lo stipendio per i propri vizi, lavorando 4 ore a settimana ed usando il potere giudiziario come arma sessista per vendicarsi di essere stata scartata nella vita sentimentale, o chi abusa incostituzionalmente per compiacere le padrone di cui, mancando l'identità maschile, hanno timore fuso.

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venerdì

POPOLO TROPPO STUPIDO PER MERITARE LA LIBERTA’:LEVIAMOGLIELA,se ne accorgeranno quando?troppo tardi!Travaglio finge non capire DELINQUENZA GIUDIZIARIA

179° post repubblicato
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Berlusconi non ammette opposizione, vuole ignorare le leggi, consente lo stato di polizia.
La sinistra non esiste, è la destra occultata, il nemico di comodo.
Di Pietro si auspica un totale controllo della magistratura e degli abusi giudiziari su tutto, in virtù di leggi che fanno ridere oramai tutti con i loro risultati, e su quale fiducia di tali personaggi immorali non si capisce.
Il Centro si vende e si rivende, si svende e cala il prezzo i tempi magri, non ha ideologia se non apparente, non ha carisma nei leader.
Il resto praticamente non fa numero.
NESSUNO PARTEGGIA PER IL POPOLO. VE LO AVEVO DETTO CHE LA POLITICA ITALIANA ERA FACILISSIMA!

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SCUM Manifesto FEMMINISTA 1967 “alle donne .. non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, .. e distruggere il sesso maschile”

204° post
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http://it.wikipedia.org/wiki/SCUM_Manifesto

« In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia sconfinata e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l'automazione globale e distruggere il sesso maschile. »

(Valerie Solanas, SCUM Manifesto, 1967)

Lo SCUM Manifesto (Society For Cutting Up Men, Società per l'Eliminazione dei Maschi) è un trattato politico scritto da Valerie Solanas, pubblicato per la prima volta nel 1967[1]. L'opera si configura come una estremizzazione dei principi alla base del separatismo femminista e dello stesso femminismo.

Contenuto dell'opera
Nello SCUM Manifesto vengono esposte forti critiche intorno ad argomenti sociali e politici. L'analisi dell'autrice si concentra in un primo momento su aspetti caratteristici della società americana contemporanea, quali il sistema economico, il potere, i meccanismi della produzione artistica, giungendo in un secondo momento al tema principale della trattazione: il rapporto tra le figure istituzionali dell'uomo e della donna. A questo proposito, Valerie Solanas arriva ad auspicare l'eliminazione fisica del maschio, ponendo conseguentemente fine alla sua storica oppressione nei confronti della controparte femminile.

Influenze culturali
Opinione pubblica e ambiente intellettuale
L'opera di Valerie Solanas, all'epoca della pubblicazione, rappresentò un netto tentativo di opposizione al mainstream culturale. L'opinione pubblica considerò le tesi espresse nel libro come attacchi diretti ai valori tradizionali della famiglia e alle basi della società occidentale. Nell'ambiente intellettuale è stata invece apprezzata la capacità dell'autrice di raffigurare una società americana in cui potesse avvenire un capovolgimento nella distribuzione del potere e la realizzazione della vendetta femminista per secoli di istituzioni sessiste o patriarcali. In seguito Valerie Solanas descrisse lo SCUM come un modello di "tecnica letteraria" satirica utilizzato al fine di ottenere un dibattito sugli argomenti proposti.

Nella cinematografia
Andy Warhol produrrà successivamente un film, Women in Revolt del 1971, in cui vi sono richiami satirici allo SCUM Manifesto: le vicende narrate ruotano attorno agli appartenenti ad un gruppo femminista chiamato provocatoriamente P.I.G. (acronimo di Politically Involved Girlies).
Scum Manifesto è, inoltre, anche il titolo di un film del 1976 scritto dalla stessa Solanas e diretto da Carole Roussopoulos e Delphine Seyrig.

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giovedì

PADRE:ACCESSORIO INUTILE! Umiliarlo davanti ai figli piccoli con “percorsi”in sedicenti strutture “sociali” per distruggere ogni autorevolezza futura

203° post
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Dalla famiglia ai dormitori: la dura vita dei papà separati
Gli ex mariti in povertà emergenza sociale in tutta Italia. A Roma una struttura protetta: una palazzina con venti alloggi.
di Anna Maria Sersale
ROMA (23 novembre 2009) - «Ci accusano di essere assenti, padri part-time, fantasmi, o peggio padri-bancomat che dopo avere dato l’assegno se ne infischiano dei problemi... Etichette che ci hanno cucito addosso ingiustamente, con danni pazzeschi. Pregiudizi, certo. Ma noi non ci stiamo. Se siamo separati dalle mogli, non vogliamo essere separati anche dai figli... Però è dura. Io, come tanti altri, sono stato travolto. Come tanti altri non ce l’ho fatta a reggere economicamente. Il Tribunale ci mette alla porta, assegna la casa a lei, fissa l’assegno mensile, i problemi di sopravvivenza non contano. Chi resta, la madre, ha mille modi per rendere difficile la vita dell’altro: un’insidia sotterranea, un boicottaggio invisibile, una miriade di minuti ricatti quotidiani. Avevo una piccola bottega, per due anni ho dormito nel retro. Ho passato tante notti in macchina, poi sono tornato da mia madre, una sconfitta, a 50 anni mi è crollato il mondo addosso».

Il colletto della camicia stirato male, la giacca consumata, i jeans con l’aria sdrucita. Riccardo T. ha superato i cinquanta, ma non il trauma da “padre separato”. Trauma economico e esistenziale. Della povertà dei separati - entrata a far parte delle nuove emergenze sociali - se ne è accorta per prima la Caritas: «A Roma e Milano ce li siamo trovati nei dormitori, sempre più numerosi».

Ora se ne stanno accorgendo anche i Comuni. L’inverno scorso Sveva Belviso, assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, quando è andata a portare le coperte per il freddo ai barboni e agli immigrati che l’amministrazione ospitava nell’ex Fiera di Roma, sulla Colombo, dentro ci ha trovato tanti uomini separati, che per avere una branda e un piatto caldo si appoggiavano alla struttura comunale. «Gente normale, con un lavoro, ma che non riusciva a sostenere i costi della separazione - racconta l’assessore Belviso - Gente che di mattina prendeva la valigetta per andare in ufficio. Mi sono detta, un’altra emergenza. Così è nato il progetto sperimentale appena varato: i separati, finiti in condizioni di marginalità e povertà, avranno presto un rifugio, una residenza protetta».

Nasce a Roma la “Casa per i papà separati”. Il Comune ha emanato il bando per reperire una palazzina con almeno venti-ventidue appartamenti. Si tratta di «piccoli alloggi con angolo cottura, camera da letto, saloncino e tv, bagno arredato con lavatrice, e spazi comuni, giardini, aree per le attività ricreative» in modo da avere un luogo adatto ai bambini, dove poterli ospitare il fine settimana. Per ora un avvio sperimentale, ma la Belviso sa di dover aumentare il sostegno.

A Bolzano già avviata una esperienza analoga. Anche lì il Comune è intervenuto in soccorso dei padri che lasciano la dimora coniugale e finiscono per strada. Ma se a Bolzano è arrivata perfino la televisione coreana a riprendere la casa di accoglienza per i padri separati, la Regione Liguria è stata la prima ad approvare una legge che nel bilancio 2009 ha messo alcuni milioni di euro per case temporanee e per il sostegno psicologico e legale alle famiglie che si rompono.

Soddisfatte le associazioni che raggruppano i padri. In prima linea Antonio Matricardi e Tiziana Arsenti, rispettivamente vice presidente e presidente dell’associazione “Papà separati dai figli”: «Era ora che si accorgessero di questo dramma». Ma c’è chi non è per nulla convinto e accusa i padri di «vittimismo». «Non si tratta di vittimismo, le separazioni delle coppie con figli, oltre ad un trauma personale - sostiene ancora l’assessore capitolino Sveva Belviso - comportano un improvviso aumento delle spese con un impoverimento generale della famiglia. A precipitare nel disagio economico sono i genitori non affidatari, solitamente i padri, che oltre a versare l’assegno mensile devono lasciare la dimora». I separati in difficoltà, dunque, a Roma potranno restare nella struttura comunale per 12 mesi.

Il fenomeno è esteso. Lo dice anche la diocesi di Milano nell’ultimo rapporto su vecchie povertà e bisogni emergenti, c’è un capitolo riservato ai divorziati, sottolineando come «molti di essi siano finiti agli ultimi posti della scala sociale». In genere si tratta di uomini di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Ma quanti sono in totale? Secondo le stime Istat toccano quota 200 mila i padri con una ex moglie e almeno un figlio minorenne. Ovviamente non sono tutti in povertà, ma la fascia del disagio è comunque ampia. Quanto ai bambini si sa che sono 263 mila quelli che non vivono più con i padri: cifra destinata a crescere visto l’incremento delle separazioni e visto che la legge sull’affidamento condiviso è in parte inattuata (in Parlamento ora è in discussione un ddl di modifica della legge, per evitare che le norme vengano aggirate).

Non sono emigrati, non sono disoccupati, non sono imprenditori rovinati dalla crisi. Come nel caso di Riccardo T. «i padri separati chiedono di avere una vita dignitosa, anche per non perdere il rapporto con i figli». Ma come sono i padri oggi? «Hanno una relazione molto più stretta con i figli - sostiene Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere insieme - Percepiscono un senso enorme di perdita quando devono rinunciare alla quotidianità con il figlio, si sentono defraudati. Nessuno vuole fare del femminismo al contrario, ma il più penalizzato dalla separazione è lui». Lui che ora si sente vittima delle contraddizioni: nuove leggi sul congedo familiare chiedono agli uomini di assumere più responsabilità, nella cura dei figli, nella collaborazione con il partner. «I padri oggi danno più presenza materiale, affettiva, ma poi - osserva l’avvocato Maria Pia Sabatini - al momento della separazione e del divorzio vengono accompagnati gentilmente alla porta, indicando la cifra mensile da versare per i figli e i giorni di visita non trattabili, soprattutto se, come accade quasi sempre, tra gli ex c’è un alto livello di conflittualità».

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=81550&sez=HOME_INITALIA

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mercoledì

Su WikiLeaks oltre 500 mila messaggi sms sull’impatto alle Torri gemelle. Violazione privacy:"Quale potere era in grado di intercettare tutto questo?"

202° post
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25 novembre 2009 - Oltre un milione e mezzo di messaggi dai pager di agenti, tecnici e funzionari da sei ore prima gli attentati di New York e Washington alle 24 ore successive "Questa è la fine del mondo"
su WikiLeaks l'11 settembre in diretta
Huffington Post: "Quale organizzazione poteva disporre di questo materiale"
E si scatenano le proteste: "Incredibile violazione della privacy" di RICCARDO BAGNATO

Il sito americano Wikileaks, specializzato nel pubblicare documenti riservati, sta mettendo in linea in tempo reale la cronaca della giornata dell'11 settembre 2001 attraverso oltre mezzo milione di messaggi mandati attraverso telefonini, cercapersone, email. Visto il grande traffico registrato, Wikileaks ha aperto un altro sito con storie e frasi.

E' un diario della giornata che ha cambiato la storia degli Stati Uniti. Ma nei documenti ci sono ovviamente anche molti dati sensibili. E sono molti i lettori del sito che protestano per la violazione della privacy. Per la maggior parte, si tratta di informazioni tecniche scambiate tra i vari uffici, ma non mancano anche messaggi di natura privata. L'Huffington Post, uno dei pochi a rilanciare la notizia di primo mattino, esprime un dubbio interessante: "Esisteva già allora un'organizzazione capace di intercettare questo tipo di messaggi". Al momento, i responsabili di Wikileaks non hanno ancora rivelato come sono entrati in possesso dei dati in questione.

E all'ora dello schianto, cominciano a incrociarsi messaggi, come in questa pagina. Ci sono comunicazioni personali ("chiama al più presto tua figlia"), messaggi operativi secchi nella loro drammaticità. "Un aereo si è schiantato sul World Trade Center.

I messaggi di quel giorno. Mai un materiale così completo era stato diffuso prima. Le autorità avevano pubblicato solo alcuni stralci. Come per esempio questo.

Ore 7:45. "Dove sei? Tutto ok? Puoi chiamarmi? Ti amo." Un'ora più tardi, alle 8:46, l'American Airlines Flight 11 si schianterà sull'edificio nord delle Torri gemelle di New York. Un secondo velivolo centrerà l'altro edificio 17 minuti più tardi. E' l'11 settembre del 2001. E questo è solo uno degli oltre 500.000 messaggi intercettati in quelle ore.

Messaggi di aiuto che si confondono fra quotazioni di borsa, test tecnici, numeri, codici e email. Provenienti da cercapersone di chi, quel giorno, operava in veste ufficiale come il personale del Pentagono, la polizia di New York, e ancora messaggi automatici da computer che segnalano guasti. In altre parole, l'11 settembre visto con gli occhi e ascoltato con le orecchie di chi ha vissuto la tragedia da vicino, sulla propria pelle.
"Questa è la fine del mondo" su WikiLeaks l'11 settembre in diretta
Messaggi che WikiLeaks - noto per aver già divulgato documenti e file secretati - ha reso pubblici sul proprio sito "live" - si legge nell'introduzione dei promotori dell'iniziativa - sincronizzati con il momento esatto in cui sono stati inviati e regolati sul fuso orario di New York. Il primo messaggio è delle 3 di notte dell'11 settembre 2001, cinque ore prima del primo attacco, e l'ultimo, è 24 ore più tardi.

"Si tratta di importanti dati storici su come il paese ha reagito alla tragedia. Di una finestra aperta e obiettiva su quello che è accaduto allora", ha precisato Julian Assange portavoce di WikiLeaks. "L'archivio è un dato completamente obiettivo di un momento decisivo del nostro tempo - si legge nella presentazione dell'iniziativa - ci auguriamo che questa rivelazione porterà a una comprensione più attenta dell'evento e delle sue tragiche conseguenze."

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/esteri/sms-11-settembre/sms-11-settembre/sms-11-settembre.html

Le intercettazioni delle telefonate che il boss Tanino Cinà fece al fondatore di Forza Italia negli anni '80
http://www.repubblica.it/2009/12/dirette/sezioni/cronaca/spatuzza-processo/deposizione-graviano/index.html

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NON SI PUÒ AVERE FIDUCIA DI CONSULENZA NOMINATA INUTILMENTE.Discende incarico distorto da dovere istituzionale.Elementi raccolti serviranno tutt’altro

201° post
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ELIMINAZIONE PATRIARCATO,IMPOSIZIONE MATRIARCATO.“FAVOR” IDENTITA’ FEMMINILE, ANNULLAMENTO MASCHIO PADRE:Significa che maschi vanno usati ed annullati

200° post
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LE FEMMINISTE HANNO DISTRUTTO IL MONDO
simpatico “maschio100x100” : è un po’ ruspante, ma c’è del profondo vero in ciò che dice!


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ACCANITI SU PROCESSI MINORI, FAVOREGGIANTI LA PRESCRIZIONE SU REATI GRAVISSIMI. Nessuna priorità tra furto mela e processo 20 morti

199° post
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lunedì

LA SOTTRAZIONE COATTA DI MINORI E FALSI ABUSI. Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia (di Paolo Roat )

198° post
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http://apps.facebook.com/causes/357003?m=959a911f

riporto integralmente a fini divulgativi lo scritto di Paolo Roat - http://apps.facebook.com/causes/activity/53244636

SALVIAMO LA FAMIGLIA - Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia.

La famiglia e la scuola per secoli hanno avuto un ruolo essenziale, sia sociale che morale. Oggi questo diritto viene spesso negato. Un genitore di fronte a psicologi, psichiatri e assistenti sociali, può ritrovarsi accusato di colpe mai commesse, sulla base di opinioni soggettive proclamate o come parere “medico” o come parere “scientifico”.
I fenomeni di cui parliamo sono conosciuti come "falsi abusi e allontanamento coatto dei bambini dalla famiglia e loro collocamento in comunità alloggio, affido o adozioni".
Le statistiche rivelano che circa il 20% delle sottrazioni coatte sono motivate da assenza coatta dei genitori (provvedimenti carcerari), morte di entrambi i genitori, maltrattamenti o abusi. Il rimanente 80% circa avvengono con la motivazione di "inidoneità genitoriale". Questa motivazione ha aperto le porte a innumerevoli violazioni di legge e dei diritti.
Tramite valutazioni soggettive ed opinabili, psicologi e assistenti sociali spesso inducono il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici, sottraendo i figli alla famiglia, collocandoli nelle comunità, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro. La famiglia, nella maggioranza dei casi, è totalmente impotente di fronte a questo sistema che opera con l’ausilio, se i genitori si rifiutano, della forza pubblica.
Riteniamo che sottrarre i bambini ad una famiglia debba essere un evento straordinario, motivato solo da gravi e comprovate colpe.
Riteniamo inoltre che non si possa stabilire la responsabilità e l’inidoneità di un genitore attraverso valutazioni personali o test psicologici che non hanno alcuna validità scientifica.
Sulla base di centinaia di casi esaminati, osserviamo un attacco frontale operato contro l’autonomia e il ruolo fondamentale della famiglia che viene delegittimata da figure ascientifiche.
Per arginare questo fenomeno sono sorte in Italia molte associazioni con l’obiettivo di denunciare, difendere e tutelare i diritti fondamentali della famiglia e della genitorialità.
Nessuna famiglia è potenzialmente al riparo dall’errore “scientifico” dello psicologo, psichiatra e assistente sociale. Qualsiasi famiglia può essere coinvolta, come il caso di Basiglio insegna.
Le associazioni firmatarie del presente manifesto si pongono come difensori della famiglia, per evitare l’errore giudiziario che ha origine specialmente da opinabili perizie.
Sostenere questo movimento significa difendere e ripristinare l’integrità della famiglia, ma anche ricostruire il tessuto morale e sociale della società e far diminuire gli errori giudiziari.
COSA CHIEDIAMO
1. che la sottrazione di bambini alla propria famiglia possa avvenire solo sulla base di fatti gravi ed accertati o solo dopo l’acquisizione di prove oggettive attendibili;
2. che le perizie psicologiche-psichiatriche abbiano solo valore di opinioni e non siano considerate direttamente come “accertamento della verità”;
3. che le famiglie abbiano il diritto della parità tra accusa e difesa e che eventuali relazioni negative di assistenti sociali o di altre entità possano essere contestate e che si proceda ad accertare i fatti prima che possa avvenire la sottrazione dei bambini alla famiglia.

Parla la famiglia di Cella. I servizi sociali cambiano idea e chiedono il rientro del minore, ma il giudice si oppone
“Nostra figlia di 4 anni rapita dalla giustizia”
Hanno un lavoro, una casa e non sono violenti: “Non sono genitori degni”

JACOPO DELLA PORTA

«DOBBIAMO prendere vostra figlia». Queste parole sono state pronunciate il 7 agosto del 2008 in una stanza della questura di Reggio alla presenza di due assistenti sociali e tre poliziotti: i destinatari di questa comunicazione erano Marco e Francesca (nomi di fantasia per tutelare la figlia), di 39 e 44 anni. «Quando ci hanno detto così non abbiamo fatto scenate - dicono i genitori - Abbiamo pensato prima di tutto alla nostra bimba. Le abbiamo detto di stare calma e che tra pochi giorni l’avremmo portata al mare. Quello che ci ha colpito è che nessuno ci ha chiesto nulla sulla sua salute, eventuali allergie, abitudini alimentari. Nulla, di nulla».
Difficile mettersi nei panni di un padre e di una madre che si trovano a vivere una situazione del genere: ma cerchiamo di capire cosa è accaduto dopo. «Torniamo a casa. Cerchiamo di stare tranquilli. Ci convinciamo che è tutto un equivoco e si risolverà in poco tempo. Siamo sicuri: nostra figlia tornerà presto a casa». Poi i giorni cominciano a passare e non accade nulla. «Iscriviamo nostra figlia all’asilo in attesa che torni. Ai vicini diciamo che è andata al mare con i nonni. Poi però non torna. Cominciamo ad uscire sempre meno di casa, per non farci vedere. Poi per fortuna arriva ottobre e stiamo tutto il giorno chiusi dentro, con le tapparelle abbassate». Francesca nel frattempo abbandona il lavoro: «Sono ausiliaria in un asilo. Ma come faccio ad andare a occuparmi degli altri bambini se non ho più la mia?».
Mentre raccontano questo i genitori non si danno pace: si interrompono a vicenda e non riescono a stare seduti sulla sedia. Sono ben vestiti ed educati, ma portano addosso i segni di mesi di disperazione e spesso quando nominano la figlioletta spuntano anche le lacrime.
Torniamo alle settimane successive all’allontanamento da casa. Marco e Francesca sono distrutti e non possono vedere la bimba. Sulle spalle dei genitori pesa il giudizio della gente, perché in queste circostanze viene spontaneo pensare che in fin dei conti se hanno tolto loro la bimba una ragione ci sarà pure. Già, una ragione deve esserci, anche perché in caso contrario saremmo di fronte a una bimba rapita: una bimba rapita dalla giustizia. Uno scenario inaccettabile: molto meglio dunque pensare che ad avere torto siano loro, due persone che non sanno fare i genitori. Ma se guardiamo da vicino questa storia, e ci prendiamo la briga di consultare i documenti e fissare negli occhi mamma e papà, i dubbi si affacciano e di pari passo cresce un senso di inquietudine.
E se ci fosse stato uno sbaglio? Diciamo pure un sopruso? E se questa famiglia fosse vittima di un macchina infernale che una volta avviata ha finito per stritolarli? In Italia è già successo e per chi non ci credesse può leggere il libro “Rapita dalla Giustizia. Come ho ritrovato la mia famiglia”: è la storia di una bimba prelevata in classe quando aveva sei anni e portata via dalla sua famiglia, fino alla maggiore età, perché si sospettava, falsamente, che il padre abusasse di lei. Ma nel caso della protagonista del libro c’era comunque un elemento, anche se falso, molto grave, il sospetto degli abusi sessuali. Nel caso di Cella non c’è nulla di tutto ciò.
Chi si dà molto da fare per aiutare questa coppia sono l’avvocato Francesco Miraglia e il pedagogista clinico dottoressa Monica Magnani. Con loro ripercorriamo le tappe della vicenda.
Partiamo dall’inizio.
Nel 2007 a seguito di una indagine per droga i carabinieri hanno perquisito l’abitazione della coppia di Cella: non hanno trovato stupefacenti e l’indagine è stata archiviata. Come si sia arrivati a questa perquisizione non lo sappiamo, ma quello che conta è l’esito dell’indagine, cioè l’archiviazione. Però i militari all’epoca della perquisizione fecero una informativa al tribunale dei Minori, sostenendo che l’abitazione della coppia fosse fatiscente. A nostro avviso la coppia vive in una villetta più che dignitosa, con tanto di giardinetto con i giochi, dove anche i bambini del vicinato si recavano spesso (nella foto il salotto della casa). Ma l’informativa mette in moto la macchina: il caso passa in mano a una assistente sociale. I genitori sostengono di non essere mai stati invitati a presentarsi per un colloquio ma il procedimento va avanti e arriva fino alla decisione del 23 giugno 2008, quando il tribunale dispone che la bimba sia affidata a un istituto.
A questo punto notiamo più di una stranezza.
Prima dell’informativa dei carabinieri la famiglia era sconosciuta ai servizi sociali. Nessuno aveva mai denunciato comportamenti anomali da parte della coppia. Nulla di nulla, se non l’indagine poi archiviata dalla procura e un vecchio problema del padre con la cocaina, risalente al 1991 e poi definitivamente risolto dopo un percorso al Sert. Allora, viene da pensare, sarà stata la droga a motivare la decisione. Ma dopo l’allontanamento i genitori si sono sottoposti, di loro volontà, a decine di test delle urine e in un solo caso, nel gennaio di quest’anno, la madre è risultata positiva. Il giudice sostiene che la coppia non si sia presentata con regolarità, mentre loro ribattono di aver fatto almeno 40 controlli in pochi mesi. Il padre, nonostante facesse il camionista, ogni due o tre giorni si recava al Sert. Per il giudice del tribunale dei Minori le analisi delle urine comunque non bastano e la coppia dovrebbe sottoporsi a sue spese all’esame del capello, che a Reggio non viene eseguito e che costa almeno 240 euro. Un’altra domanda sorge però spontanea: se anche la coppia facesse uso di cocaina, cosa che tra l’altro non risulta dalle analisi, sarebbe questo un motivo sufficiente per togliere loro la bimba?
Ad aggiungere un altro elemento di perplessità alla vicenda c’è anche il fatto che dopo un po’ di tempo i servizi sociali di Reggio hanno affidato il caso a un’altra assistente. E le persone che ora seguono la vicenda mostrano un atteggiamento differente: dopo mesi di incontri protetti, dove hanno osservato da vicino i genitori in compagnia della figlia, hanno infatti dato parere favorevole al rientro della bimba in famiglia. «Parlano chiaramente di buona capacità genitoriale e di forte legame di coppia».
Ma ad opporsi al rientro è il giudice di Bologna, che ritiene la coppia inadeguata e che pretende l’analisi del capello. E intanto la bimba come sta? «Quando la incontriamo le diciamo di stare tranquilla - dicono i genitori - Le abbiamo detto che è normale che lei viva in un’altra casa. Non le diciamo che gli altri bambini tornano a casa alla sera. Le abbiamo fatto credere che la realtà è così. Nella struttura dove è stata messa le hanno invece detto che si trova lì perché un giudice ha deciso che i suoi genitori non sono buoni».
I genitori vogliono che la figlia torni a casa, ma dopo tante umiliazioni vogliono che qualcuno riconosca anche di aver sbagliato. Vogliono tornare a camminare per Cella con la figlia per mano e poter dire a tutti che non hanno nulla di cui vergognarsi.
http://www.avvocatofrancescomiraglia.it/wp-content/uploads//Nostra-figlia-di-4-anni-rapita-dalla-giustizia.pdf

Bambina di quattro mesi sparita con la madre. Il padre, un giovane pugliese, teme che la piccola sia stata portata in Brasile
01 gennaio 2010 - Entrambe erano ospitate da un centro di accoglienza per mamme dei servizi sociali di Parma. Da dieci giorni nessuno le ha più viste, la polizia sta cercando di rintracciarle. Il padre, un giovane pugliese, teme che la piccola sia stata portata in Brasile,
di Maria Chiara Perri
Mary (nome di fantasia), quattro mesi e mezzo, è al centro di una contesa internazionale. La mamma brasiliana l'ha portata via dalla casa di accoglienza di Parma dove entrambe vivevano su disposizione del Tribunale dei Minori. Da dieci giorni nessuno ha più notizie di loro. Il papà della piccola, un giovane pugliese, teme che l'ex compagna possa essere fuggita portando Mary, che ha cittadinanza italiana, nel suo Paese d'origine. I servizi sociali il 20 dicembre hanno informato la polizia del mancato rientro della donna e della bambina nella casa d'accoglienza. Da allora, le indagini per rintracciarle non avrebbero dato frutto.
Mary è vittima di una storia intricata iniziata ancor prima della sua nascita. Il padre italiano, Giovanni (nome di fantasia) e la madre brasiliana si sono conosciuti nel 2008 a Parma e nel corso della relazione, durata circa un anno, la donna è rimasta incinta. Secondo quanto riferito dal padre, l'ex compagna avrebbe deciso di non tenere il bambino e di interrompere il rapporto. A quel punto lui ha lasciato Parma, ritornando nel paese d’origine in Puglia. Dopo diversi mesi è venuto a conoscenza del fatto che la donna aveva portato a termine la gravidanza ed era andata a convivere con un sudamericano. La bimba nata, Mary, sarebbe stata riconosciuta da un terzo uomo, un emiliano conoscente della madre, per poterle farle avere cittadinanza italiana.
E' così iniziata la battaglia legale di Giovanni per il riconoscimento di quella che con ogni probabilità poteva essere sua figlia. L'uomo riesce ad ottenere un incontro con l'ex compagna per poter vedere la bimba e con un fazzolettino di carta asciuga la saliva della piccola. Con quello fa fare il test del dna in un poliambulatorio di Parma: positivo. Il padre naturale è lui. Quello legale, un altro italiano. Quello effettivo, il nuovo compagno della madre, un sudamericano.
Giovanni nomina un avvocato e inizia le pratiche per il riconoscimento della paternità, nel timore che la piccola Mary possa essere portata all'estero dalla mamma. Timore che sembra concretizzarsi all'improvviso lo scorso novembre, quando a Parma arriva dal Brasile la nonna della piccola. Il padre vede il rischio di sottrazione della figlia e, test del dna legalizzato alla mano, informa il Tribunale dei Minori. Viene disposto un intervento dei servizi sociali, che portano la piccola di Mary di soli tre mesi in una struttura protetta, togliendola alla madre. La donna informa la stampa di quello che ritiene una grave abuso, ma dopo pochi giorni potrà rivedere la piccola. Entrambe saranno ospitate in una casa d'accoglienza per madri dei servizi sociali di Parma, dove rimarranno per circa un mese in attesa del disconoscimento della paternità dell’emiliano e il riconoscimento di quella di Giovanni. Il padre non può ancora vedere la piccola, ha sue notizie solo tramite contatti saltuari con gli assistenti sociali e con l'ex compagna.
Il 20 dicembre scorso, la scomparsa. Solo dopo otto giorni Giovanni viene a sapere che la sua bimba è stata portata via. Si mette in contatto con la questura di Parma, riferisce tutto quello che sa sulle persone che potrebbero ospitare la madre in Italia. Ma la vera paura è che la piccola Mary abbia già sorvolato l'Atlantico, diventando uno dei tanti bambini contesi da genitori lontani, piccoli innocenti oggetto di estenuanti trattative internazionali.
http://parma.repubblica.it/dettaglio/Bambina-di-quattro-mesisparita-con-la-madre/1817726

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OPPOSIZIONE NON CAMBIERÀ NULLA DOPO QUESTO GOVERNO. Destra e sinistra sono d’accordo per la spartizione a danno della cittadinanza (es. scudo fiscale)

197° post
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FEMMINE SI APPROPRIANO DI MEDIA E TRIBUNALI, principali centri di calunniosa prevaricazione sociale e legale. Tecnica silente copiata da berlusconi

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TRIBUNALI DANNEGGIANO PIÙ DELLA MAFIA:impuniti violano diritti umani e civili, consentono commissività reati economici ritardando \ omettendo lavoro

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Madre uccide a coltellate il figlioletto poi per ore resta abbracciata al corpo

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21 novembre 2009 - Il bimbo aveva tre anni. La scoperta fatta dal marito uscito per comprare delle pizze. La coppia vive a una ventina di chilometri da Padova. Ha un'altra bimba di tre mesi.
PADOVA - Una donna ha ucciso a coltellate il figlio di tre anni. La tragedia si è consumata questa sera a Curtarolo, nel Padovano. Il padre della vittima era uscito mezz'ora prima per comperare le pizze e al ritorno a casa ha trovato la moglie, 35 anni, seduta con lo sguardo pietrificato e con il bambino stretto in grembo. In mano aveva ancora il coltello. In una stanza vicina riposava l'altra figlioletta della coppia, di appena tre mesi. La coppia vive in una casa singola. Nel giardino sono ancora evidenti i nastri rosa che addobbano il recinto per la nascita della bambina.
La donna è ora all'ospedale Padova, nel reparto di psichiatria. Il medici sono riusciti solo dopo due ore e mezzo a sollevarla dal pavimento dove si era coricata abbracciando il bimbo morto.
Alessandro, questo è il nome del bambino, è stato ucciso probabilmente con una decina di coltellate. La tragedia si è consumata nella cucina della casa, dove la donna attendeva il ritorno del marito che era andato a comprare delle pizze per la cena. Al rientro l'uomo, che lavora come piastrellista e ha una azienda in proprio, si è trovato di fronte alla scena raccapricciante. Ha telefonato prima ad alcuni familiari e poi ai carabinieri.

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/cronaca/madre-uccide-figlio/madre-uccide-figlio/madre-uccide-figlio.html?rss

Questo articolo è parte del vasto contenitore da consultare: spunti: TV ISTIGA LE DONNE A DISTRUGGERE LA FAMIGLIA CRISTIANA. Video di MADRI INFANTICIDE e VIOLENZA DELLE DONNE http://giosinoi.blogspot.com/2009/01/spunti-tv-istiga-le-donne-distruggere.html

UOMINI TERRORIZZATI NON OSANO SEPARARSI:atterriti da accanite conseguenze discriminatorie a favore delle mogli usurpatrici,addomesticati dai tribunali

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venerdì

PERSECUZIONE MASCHILE in materia famiglia: velocissimi rinvii a giudizio contro archiviazioni reati femminili in flagranza maltrattamenti e sequestri

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L’INCHIESTA SUL SINDACATO - L'ALTRA CASTA di Stefano Livadiotti (Libro) – Privilegi, carriere misfatti e fatturati da multinazionale

190° post
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http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/05/altra-casta-livadiotti-natoli.shtml?uuid=c176a8c4-2e2a-11dd-b8c4-00000e251029&DocRulesView=Libero

"Iperburocratizzata e autoreferenziale", con organici e fatturati colossali, patrimoni immobiliari sterminati e bilanci rigorosamente segreti in barba ad ogni politica di trasparenza pretesa invece a gran voce da altre istituzioni della Repubblica. Stefano Livadiotti descrive così la classe sindacale italiana in questo volume edito da Bompiani che già dal titolo - ‘L'altra casta' - fa capire di essere perfettamente in sintonia con l'ormai celeberrimo long-seller sullo strapotere della politica scritto l'anno scorso per Rizzoli da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Di strapotere, infatti, parla anche ‘l'inchiesta sul sindacato' realizzata dal giornalista de l'Espresso, che racconta con estrema efficacia ‘privilegi, carriere, misfatti e fatturati da multinazionale' di un'organizzazione che "ormai da tempo" non è più capace di "farsi carico" degli interessi generali del Paese, ma solo dei suoi iscritti. Peraltro sempre meno numerosi e "sempre più marginali rispetto al sistema produttivo nazionale".

Concertazione degenerata in diritto di veto
Gli 11 milioni e settecentomila tesserati dei tre sindacati maggiori - scrive Livadiotti - è composto soprattutto da pensionati (49,16%) e i tesserati ancora in attività non arrivano alla soglia dei 6 milioni. Ben poca cosa - appena il 25% - rispetto al totale dei lavoratori in attività. Eppure i sindacati tendono a presentarsi come i legittimi rappresentanti dei lavoratori italiani e "in nome di una concertazione degenerata in diritto di veto", pretendono di "mettere becco" in qualunque decisione di valenza generale. Arrivando, non di rado, a rappresentare un freno allo sviluppo, come nel caso della vicenda Alitalia. Un "interventismo", quello dei ‘tre porcellini' (l'espressione riportata da Livadiotti è di Massimo D'Alema), che ha avuto come risultato - secondo l'autore - quello di acuire l'insofferenza nei loro confronti di strati sempre più vasti di popolazione. Ormai - stando a un sondaggio commissionato nel luglio 2007 dall'economista Tito Boeri - "solo il 5,1% degli italiani si sente adeguatamente rappresentato dai sindacati e ben il 61,6% dichiara di non nutrire nei loro confronti alcuna fiducia".

I Caf una miniera d'oro, i patronati una riserva di caccia
Un sindacato, quello descritto dalla firma de l'Espresso, che "sacrifica il bene collettivo, mettendosi ostinatamente di traverso a qualunque riforma rischi di intaccarne uno statu quo fatto di privilegi, di Caf che assicurano una montagna di soldi esentasse, di patronati diventati vere e proprie ‘riserve di caccia' con un giro d'affari annuo - ancora una volta esentasse - di 350 milioni di euro. "Una congrega sorda verso ogni forma di meritocrazia" che "ha finito per bloccare l'ascensore sociale, condannando i più deboli a restare tali". Insomma – affonda Livadiotti ricordando la definizione data nell'estate del 2007 dal presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo – "il sindacato dei fannulloni, dei pensionati e dei dipendenti pubblici".

Autoriforma non più rinviabile
Il libro, però, al contrario di quanto potrebbe sembrare "non vuole mettere in discussione il sindacato o disconoscerne meriti storici", come quelli acquisiti nella lotta al terrorismo e con gli accordi contro l'inflazione "che hanno consentito all'Italia di agganciare il treno europeo". L'obiettivo del volume, conferma l'autore in un'intervista a Radiocor, è semmai quello di denunciare "il processo di degenerazione che il ruolo del sindacato sembra aver conosciuto negli ultimi anni" e allo stesso tempo suonare un campanello d'allarme per costringere i suoi leader a correre ai ripari e a procedere il più speditamente possibile verso l'autoriforma della contrattazione - con il rafforzamento di quella di secondo livello - e la costruzione di un sindacato "moderno" e al "passo coi tempi". Un sindacato che non dica sempre e solo no. Un campanello d'allarme, quello suonato da ‘L'altra casta' che ‘i rappresentanti dei lavoratori' farebbero bene ad ascoltare.

L'altra Casta
Stefano Livadiotti, Bompiani, pagg 238 - euro 15,00

giovedì

Riconoscere MASCHIE da DONNE per diverso tipo di rispetto. Troppe sono tanto stupide quanto false e cattive, da fare danni anche senza guadagnarci

189° post
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La tv è donna, il sorpasso in video più dei colleghi maschi
23 novembre 2009 - La Tv oggi si declina al femminile. I maggiori canali, salvo RaiUno, preferiscono le conduttrici ai conduttori. Le signore rendono di più al box office Auditel. Nei Tg crescono le anchorwomen. I numeri del sorpasso: 178 ore di conduzione settimanale alle donne, 155 agli uomini. "Le donne sono brave, è un riconoscimento del loro talento, in video sono più gradevoli", certifica Raffaella Carrà, capostipite delle conduttrici: "È del '74 la mia prima Canzonissima da sola". Alla Carrà-rompighiaccio è seguita negli anni una schiera di conduttrici di show, reality e tg. Oggi donne di polso, eppur femminili, a fare la fortuna di tanti format.
Le Signore Grandi Ascolti in ordine alfabetico? Lucia Annunziata (In 1/2 ora), Daria Bignardi (L'era glaciale), Milly Carlucci (Ballando con le stelle), Antonella Clerici (da La prova del cuoco a Sanremo) Serena Dandini (Parla con me), Ilaria D'Amico (Exit), Maria De Filippi (Amici, Uomini e donne, C'è posta per te), Barbara D'Urso (Domenica Cinque e Pomeriggio Cinque), Milena Gabanelli (Report), Alessia Marcuzzi (Grande Fratello), Monica Setta (Il fatto del giorno e La donna è mobile nel 2010), Federica Sciarelli (Chi l'ha visto?), Victoria Cabello (Victor Victoria), Simona Ventura (da Quelli che il calcio all'Isola dei famosi).
Si va verso la tv matriarcale. "Una volta le donne venivano definite sesso debole in riferimento agli uomini, oggi assistiamo ad una inversione di tendenza in tv", spiega Saro Trovato, di Comunicazione Perbene, l'associazione che ha monitorato i palinsesti Rai e Mediaset (dal 26 ottobre al 1° novembre) rilevando che a "portare i pantaloni" in tv sono ormai le donne. Come spiegano il fenomeno le dirette interessate? Alessia Marcuzzi dichiara: "Noi donne siamo più accoglienti, materne, ironiche. Ci siamo affrancate dalla spalla maschile, senza essere aggressive o autoritarie. I dirigenti Mediaset hanno capito che riusciamo a coprire tutte le possibili conduzioni, e gli spazi pubblicitari si vendono meglio con le donne al timone".
"Credo sia anche conseguenza del ruolo della donna nella società" sostiene Barbara D'Urso "Oggi ci sono donne soldato, c'è una donna presidente di Confindustria. Per fortuna anche in tv... Prima le donne venivano relegate a ruolo di vallette. Ora nel cinema come nelle fiction sono protagoniste".
Milly Carlucci non si fa illusioni. "Il boom delle conduttrici è un fenomeno ciclico. È successo per la Carrà, la Bonaccorti, la Cuccarini e pure io... La tv parla di sentimenti, di emozioni, meglio le conduzioni morbide. Il successo di molti programmi è decretato dallo stesso pubblico femminile". Segnala un nuovo fenomeno: "Oltre alle conduttrici, oggi ci sono autori, capo-progetti donna. Io l'ho provato con il talent-show Ballando con le stelle. Ma Maria De Filippi sta avanti a tutte: lei è anche produttrice, ha proprio chiuso il ciclo".
Bianca Berlinguer, oggi direttrice del Tg3, si schermisce: "Arrivo terza, dopo la Brancati e la Annunziata. Al Tg3 la redazione è a maggioranza femminile, è un Tg corsaro, poco omologabile". Ma sottolinea che "negli approfondimenti le donne scompaiono: Ballarò, Annozero e Porta a porta sono in mano a uomini. La vera rivoluzione sarà quando una donna dirigerà il Tg1 o il Tg5". Dal pomeriggio di RaiDue, la giornalista Monica Setta , conduttrice del Fatto quotidiano, sostiene che "le donne conduttrici mixano meglio: raccontano le storie con più sensibilità, sanno alternare la cronaca con la politica, traducono meglio di tanti colleghi argomenti ostici".
Cosa ne pensa il decano Bruno Vespa? "Le donne sono brave. Si curano molto. Sono professionali. Sentono la concorrenza delle donne, sono sempre in tensione. E io, da direttore del Tg1, nel lontano 1990, scoprii la Gruber, la Ferrario, la Busi".
http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/tv-donne/tv-donne/tv-donne.html

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STATO NEMICO DEI PADRI:nessun rispetto legale nè riconoscimento familiare, nessuna tutela giuridica. Solo formazione nuova generazione di odio sociale

188° post
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Insegnare ai bambini la BIGENITORIALITA': difendere i bambini dalla violenza psicologica e prevenire la PAS anche nelle separazioni

187° post
11 novembre 2009
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Ritengo opportuno ed utile divulgare tale prodotto del nostro amico e padre di una minore vessata dalla madre.
http://www.paternita.info/padre-separato/didattica/index.html#CAP1

SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE (PAS)
http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/giordano4.pdf

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http://twitter.com/giosinoi

mercoledì

Diciamo NO alla NUOVA Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione

186° post
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http://www.facebook.com/group.php?gid=168942591227
Descrizione:
La Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione è stata approvata agli inizi di ottobre 2009 ed entrerà in vigore appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
E' arrivata sui giornali e in televisione quasi senza commenti, anzi relegata spesso alle pagine interne.
Non è difficile riassumerla in poche parole, perché rappresenta la Legge Fascistissima di questo governo:
- premi per una parte (1/4) dei lavoratori giudicati meritevoli;
- restrizione del diritto di assenza per malattia (con minacce di licenziamento a carico dei medici fiscali in caso di inadempimento del loro dovre di opprimere e perseguitare il malato);
- punizioni per i dipendenti considerati "fannulloni": le punizioni vanno da misure in busta paga, fino al licenziamento;
- imposizione per i dirigenti di istituire "commissioni di valutazione" e istigazione a prendere provvedimenti punitivi.
Com'è facile intuire questa riforma mira a stringere i lavoratori Pubblici in una morsa di ricatto e il manovratore finale della tenaglia è il Governo in carica, che schiaccia gli enti preposti al controllo (dirigenti, medici fiscali, ecc.) con minacce di duri provvedimenti.
E' chiaro l'obiettivo di costruire una vera e propria piramide che vede al punto più basso il lavoratore, il quale sarà "valutato" e ricattato da gruppi di potere che si dovranno costituire dentro l'Ente per cui lavora; i gruppi di potere interni agli uffici a loro volta sono sottoposti al controllo (punizioni, premi e ricatti) dei gradini più alti della gerarchia, fino ad arrivare al vertice che si configura come il Ministro.
E' facile individuare nella Riforma uno strumento di controllo fascista finora inedito e ciò in quanto i criteri per infliggere punizioni e distribuire premi sono da una parte servili e indurranno il lavoratore a diventare una macchina nevrotica e guardinga, incapace di qualsiasi protesta e difesa dei diritti più elementari (non ultimo la salute); dall'altra assolutamente soggettivi e utilizzabili dai comitati di valutazione come strumento per aumentare il proprio potere e ricattare il lavoratore stesso. Considerato poi che la piramide è strutturata in modo gerarchico si comprende come lo strumento sia stato concepito quale macchina di produzione e autoriproduzione di un pensiero unico che adotta come suo carburante la paura e l'instabilità delle posizioni dei lavoratori.

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martedì

Ogni magistrato un Berluschino piccolino.Ma impunità identiche nella sostanza,l’indifferenza per cittadini ancora peggio: rimarranno 45 anni in carica

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Sottomettere la cittadinanza. Acqua privatizzata, via alla fiducia. L'opposizione: "Saliranno i prezzi". La svendita dell' acqua pubblica

184° post
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Il governo blinda il decreto Ronchi. Ronchi: "Vogliamo velocizzare". Stabilita la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, il pubblico sotto il 30%

Repubblica 17 novembre 2009 - Via libera alla privatizzazione dell'acqua. Il governo, per la 28esima volta, pone la fiducia sul decreto salva-infrazioni che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua. E scatena l'ennesima bagarre con l'opposizione. A cui le motivazioni del ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito ("scelta per velocizzare i tempi") non bastano. Anche perché di tempo per l'esame della Camera ce n'era: il decreto, che l'esecutivo considera blindato, scade fra una settimana.
Tema del contendere è il cosidetto 'decreto Ronchi' che stabilisce la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, prevedendo tra le altre cose che la quota di capitale in mano pubblica scenda sotto il 30%, lasciando spazio ai privati. Il provvedimento rende di fatto obbligatorie le gare per l'affidamento dei servizi da parte degli enti locali e vieta, quindi, salvo per casi eccezionali, l'assegnazione diretta a società prevalentemente pubbliche e controllate in maniera stringente dall'ente locale affidatario. A partire dal 31 dicembre 2010 quindi, le concessioni frutto di una assegnazione diretta cessano.
La liberalizzazione, inoltre, riguarda tutti i servizi pubblici locali, escluso il gas, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali. Prevedendo tempi 'piu' dilatati per quanto riguarda i rifiuti.
Durissima la reazione dell'opposizione. 'Pochi grandi gruppi faranno affari d'oro a discapito dei cittadini che subiranno l'aumento delle tariffe dell'acqua" spiega Marina Sereni del Pd. Per Massimo Donadi dell'Idv quella attuale è una maggioranza "appecoronata felice di non lavorare per un giorno". Mentre Michele Vietti (Udc) ricorda come il testo sia stato per troppo all'esame del Senato. Una circostanza condivisa anche da Simone Baldelli del Pdl, secondo cui "servono regole certe sui tempi certi per l'esame dei provvedimenti"
http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/politica/salva-infrazioni/salva-infrazioni/salva-infrazioni.html

La giornata - No alla privatizzazione dell'acqua
17 novembre 2009 - http://www.italiadeivalori.it/


Privatizzazione acqua: ribelliamoci
http://www.italiadeivalori.it/


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Inganno mandato elettorale: decidono diversamente dall’incarico ricevuto se eletti, ogni maggioranza modifica regole arbitrariamente, non si dimettono

183° post
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Schifani: "Elezioni anticipate se la maggioranza non è compatta"- MAGARI DICO IO !!!
Se la maggioranza non è compatta è meglio andare al voto. Anche il presidente del Senato, Renato Schifani si schiera col partito dei falchi del Pdl che vede le elezioni anticipate come unica soluzione alle difficoltà interne ed esterne del governo e che vedono Berlusconi oscillare tra la prudenza e la voglia di rovesciare il tavolo. Immediata (segno di una maggioranza davvero poco compatta) la replica del finianio Granata che rimanda al mittente le accuse e parla di "Pdl che somiglia a una caserma". Dall'altra parte, anche Bersani ricorda a Schifani che "la legislatura non è proprietà del centrodestra". Prudente Maroni (Lega Nord) che chiede coesione "per realizzare il programma".
Schifani ne ha parlato intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico del collegio 'Lamaro-Pozzani': "Compito dell'opposizione è esercitare il proprio ruolo di critica e di proposta alternativa, in coerenza con il proprio mandato elettorale. Compito della maggioranza è garantire che in parlamento il programma del governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo. Se questa compattezza viene meno, il risultato è il non rispetto del patto elettorale. Se ciò si verificasse, giudice ultimo non può che essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale".
Per Schifani, questo "è sempre un atto di coraggio, di coerenza e correttezza verso gli elettori. Molti ordinamenti costituzionali da tempo accettano questi fondamentali principi di una democrazia matura. La scelta dei cittadini non va tradita, va rispettata fino in fondo, senza ambiguità ed incertezze. La politica non può permettersi di disorientare i propri elettori".


http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/politica/giustizia-17/schifani-elezioni/schifani-elezioni.html

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lunedì

ISTIGAZIONE LUCRATIVA: lanciano donne a inventare false violenze contro gli uomini mentre fanno cassa. Hunziker e la Bongiorno

182° post
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Anche il maschietto, pentito di esserci nato, strumentalizza propagandisticamente tale infamante denigrazione contro il sesso maschile criminalizzato a prescindere!

Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno presentano l'sms per sostenere Doppia Difesa


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sabato

I NOSTRI FIGLI PORTATI VIA DA UN GIUDICE (Panorama.it)

181° post
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Giustizia e famiglia: quando i bambini vengono allontanati dai famigliari. Inchiesta di Panorama
Autore: Giorgiogal – articolo commentato replicato dal sito :
http://comunicazionecondiviso.blogspot.com/2009/11/bambini-rapiti-giustizia.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email
Articolo originale
http://blog.panorama.it/italia/2009/11/13/i-nostri-figli-portati-via-da-un-giudice/

Mai come in questo periodo si è parlato del dramma dei bambini strappati dalle loro famiglie dal sistema giustizia e finiti in comunità o in affido familiare. Si intrecciano accuse di superficialità dei servizi sociali, di interessi economici di presunti professionisti dell'accoglienza, di troppo interventismo degli organi di giustizia: in mezzo ai tanti casi di effettiva necessità sono stati recenti errori a far salire alla ribalta della cronaca il problema. Il periodico PANORAMA è uscito in questi giorni con un articolo-indagine che cerca di fare luce. Ne pubblichiamo una parte liberamente tratta da Panorama.
In Italia sono più di 32000 mila i bambini che vengono chiusi nelle comunità o dati in affido a un'altra famiglia.
Il più delle volte vengono allontanati dalle loro famiglie per motivi giustificati, come gli abusi sessuali, e maltrattamenti o l'indigenza. Altre per ragioni fumose e impalpabili.
Negli ultimi 10 anni il loro numero è aumentato del 29,3%. Più della metà finisce in affidamento ad altre famiglie, mentre il resto finisce in quelli che prima erano chiamati istituti, dal 2001 formalmente ribattezzati servizi residenziali: oltre un migliaio di comunità che ospitano 15.624 ragazzini. Un numero enorme che costa allo Stato mezzo miliardo di euro all'anno solo in rette giornaliere. Ma la cifra, calcolano vari esperti di giustizia minorile, andrebbe più che raddoppiata. Oggi, però, è tutto il sistema a essere sistematicamente messo in discussione.
Battagliere associazioni e libri-verità parlano di “bambini rubati dalla giustizia”. Raccontano di assistenti sociali troppo interventisti, di psicologi disattenti, di unamagistratura flemmatica, di interessi economici. E di errori giudiziari sempre più frequenti. Come quello in cui sono incappati due fratellini di Basiglio, ricco paesino alle porte di Milano. Il più grande ha 14 anni, la sorella dieci. Il 14 marzo 2008 la polizia locale li preleva da casa e li porta in due comunità protette.
Un disegno malinterpretato, esattamente come quello che nel 1995 avvia la macchina giudiziaria nel caso di Angela L.: la sua storia è raccontata nel libro, pubblicato dalla Rizzoli, rapita dalla giustizia. Il padre di Angela viene accusato di abusi sessuali: un falso da cui la Cassazione lo scagionerà completamente nel 2001. Ma la figlia, di appena sei anni, prima viene reclusa in due centri d’affido temporaneo per quasi 36 mesi; poi è data in adozione a un’altra famiglia. Angela tornerà dai genitori solo nel maggio 2006: a quasi 18 anni, ben dieci dopo il suo “rapimento legalizzato “. Uno sbaglio tragico e clamoroso.
Tanto che la Corte europea per i diritti dell’uomo nell’ottobre 2008 ha condannato lo Stato italiano a risarcire la famiglia: 80 mila euro per un “buco esistenziale” durato un decennio.
Ogni giorno vengono portati via 80 bambini. Li chiudono in un centro protetto per anni, e costano allo Stato in media 200 euro al giorno”.
Una cifra che farebbe lievitare considerevolmente la spesa ufficiale per l’accoglienza, stimata in mezzo miliardo di euro. Basta fare due calcoli: 200 euro al giorno fanno un totale di 73 mila euro all’anno per ogni minorenne. Che moltiplicati per i 15.624 ospiti dei centri significa oltre 1,1 miliardi di euro: più del doppio di quanto riveli la cifra in mano ai ministeri, probabilmente troppo prudente.
Chi finisce in queste comunità? Mancando dati nazionali, si può fare riferimento a quelli della Lombardia: per il 34 per cento sono ragazzi dai 15 ai 17 anni; il 28,1 per cento ha dagli 11 ai 14 anni; il 19,4 dai 6 ai 10 anni. Le percentuali sono simili in Veneto, dove i minori fuori famiglia sono quasi 1.700. L’età media è quindi piuttosto alta. Anche perché la permanenza in queste strutture è lunga: a Milano il 53 per cento ci resta più di due anni. Questo significa che centinaia di migliaia di euro vengono spesi per ogni ragazzino. Ciò che accade alla fine di questi allontanamenti forzati è sorprendente: in Piemonte, per esempio, quasi la metà torna a casa.
C’è un altro dato che inquieta: quasi il 77 per cento dei minori viene allontanato per “metodi educativi non idonei” e per l’”impossibilità di seguire i figli”. “Motivi soggettivi, non reali come i maltrattamenti o l’abbandono ” denuncia Gian Luca Vignale, consigliere regionale del Pdl. Il Piemonte, chiarisce, spende 35 milioni di euro all’anno per mantenere 1.179 minorenni nelle comunità. “Mentre solo un terzo di questi soldi viene stanziato per sostegni alle famiglie” considera Vignale.



Le critiche a periti tecnici, assistenti sociali e magistrati sono sempre più dure. Il criminologo Luca Steffenoni sui casi di malagiustizia minorile ha appena scritto un libro,Presunto colpevole (editore Chiarelettere).<

“I tribunali hanno appaltato tutto all’esterno” sostiene. “Il processo è uscito dall’alveo delle prove, per trasformarsi in approfondimento psicologico. Gli assistenti sociali hanno diritto di vita e di morte sulle persone. Basta uno screzio tra due coniugi per far nascere patologie incurabili, che legittimano la sottrazione dei figli”.
Anche per questo motivo il governo sta cercando in ogni modo di incentivare l’affido familiare. “Porterebbe un grande risparmio economico e soprattutto maggiore benessere per i minori” dice Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare. “La soluzione ideale sarebbe chiudere le comunità e collocare temporaneamente tutti i minori in altre famiglie: cosa che oggi è impensabile”.
Un’utopia, appunto. “Il problema è che sono pochi i genitori disponibili” dice il pediatra veronese Marco Mazzi, presidente dell’Associazione famiglie per l’accoglienza: “Su dieci richieste d’affido, riusciamo a dare risposta solo a due”. Una scelta fatta da poche coppie, e di buonissima volontà: ricevono qualche centinaio di euro al mese per un bambino che comunque alla fine non potranno mai tenere con sé.
“E bisogna garantire anche i contatti con i veri genitori, che devono vedere i minorenni periodicamente” chiarisce Mazzi. Le cose, però, spesso vanno diversamente.

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LARIO vs BERLUSCONI:cambiamo legge sul business usurpativo. Premier deneghi pretese d’estranea; ma che cosa ha dato per riconoscersi tanto patrimonio?

180° post
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Divorzio Berlusconi, tempo scaduto. E ora l'ex first lady gioca di anticipo
"NON ho nulla da dire", risponde Veronica Lario a chi le domanda del ricorso per la separazione con addebito nei confronti del marito. Ancora una volta l'ex first-lady non "disobbedisce" al consiglio del suo legale. È un patto tra donne di ferro. Giallo o non giallo, a questo punto il finale di partita sembra essere scontato: non ci sarà accordo nella separazione Berlusconi-Lario. Il verdetto spetterà al giudice e sarà una battaglia che coinvolgerà il fior fiore dei consulenti finanziari e patrimoniali milanesi, vista la posta in palio.
http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-31/tempo-scaduto/tempo-scaduto.html

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giovedì

Telecamere, intercettazioni, localizzazioni, auto-rilevazione dati, randomizzazioni. E’ impostato il sistema automatico di sopraffazione contro l’uomo

178° post
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Acquisiscono dati per incriminare chiunque e conservano. Fino a colpire il bersaglio scomodo nel momento scelto.
Prima erano solo elicotteri ed occhi. Oggi sono chip e fotocellule visive. Micronizzate.
Dietro c’è chiunque, dall’autorità giudiziaria al datore di lavoro, alla società che truffa con i velox ed i semafori, al ricattatore pre mediatico, alla moglie che decide di levarsi il marito di torno divenuto inutile accessorio.
Il pretesto sempre lo stesso: la sicurezza a scapito della privacy.
Meno male che – per ora - le macchine non hanno un corpo per difendere l’incarico loro affidato dall’ordine costituito, e quindi le possiamo ancora rompere o gabbare profittando dell’assenza di mobilità autonoma e decisionale degli oggetti.
Un altro loro problema è che i dati acquisiti devono essere letti ed interpretati da esseri umani (tranne i documentali come una targa che si può interpretare e segnalare mediante riconoscimento ottico), quindi molto lavoro e molto tempo da spendere per “sbobinare” gli hard disk. Il che chiarisce che verranno presi in considerazione solo se bisogna colpire qualcuno in particolare …
In caso contrario, sarebbe la fine di ogni espressione democratica, una dittatura non avrebbe difficoltà ad eliminare ogni legge ed ogni diritto.
Proprio come in italia, paese dove la normalità è l’ABUSO GIUDIZIARIO, L’ABUSO DI POTERE, L’ABUSO D’UFFICIO, divenuto luogo ove ci rassicurano che se non guidi male non prendi la multa e se non commetti crimini non sarai il capro espiatorio.
E tenta di provarlo. In tal caso il processo indiziario non vale come per i normali cittadini, ci vuole la prova diabolica.
Landa di colonizzazione e di conquista dei “comunicatori”, lavoro che non esisteva e non valeva niente quando eravamo piccoli, esaltato dalla persuasività della televisione, rende tali simpaticoni i gestori degli altri, gli amministratori delle competenza altrui utilizzate a pagamento.
Sono i dittatori che ci schiacceranno con le barzellette e le storielle buoniste in TV, tra un culetto ed una partita, sempre dopo una pubblicità.

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mercoledì

STALKING MATRICE FEMMINILE confermato da vari studi americani

177° post
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Stalking al femminile: pericoloso e psicologicamente devastante quanto quello maschile.
12 luglio 2009 - Da diversi anni gli analisti d'oltreoceano mettono in luce quanto gli episodi di stalking ad opera di donne non siano meno violenti e pericolosi di quelli ad opera di uomini. Uno di questi è lo studio pubblicato sulla rivista American Journal of Psychiatry nel 2001 ad opera di alcuni psichiatri forensi dell'Università di Clayton, (Victoria - Australia) del quale pubblichiamo un estratto.
In base ad una definizione restrittiva del fenomeno, per contenere il numero ai casi più gravi, il Dr. Mullen e la sua équipe hanno studiato 190 stalkers, 150 uomini e 40 donne. Dopo aver raccolto informazioni demografiche, psichiatriche e comportamentali riguardo ai soggetti ne hanno fatto uno studio comparativo in base al sesso. Dall'analisi degli autori emergono dati interessanti: molte corrispondenze e qualche differenziazione.
Innanzitutto NON ESISTONO DIFFERENZE SOSTANZIALI TRA I SESSI in termini di età: l'età critica si aggira attorno ai 37/38 per entrambi i generi. Anche comparando stato civile degli stalker, situazione lavorativa o profili diagnostici non compaiono differenze sostanziali tra i due sessi: molti soggetti in entrambi i gruppi erano affetti da disturbi della personalità, disturbi delusionali (problematica accettazione della delusione e gestione della frustrazione), e inclini a infatuazioni morbose.
Uomini e donne tendono anche ad avere simili comportamenti persecutori, con una preferenza delle stalker donne per il telefono e degli stalker uomini per gli appostamenti, soprattutto a ex partner o a sconosciute). "Contrariamente a quanto si crede - scrivono gli studiosi australiani - le stalker donna non sono meno portate a spaventare le proprie vittime o ad attaccare la loro persona o le loro proprietà rispetto alla controparte maschile (es. danneggiamenti alla macchina sportiva dell'ex o messaggi osceni lasciati sull'esterno della casa della vittima)".
Nove delle 40 stalker donna prese in esame avevano assalito fisicamente la loro vittima e la natura della violenza e i modi in cui veniva esercitata non differiva di molto rispetto ai modi degli stalker uomini. Nonostante il numero degli episodi di stalking ad opera di un uomo sia maggiore rispetto a quelli ad opera di una donna, "non ci sono motivi per ritenere che l'impatto dell'atto persecutorio (stalking) da parte di una donna sia meno devastante di quello ad opera di un uomo", Mullen e i suoi collaboratori precisano nel loro rapporto, dal quale emerge anche che gli stalker di entrambi i sessi si sentivano respinti, con voglia di riscatto, o pensavano che attraverso il loro comportamento persecutorio (stalking) avrebbero ottenuto più facilmente un appuntamento con la vittima o sarebbero arrivati ad un rapporto intimo più stretto.
Per contro, gli studiosi rimarcano una differenza nella scelta delle vittime: se le donne stalker dirigono le loro "attenzioni persecutorie" in egual misura verso uomini e donne, gli stalker uomini tendono a preferire una vittima dell'altro sesso. Un'altra differenza emersa dallo studio è che è più tipicamente la donna a desiderare di instaurare una relazione intima, di amore, con la vittima, nella stragrande maggioranza dei casi già conosciuta dalla stalker, e spesso conosciuta nell'ambito professionale, mentre per gli uomini è spesso un desiderio di REinstaurare una relazione precedente. Per approfondimenti:
http://ajp.psychiatryonline.org/cgi/content/full/158/12/2056

Stalking femminile studio americano parte 2
Discussione
Questo studio ha diversi limiti. Non potevamo valutare clinicamente la maggior parte dei soggetti femminili, sebbene 20 professionisti della salute mentale abbiano fornito dati clinici su un campione. Dipendevamo dall'osservazione e dall'interpretazione dei dati da parte di altri professionisti, senza i parametri standard di attendibilità. I nostri dati clinici sono particolarmente deboli, data l'assenza di interviste strutturate e di esame psicologico per la maggior parte dei soggetti.
Come per tutti gli studi basati su archivi, mancavano i dati ed era quindi preclusa l’elaborazione di proiezioni statistiche. Come per tutte le indagini, non disponevamo di un gruppo di controllo o confronto. Dato l’esiguo numero di stalker-donne disponibili ovunque per studio, i nostri 82 soggetti non erano randomizzati, il che limita la generalizzazione dei nostri risultati. Abbiamo tentato di compensare questi limiti prendendo i soggetti da aree geografiche molto diverse in tre differenti paesi. Non c'erano neppure valutazioni mediche dei nostri soggetti: un limite importante, data la presenza di problemi organici e/o neurologici in due studi su un piccolo campione di stalker-uomini24,33. Malgrado queste lacune, riteniamo che i nostri risultati pongano basi importanti per le future ricerche.
Le stalker sembrano simili agli stalker-uomini quanto all’età ed alla condizione familiare: la maggioranza sembrano essere donne single intorno ai 35 anni. Purcell ed altri7 hanno riscontrato che l'età media del loro campione era di 35 anni e, congruamente, gli stalker-uomini sono stati riscontrati essere intorno ai 35 anni e non sposati2-6. Una storia di un paio di relazioni sessuali fallite sembra caratterizzare gli stalker sia uomini che donne. Il reato di stalking, inoltre, esprime un intenso travaglio e dimostra la loro disperazione o la loro efficienza o entrambi, posto che un terzo delle stalker probabilmente accudivano i figli nello stesso tempo.
Ancora una volta, l'istruzione ed il QI appaiono più alti fra le stalker rispetto alle criminali in generale: un dato che trova conferma nei campioni maschili6. Le stalker sembrano essere intelligenti ed istruite, il che potrebbe tradursi in una sofisticazione criminale che, malgrado le loro altre carenze, potrebbe contribuire all’efficacia nella persecuzione delle loro vittime maschili. Sebbene i dati sull’abuso fisico e sessuale fossero limitati, tale abuso è similmente e confusivamente evidente in altri campioni di criminali donne15. Esso suggerisce anche una genesi traumatica piuttosto che una base costituzionale per l'alta frequenza di sindrome borderline fra le stalker16 ed eleva le probabilità di sindrome da stress post-traumatico (PTSD).
Sebbene i nostri dati psichiatrici fossero limitati, laddove le valutazioni erano disponibili, alla maggior parte delle donne era diagnosticabile sia l'Axis I che l’Axis II. Come per gli uomini, così fra le donne le condizioni Axis I erano varie e si condensavano nel’area della depressione, della psicosi o di entrambe. L'assenza di qualunque sindrome ansiosa, particolarmente PTSD, era imprevista ed incongruente con la prevalenza di personalità borderline. Una donna su cinque con diagnosi certa di Axis I aveva una sindrome maniacale, una condizione rara anche fra i pazienti psichiatrici, ma che potrebbe occorrere più frequentemente fra le stalker che fra gli stalker. Nel panorama della salute mentale è dimostrato che la sindrome maniacale è più frequente nelle donne che negli uomini17.
I disordini dell’Axis II sembrano seguire lo schema maschile, con i disturbi di personalità del gruppo B più ricorrenti. Il disturbo borderline era previsto ed è stato riscontrato per tre ragioni: primo, viene diagnosticato più spesso fra le donne; secondo, è definito nel DSM-IV dalla sua intensità ed instabilità e dalla paura dell’abbandono; e terzo, è correlato con una patologia latente di “attaccamento insicuro” nella violenza domestica e nella letteratura sullo stalking maschile18. La teoria delle “relazioni-oggettualizzanti” suggerisce che gli individui con “attaccamento insicuro” esprimono una valenza emotiva positiva verso il prossimo (idealizzazione) ed una valenza emotiva negativa verso se stessi (svalutazione).19 Le loro rappresentazioni interiori sono parzialmente correlate all'oggetto, nonché pre-edipiche.20 Tendono ad strutturarsi su un livello di personalità borderline.21

Significativamente assente fra le stalker è il disordine di personalità antisociale (ASPD). Questa scoperta ricalca il basso tasso di ASPD (e relativa psicopatia per inferenza) fra gli stalker - di solito meno del 10%.6 Tassi tipici di ASPD fra gli aggressori uomini sono dal 50 al 75%.22 Questi risultati sembrano conseguenza delle differenze di genere nella diagnosi di ASPD e dell'assenza di una patologia di relazione emotiva svalutante: uno schema di elaborazione interiore in cui gli altri sono svalutati ed il sé è idealizzato, una disposizione narcisistica in virtù della quale gli altri sono usati, utilizzati e gettati via, piuttosto che disperatamente cercati23. Una significativa deprivazione personale, nell’anno precedente l’inizio dello stalking, per molte donne del nostro gruppo potrebbe aver ulteriormente precipitato le loro condotte, o almeno esacerbato la latente, precaria relazione emotiva.18 Kienlen ed altri24 hanno trovato che l’80% di un piccolo campione di stalker-uomini detenuti aveva avuto una significativa deprivazione personale (relazione affettiva o lavoro) nei 7 mesi precedenti l'inizio dello stalking. La maggior parte dei soggetti in Kienlen ed altri avevano anche sofferto il cambiamento o la perdita di una primaria figura di accudimento durante l'infanzia.
Le precedenti ricerche sugli stalker-uomini avevano indicato che per la maggior parte essi conoscevano le loro vittime e il tipo più comune di rapporto intercorso era la relazione sessuale (45–50%).2-6 Nel nostro studio il più comune rapporto intercorso era la "conoscenza", mentre una pregressa intimità sessuale si era verificata solo in un caso su quattro. La stalker era una completa estranea per la vittima in un caso su cinque. Purcell ed altri7 hanno ottenuto, per l'intimità sessuale, risultati quasi uguali nel loro gruppo di 40 stalker-donne, 10 delle quali sono incluse nel nostro studio. Gli altri studi sulle vittime di stalker-uomini sono compatibili con queste conclusioni. Hall25 riporta nel suo studio che i due terzi delle vittime maschili erano perseguitate in una fase antecedente alla semplice conoscenza (e non intimità), e Tjaden e Thoennes9 hanno riscontrato che gli uomini tendono essere perseguitati da donne conoscenti ed estranee, non da precedenti partner sessuali. Questi risultati, che si distaccano significativamente dalle evidenze secondo cui le vittime di stalker-uomini sono delle precedenti partner sessuali, fornisce un supporto stimolante alla teoria di Purcell ed altri7, secondo cui le stalker sono motivate dalla volontà di instaurare un’intimità con le loro vittime, laddove gli stalker cercano di mantenere l'intimità con le loro precedenti partner.

Il comportamento persecutorio delle donne era multiplo e vario, ciò che vale anche per gli stalker4,6,8. Sembra, comunque, che l’azione più frequentemente proibita dalle leggi sullo stalking, l’appostamento, sia intrapreso meno spesso dalle donne che dagli uomini. Il nostro dato del 49% [di stalker-donne] che pedinano le loro vittime è praticamente identico al 50% di Purcell ed altri, il che, in definitiva, era considerevolmente inferiore [alla percentuale] del loro campione comparativo maschile. Fra gli stalker, dal 48 all’80% seguono le loro vittime.2-6
Probabilmente gli avvicinamenti indesiderati, essendo un comportamento particolarmente aggressivo, sono più consoni ad uno stalking maschile. Le donne, inoltre, sembrano essere “creativamente” aggressive con varie modalità simulate: invadono la sfera dei conoscenti, vandalizzano i beni, si appostano, entrano con effrazione e rubano beni della vittima. Tutti queste modalità non comportano il rischio di un confronto fisico diretto con la vittima maschile, almeno fino ad oggi

Che cosa motiva le stalker? Collera ed ostilità erano riferite dai due terzi del nostro gruppo, così come dal 55% di un precedente campione di stalker-uomini.6 Il tratto comune dell’ossessione, forse un corollario cognitivo della collera in queste donne, accredita ulteriormente il ruolo preminente dei pensieri morbosi fra tutti gli stalker.1,4,8
La rabbia causata dall'abbandono nella metà del campione è compatibile con una diagnosi di personalità borderline e potrebbe riattivare sensazioni e paure, reali o immaginari, di negligenza dei genitori. Tale rabbia verso la vittima sembra basarsi su un transfert di percezioni e sensazioni, forse del tipo psicotico, poiché almeno la metà della rabbia correlata ad abbandono veniva riferita da nostri soggetti che non avevano avuto una pregressa relazione intima con le loro vittime.
Gli altri sentimenti comuni al disagio dell’esperienza umana - solitudine, dipendenza, gelosia, desiderio di rappresaglia, bisogno di potere e controllo - sono presenti fra le stalker, ma potrebbero necessitare di una condizione psichiatricamente diagnosticabile per sfociare in un comportamento aberrante ed inopportuno. Nella maturazione si potrebbe imparare a gestire tale condizione [scatenante]: gli stati d’animo possono essere provati senza agirli. Come negli altri studi sullo stalking6, esplicite motivazioni sessuali appaiono insolite.
Sebbene il terreno fertile per lo stalking maschile - l'isolamento sociale, la solitudine e l'inettitudine relazionale - sia indicato dai nostri dati [come valido] anche per le donne, il ruolo del narcisismo patologico, - specificamente la capacità e la grandiosità nella rievocazione di fantasie narcisistiche – sembra [nelle donne] inferiore.11 Le donne sembrano più intente a formare un attaccamento, senza badare alle conseguenze negative; a lenire sentimenti di solitudine, dipendenza e collera, piuttosto che a restaurare un rapporto narcisisticamente idealizzato, ciò che caratterizza gli stalker-uomini.
Le stalker minacciano le loro vittime con lo stesso tasso degli uomini (50–75%).26 Abbiamo riscontrato anche una maggiore probabilità di violenza se la minaccia era stata comunicata dalla stalker alla sua vittima. L’intensità di questa correlazione, comunque, era debole – dato, questo, simile al caso stalker-uomini5-12. Questa scoperta sottolinea un importante assioma nella gestione del rischio: le minacce nei casi di stalking aumentano il rischio [di violenza], ma poiché sono così comuni non dovrebbero essere usate per predire la violenza. L'analisi delle minacce verbalizzate dovrebbe essere subordinata ad un'analisi del comportamento che potrebbe recare pericolo alla vittima.27
Abbiamo scoperto che le minacce espresse dallo stalker maschile e femminile sono attuate con un tasso di probabilità simile. I tassi di vero-positivo per gli uomini sono dal 25 al 35%28. Il tasso di vero-positivo per la violenza personale in questo campione di stalker-donne era del 30%. Il tasso di falso-negativo (nessuna minaccia seguita da violenza) è basso, come ci si aspettava e, limitatamente all’ambito degli stalker-uomini (13–23%; Ref. 28), si orienta di solito verso le parti intime di precedenti partner sessuali. Se una stalker non minaccia, sembra esserci una probabilità su sette che attaccherà la vittima.

La frequenza della violenza fra gli stalker-uomini è dal 25 al 40%28. Quando le vittime sono precedenti partner sessuali la frequenza della violenza supera sostanzialmente il 50% Le stalker non differiscono5,12. Quando i precedenti partner sessuali erano vittimizzati, la frequenza della violenza aumentava sostanzialmente al 55%. Purcell ed altri7 riportavano un tasso di aggressione del 22,5% per tutte le stalker, quasi identico alla nostra conclusione globale per la violenza interpersonale.

Le buona notizia è che nella maggioranza dei casi la violenza non era stata seria, non aveva richiesto l'assistenza sanitaria per le ferite riportate e non aveva coinvolto l’uso di un'arma (vede Tavola 3). Anche quando era stata usata un'arma, i nostri dati limitati suggeriscono che non aveva causato ferite in due casi su tre. Questa conclusione è simile a quella di Meloy ed altri12 che riferivano di nessuna ferita riportata quando era stata usata un’arma in un campione di stalker-uomini (n = 59). La loro scoperta indica che le armi erano usate per spaventare, minacciare o controllare, piuttosto che ferire la vittima. Le stalker potrebbero avere una motivazione simile quando brandiscono un coltello o una pistola.

La ricerca sulla violenza riguardante lo studio di stalker-uomini ha confermato anche un rapporto forte e significativo fra il rischio di violenza e la precedente intimità sessuale con la vittima12. Uno studio ha concluso di aver predetto la violenza correttamente nel 97% dei casi.12 Abbiamo verificato quest'ipotesi con le stalker usando un paragone non parametrico ed abbiamo trovato lo stesso rapporto, quantunque più debole. La violenza interpersonale ha avuto un'associazione moderata con il precedente partner sessuale, un'associazione debole con i conoscenti e nessuna associazione con gli estranei. Sembra che il rischio di violenza si affievolisca mano a mano che il rapporto interpersonale fra le parti si fa più vago. Più il rapporto fra la stalker e la vittima è distaccato e più può restare idealizzato, con maggior spazio per la vittima di manovrare psicologicamente per evitare la collera e l'ostilità dirette. Per esempio, terze persone potrebbero costituire un opportuno bersaglio per dirottare l’aggressione.29 Diagnosi di psicosi sono anche notevolmente prevalenti fra stalker-uomini che perseguitano estranei6,24 (avevamo dati insufficienti per testare ciò nel nostro campione femminile), e le stalker che sono maniacali, magari erotomani, potrebbero così mantenere più facilmente le loro ideazioni irrazionali nel corso di una relazione istintiva .
Quale che sia la base per l'idealizzazione continua sulla vittima, la distanza e la frustrazione potrebbero anche diminuire l'intensità dei sentimenti di collera, gelosia o paura di abbandono, che sono il carburante per la violenza passionale.11

Il tasso di omicidio valutato fra gli stalker-uomini è dello 0,25%.30 In questo studio abbiamo avuto due soggetti che hanno ucciso intenzionalmente tre vittime, ma il nostro campione è troppo esiguo per elaborare un tasso di omicidio valido per le stalker. Entrambe le donne vivevano nella contea di San Diego, California; erano le precedenti partner sessuali delle vittime; ed avevano commesso atti di violenza predatoria premeditata, risoluta e fredda. Nel primo caso una 26enne aveva minacciato e si era imposta al suo precedente ragazzo per più di un anno, aveva affittato un appartamento vicino a lui e lo aveva colpito a morte con una 357 Magnum davanti al suo appartamento. Il test psicologico ha indicato un QI medio. Lo psicologo e lo psichiatra che l’hanno esaminata hanno concordato che aveva una personalità borderline con caratteristiche antisociali.31 Nel secondo caso una 41enne aveva coinvolto il precedente marito in cinque anni di vandalismo, minacce, telefonate, violazioni di domicilio, danneggiamenti ai suoi beni e battaglie giudiziarie finanziarie e per l’affidamento del figlio. Infine aveva sparato, uccidendoli, a lui ed alla sua nuova moglie con una calibro 38, nelle prime ore del mattino, mentre dormivano nel loro letto.31 Esaminata, la sua diagnosi era di depressione grave e personalità borderline con caratteristiche narcisistiche ed istrioniche. Uno del nostro gruppo ha tenuto contatti con questa persona nel corso di questa ricerca e lei ha scritto della sua vittima, “[Egli] era un bastardo malato, con molto potere verso i giudici corrotti che agivano in quei tribunali negli anni ‘80” Era stata in prigione per più di un decennio.

Tutti i colpevoli violenti di entrambi i generi tendono a prendere di mira vittime dello stesso genere nel 70-75% dei casi.15 Questo non era il caso nel nostro studio. Le stalker violente avevano preso di mira gli uomini il 67% delle volte. I nostri risultati indicano che lo stalking, violento o no, è un crimine che di solito si svolge fra i due sessi, senza distinzioni per il genere dell'esecutore e lo stalking verso lo stesso genere è l'eccezione alla regola.8 Il desiderio abnorme di stabilire un vincolo di coppia eterosessuale con una persona riluttante potrebbe sussumere i modelli violenti visti fra gli altri tipi di donne criminali.

La maggior parte delle stalker perseguitano le loro vittime da uno a cinque anni. Sebbene non avessimo dati per determinare la lunghezza media delle condotte del campione, questo intervallo ricade nella durata prevista dalla maggior parte dei casi di stalking, che è di 1,8 anni.9
In Mullen ed altri8 un vasto campione di stalker australiani, sia uomini che donne, ha evidenziato una durata di stalking compresa fra 8 e 38 mesi. Le loro stalker hanno avuto una durata media di 22 mesi.7

Vittime delle stalker, in media, erano degli uomini almeno un decennio più vecchi delle vittime femminili degli stalker. Tjaden e Thoennes9 hanno riferito un'età media di 28 anni nel loro sondaggio telefonico a caso presso vittime di stalking negli Stati Uniti. Le stalker e le loro vittime sono quasi coetanee, essendo l’età media delle donne di 37-38 anni e quella degli uomini di 40-41. C'è una simmetria evolutiva fra tutti questi dati, anche se si tratta di comportamento disadattato; la maggior parte degli uomini perseguita donne più giovani per coartarle ad una relazione sessuale, e la maggior parte delle donne preferisce uomini più vecchi per vincolarli in una relazione sessuale. Le donne, comunque, hanno più probabilità degli uomini di intraprendere lo stalking verso il proprio stesso sesso. Un terzo delle vittime nel nostro studio erano donne, mentre Purcell ed altri7 hanno trovato che quasi metà delle vittime nel loro studio erano donne. La ragione di questi risultati rimane oscura.

Le vittime hanno reagito alle loro stalker con una gamma di comportamenti (vedi Tavola 4) che riflette i tentativi di evitare la stalker, limitare legalmente la sua possibilità di avvicinare la vittima e collaborare attivamente con le forze dell’ordine per implementare un’indagine penale contro di lei. I nostri dati, comunque, presentano un quadro eccessivamente ottimistico, perché la maggior parte delle vittime di stalking, uomini o donne, non denuncia gli episodi alla polizia.9 Nel nostro studio, la reazione attiva della vittima è il risultato di una selezione, poiché praticamente tutti i soggetti ci erano stati forniti attraverso le forze dell’ordine o gli organismi per la salute mentale.

Non sappiamo quanto queste strategie abbiano funzionato, ma sappiamo che il confronto diretto della stalker con la sua vittima non è usuale. Fra le 22 vittime che hanno instaurato un contatto con la stalker dopo l’inizio dello stalking, questo è aumentato nel 68% dei casi. Questo è il primo supporto empirico all'assunto secondo cui qualunque tipo di contatto instaurato, senza distinzione fra parole o colpi scambiati, è un rafforzamento intermittente positivo ed è probabile che incrementi la frequenza del successivo comportamento persecutorio.

Ringraziamenti
Siamo profondamente grati alle seguenti persone per la loro collaborazione nel nostro studio: Stacy Baradino, Kimberly Bistis, Paul Bristow, Susan Crabtree, Joe Davis, Dennis Donovan, Gary Farkas, Susan Fisher, Larry Froley, James Johnson, Kristine Kienlen, Steve Lang, Suzanne MacKaye, Wayne Maxey, Dave McMullen, Paul Mullen, Doreen Orion, Vanessa Payne, Linda Pounds, Mike Proctor, James Reavis, Jill Ricke, Diana Riehm, Ann Rose, Bernie Schell, Glenn Sheil, Christine Taylor, Ann Troy, Judy Tyler, Kerry Wells, and Rick Wildman.

Note bibliografiche:

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2. Meloy JR, Gothard S: A demographic and clinical comparison of obsessional followers and offenders with mental disorders. Am J Psychiatry 152:258–63, 1995
3. Harmon R, Rosner R, Owens H: Sex and violence in a forensic population of obsessional harassers. Psychol Public Policy Law 4:236–49, 1998
4. Zona M, Sharma K, Lane J: A comparative study of erotomanic and obsessional subjects in a forensic sample. J Forensic Sci 38: 894–903, 1993
5. Palarea R, Zona M, Lane J, et al: The dangerous nature of intimate relationship stalking: threats, violence and associated risk factors. Behav Sci Law 17:269–83, 1999
6. Meloy JR, Rivers L, Siegel L, et al: A replication study of obsessional followers and offenders with mental disorders. J Forensic Sci 45:189–94, 2000
7. Purcell R, Pathe M, Mullen P: A study of women who stalk. Am J Psychiatry 158:2056–60, 2001
8. Mullen P, Pathe M, Purcell R: Stalkers and Their Victims. London: Cambridge University Press, 2000
9. Tjaden P, Thoennes N: Stalking in America: Findings from the National Violence Against Women Survey. Denver, CO: Center for Policy Research, 1997
10. California Penal Code, § 646.9 (West 2002)
11. Meloy JR: Stalking: an old behavior, a new crime. Psychiatr Clin North Am 22:85–99, 1999<
12. Meloy JR, Davis B, Lovette J: Violence risk factors among stalkers. J Threat Assess 1:1–16, 2001
13. Meloy JR: The Psychopathic Mind: Origins, Dynamics and Treatment. Northvale, NJ: Aronson, 1988
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19. Bartholomew K: Avoidance of intimacy: an attachment perspective. J Soc Pers Rel 7:147–78, 1990
20. Meloy JR: Pathologies of attachment, violence, and criminality, in Comprehensive Handbook of Psychology (vol 11). Edited by Goldstein A. New York: John Wiley, 2002, pp 509–26
21. Kernberg O: Severe Personality Disorders. New Haven: Yale University Press, 1984
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23. Meloy JR: The Mark of Cain: Psychoanalytic Insight and the Psychopath. Hillsdale, NJ: The Analytic Press, 2001
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25. Hall D: The victims of stalking, in The Psychology of Stalking: Clinical and Forensic Perspectives. Edited by Meloy JR. San Diego, CA: Academic Press, 1998, pp 115–37
26. Meloy JR: Stalking (obsessional following): a review of some preliminary studies. Aggress Violent Behav 1:147–62, 1996
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32. Buss DM: Sex differences in human mate preferences: evolutionary hypotheses tested in 37 cultures. Behav Brain Sci 12:1–49, 1989
33. Schwartz-Watts D, Morgan D: Violent versus nonviolent stalkers. J Am Acad Psychiatry Law 26:241–5, 1998

Studio italiano sullo Stalking femminile - rapporto marzo-agosto 2009
13 ottobre 2009
Pubblichiamo il primo studio scientifico in Italia sul fenomeno STALKING AL FEMMINILE, ad opera di F. Nestola/G. Giordano, basato su un’analisi dei primi sei mesi dall’entrata in vigore del reato di stalking (periodo marzo/agosto)


Stalking al femminile, report 8/2009

di Gaetano Giordano e Fabio Nestola


I casi presi in esame:


1. 26/2 Trapani Reati: appostamenti, telefonate, lesioni, danneggiamento
Esito: arresto - danneggiamento, molestie, lesioni Vittima: U
Note: rapporto rifiutato
2. 12/3 L’Aquila Reati: minacce, ingiurie, aggressione Esito: divieto di avvicinamento Vittime: UD Note: relazione extraconiugale interrotta
3. 14/3 S.Lazzaro di Savena (BO) Reati: molestie Esito: divieto di avvicinamento Vittima: U Note: rapporto rifiutato
4. 18/3 Lucca Reati: molestie, sms offensivi
Esito: denuncia - ingiurie Vittime: UD
Note: separazione, molestie alla nuova compagna dell'ex marito
5. 18/3 Rifredi (FI) Reati: molestie, minacce, percosse, persecuzioni
Esito: denuncia – stalking Vittima: U
Note: arrestata per persecuzione, lo stalking viene derubricato
6. 24/3 Rosignano (LI) Reati: sms, minacce, danneggiamenti
Esito: denuncia - stalking Vittima: U
Note: separazione, molestie perché l'ex marito ha una nuova compagna
7. 25/3 Imola (BO) Reati: persecuzione, ricatto, richiesta di denaro
Esito: arresto - estorsione Vittima: U
Note: relazione extraconiugale interrotta
8. 25/3 Qualiano (NA) Reati: telefonate, appostamenti,inseguimenti
Esito: denuncia - stalking Vittima: D Note: rapporto saffico rifiutato
9. 26/3 Modena Reati: ingiurie, danneggiamenti, percosse, persecuzione
Esito: ammonimento Vittime: UD Note: relazione interrotta
10. 31/3 Reggio Emilia Reati: pedinamenti, sms, molestie ai familiari
Esito: denuncia - stalking Vittime: U Note: relazione interrotta
11. 1/4 Civitavecchia (RM) Reati: atti persecutori, molestie
Esito: denuncia - stalking Vittima: D Note: relazione saffica interrotta
12. 2/4 Macerata (MC) Reati: danneggiamento
Esito: denuncia - stalking Vittima: D
Note: ripetuti danneggiamenti all'auto, motivi ignoti
13. 8/4 Siena Reati: danneggiamenti, molestie, minacce
Esito: arresto - stalking Vittima: U
Note: relazione interrotta, diversi interventi dei CC
14. 9/4 Ferrara Reati: molestie, minacce, lettere anonime, resistenza
Esito: denuncia - stalking Vittime: UD
Note: danneggia l'auto dell’ex, con un bambino a bordo, no stalking, resistenza
15. 10/4 Torino Reati: sms, persecuzione, appostamenti, aggressioni
Esito: arresto - stalking Vittima: U minore Note: rapporto rifiutato
16. 12/4 Lucca Reati: minacce, pedinamenti, molestie tel. Esito: divieto di avvicinamento Vittima: U Note: relazione extraconiugale interrotta
17. 21/4 Modena (MO) Reati: sms molesti
Esito: denuncia - molestie Vittima: U Note: relazione extraconiugale interrotta
18. 23/4 San Severo (FG) Reati: molestie, pedinamenti, minacce
Esito: arresto - stalking Vittima: U Note: persecuzione verso un'intera famiglia
19. 5/5 Vittoria (RG) Reati: sms offensivi, anonimi
Esito: denuncia - molestie telefoniche, ingiurie Vittima: D Note: -
20. 13/5 Genova Reati: intimidazioni, calunnie, aggressioni
Esito: denuncia - stalking Vittime: condominio
Note: dieci famiglie coinvolte, gli psicologi: conflitti di vicinato
21. 16/5 Napoli Reati: inseguimenti, molestie, minacce
Esito: arresto - stalking Vittima: U Note: rapporto interrotto
22. 25/5 Aversa (CE) Reati: persecuzione, aggressioni,minacce di morte
Esito: arresto - stalking Vittima: U Note: separazione, richieste di denaro
23. 26/5 Cavarzere (VE) Reati: molestie telefoniche, atti persecutori, insulti
Esito: denuncia - stalking Vittima: D Note: relazione extraconiugale interrotta
24. 26/5 Vittoria (RG) Reati: sms, telefonate, offese
Esito: denuncia - molestie telefoniche, ingiurie Vittima: D Note: -
25. 4/6 Campobasso Reati: minacce, lettere anonime, molestie, pedinamenti
Esito: denuncia - stalking Vittime: famiglia
Note: rapporto rifiutato, la vittima è sposata
26. 12/6 Trieste Reati: molestie telefoniche, sms Esito: ammonimento
Vittima: U Note: tre precedenti denunce per violenza e minaccia
27. 18/6 Pescara Reati: telefonate, sms, ingiurie, danneggiamenti
Esito: divieto di avvicinamento Vittima: U Note: rapporto rifiutato
28. 20/6 Sorrento (NA) Reati: aggressioni, lesioni, minacce, appostamenti
Esito: divieto di avvicinamento Vittima: U
Note: rapporto extraconiugale interrotto
29. 25/5 Roma Reati: minacce, intimidazioni, richieste di denaro
Esito: denuncia - estorsione Vittima: U Note: rapporto extraconiugale interrotto
30. 25/6 Siena Reati: appostamenti sms,minacce
Esito: arresto - stalking Vittime: UD
Note: relazione interrotta, persecuzione all'ex compagno e alla moglie
31. 1/7 Vicenza Reati: sms, danneggiamento, molestie
Esito: arresto - detenzione illegale di armi e munizioni Vittime: D
Note: relazione saffica rifiutata, la denuncia per stalking non sortisce effetti
32. 6/8 Reggio Calabria Reati: danneggiamenti, molestie telefoniche
Esito: divieto di avvicinamento Vittima: D Note: -
33. 8/8 Lucca Reati: persecuzione Esito: arresto - stalking Vittima: U
Note: arresti domiciliari, precedente divieto di avvicinamento
34. 12/8 Agusta (RG) Reati: persecuzione, minacce, danneggiamenti
Esito: denuncia - violenza privata, danneggiamento Vittima: U
Note: separazione, gelosia
35. 12/8 Rovigo Reati: molestie, insulti Esito: denuncia - diffamazione Vittima: U Note: persecuzione continuata, lo stalking non viene considerato
36. 12/8 Venezia Reati: sms, pedinamenti, lesioni
Esito: arresto - lesioni, violenza privata Vittima: U
Note: rapporto interrotto, persecuzione ai familiari
37. 16/8 Rio Marina (LI) Reati: minacce, insulti
Esito: denuncia - stalking Vittime: UD Note: rumori molesti, minaccia i vicini
38. 18/8 Vittoria (RG) Reati: minacce, insulti, molestie telefoniche
Esito: denuncia - minacce,molestie telefoniche, ingiurie Vittima: U
Note: separazione, le molestie avvenivano quando la vittima prendeva il figlio
39. 25/8 Bologna Reati: persecuzione, molestie, aggressione
Esito: denuncia - molestie, minacce, ingiurie Vittime: UU
Note: arrestata a luglio per gli stessi motivi, rilasciata
40. 27/8 Vicenza Reati: persecuzione, sms, telefonate
Esito: denuncia, stalking Vittima: U Note: relazione interrotta
41. 31/8 Torino Reati: sms, minacce, telefonate, aggressione
Esito: arresto - stalking Vittima: D Note: relazione saffica interrotta
I dati provengono dai quotidiani nazionali e/o locali che rendono disponibili versioni on-line; il monitoraggio sullo stalking femminile ha riguardato tutte le notizie - nessuna esclusa - reperibili in rete.
Le notizie originali sono consultabili sul blog violenza-donne.blogspot.com, dal quale sono anche linkabili le fonti.


Tabelle riassuntive
FASCIA D’ETA’
della stalker

RIPARTIZIONE SUL TERRIORIO
VITTIME

fino a 20 anni
1
NORD
Uomo

da 21 a 30
11
16
23 + 1

da 31 a 40
13
CENTRO
Donna

da 41 a 50
12
14
15

oltre
1
SUD E ISOLE
più soggetti

n.d.
3
6+5
2



Il Decreto Sicurezza che conteneva “misure contro gli atti persecutori” (stalking) è stato varato il 23 febbraio 2009 (DL n°11), poi convertito in legge il 23/4 (38/09), pubblicata sulla G.U.n° 95 del 24 aprile,
A partire dal 23 febbraio, pertanto, è possibile monitorare gli episodi di cronaca che prima di allora facevano riferimento ai reati di molestie, maltrattamento, ingiurie, minacce, percosse, lesioni, danneggiamento etc., ora accorpati nello stalking qualora siano espressione di un comportamento persecutorio continuato nel tempo.
La norma novellata - art. 612 bis - nasce con l’obiettivo dichiarato di contrastare la persecuzione di genere, ove per “genere perseguitato” si intende il solo genere femminile. Quasi che lo status di vittima sia riferibile esclusivamente ad una figura femminile, mentre al genere maschile viene comunemente associato il monopolio della violenza agita, mai subita.
Una percezione ricorrente circoscrive la violenza femminile a fenomeni del tutto marginali, sporadici e poco significativi; i procedimenti giudiziari e gli episodi di cronaca nera testimoniano, purtroppo, una realtà profondamente diversa.
A sei mesi dal varo della Legge 38/09, un primo monitoraggio registra 41 casi riportati dai media di comportamenti persecutori, violenti e/o molesti, tenuti da donne.

ETÀ - L’età della stalker riserva poche sorprese: un solo caso in entrambe le fasce estreme under 20 ed over 50, mentre nelle fasce intermedie si concentra la larga maggioranza dei casi, con un picco di 13 casi (32%) nella fascia 31-40. In tre casi le fonti non riportavano l’età della donna denunciata per stalking.

RIPARTIZIONE SUL TERRITORIO – sostanzialmente simile il numero di episodi verificatisi al nord (16) ed al centro (14), mentre un sensibile calo si registra nei casi accaduti al sud (6) e nelle isole (5), che accorpati raggiungono il 27% dei casi totali verificatisi in Italia nel periodo di riferimento.
Si tratta di un dato in controtendenza rispetto alla casistica dello stalking maschile, nella quale le percentuali nel meridione e al nord si equivalgono (rispettivamente 41% e 40%) mentre si registra una forte flessione nel centro Italia (19%).

MOVENTE – come previsto dal Legislatore, il profilo critico delle relazioni di coppia risulta essere prevalente tra i motivi che generano il reato di stalking.
SEPARAZIONI E DIVORZI
6

RELAZIONI INTERROTTE
19

RELAZIONI RIFIUTATE, OMO ED ETERO
9

MOTIVI ECONOMICI
2

INVIDIE, VENDETTE, MOLESTIE VARIE
5



Separazioni e divorzi incidono per il 15% (6 casi)
Le relazioni interrotte, sia etero che omosessuali, sono la maggioranza: 46% (19 casi)
Le relazioni mai nate a causa di un rifiuto scatenano reazioni persecutorie nella misura del 23% (9 casi)
Molestie varie, con scarsi elementi valutativi forniti dalle fonti, sono il 13% ( 5 casi)
Anche uno dei due casi catalogati come “motivi economici” (Aversa, 25/5) deriva da un divorzio, ma senza accenni a gelosia morbosa o tentativi di imporre una riconciliazione: la persecuzione della stalker era finalizzata ad ottenere dalla vittima somme di denaro più ingenti rispetto a quanto stabilito in tribunale.

VITTIME - in 15 casi la vittima è una donna, in 23 un uomo adulto, in 1 caso la vittima è un minore di sesso maschile (Torino, 10/4), in 2 casi vi sono vittime plurime non sempre quantificabili, in quanto la denuncia per stalking è stata presentata da una famiglia (Campobasso, 4/6) e da un intero condominio nei confronti di un’inquilina molestatrice (Genova, 13/5). In un caso simile di molestie al vicinato, invece, (Rio Marina, 16.8) ci sono vittime identificabili in quanto le persone stalkizzate sono un uomo ed una donna.
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Questi primi dati smentiscono due postulati:

Anche le donne perseguitano le donne. È falso pertanto che le donne molestate siano vittime della violenza agita esclusivamente da uomini.
Anche le donne perseguitano gli uomini. Sono false pertanto le teorie dominanti che circoscrivono ruoli stereotipati: donna/vittima e uomo/carnefice.

Punto 1) - Nel 37% dei casi monitorati la stalker molesta una donna, con motivazioni varie: l’incapacità di accettare l’interruzione di un rapporto saffico, l’attrazione non corrisposta per una partner eterosessuale, il binomio invidia-vendetta, il disegno persecutorio ai danni della nuova compagna del proprio ex.

Punto 2) - La persecuzione di genere non è affatto unidirezionale, anche la donna è in grado di perseguitare, insultare, molestare, usare violenza fisica e psicologica, pertanto anche la figura maschile può esserne vittima.
La violenza femminile in generale, ed il female-stalking in particolare, sono oggetto di studio in diversi Paesi europei ed extraeuropei1, solo in Italia non esiste alcuna indagine ufficiale che studi le vittime di genere maschile, come non esiste alcuna struttura di accoglienza pubblica se ne occupi.
Dal monitoraggio emerge una percentuale del 58% di vittime maschili (23 casi su 41 presi in esame, 24 considerando il caso che coinvolge un minorenne), ma in questa sede non è importante stilare classifiche; interessa piuttosto far emergere un aspetto finora ignorato dai promotori della legge sullo stalking, vale a dire la necessità di prevenire, contenere e sanzionare qualunque forma di violenza, indipendentemente dal genere di autori/autrici e vittime.
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Si rende inoltre necessario sottolineare un elemento, legato alle motivazioni che spingono la stalker ad agire: nella maggioranza dei casi anche la persecuzione D>D ha come reale obiettivo un uomo.

Quando una donna separata compie atti persecutori nei confronti della nuova compagna del proprio ex, l'intento sembra essere quello di rendere all’ex partner la vita impossibile, creare ostacoli, incrinare l’armonia della nuova coppia, se possibile spingerla alla rottura.
La persona abbandonata, in modo particolare quando non riesce a ricostruire una nuova relazione, può percepire come insostenibile la felicità dell’ex partner, colui che identifica come causa scatenante del proprio dolore e della propria solitudine.
L’accettazione passiva aggrava il malessere psicologico, l’azione quindi può avere una valenza sia risarcitoria che ostativa, oltre ad essere terapeutica per chi la mette in atto. Agisce perché “deve”, l’acting-out persecutorio diviene la terapia per stare meglio, o illudersi di stare meglio.
Ha inizio uno stalking indiretto, con un bersaglio occulto ma reale (l’ex partner) ed uno palese ma strumentale (la nuova compagna). Lo stalking verso una nuova partner sembrerebbe essere, con molta verosimiglianza, più un modo per colpire l'ex partner che non una mera espressione morbosa della propria gelosia.
La stalker potrebbe anche essere in buona fede. Probabilmente riconosce come persecutorie le proprie azioni, ma la persecuzione viene legittimata nella misura in cui considera “giusto” punire l’ex partner attraverso la distruzione di quella felicità lei non riesce a ricostruire.
La stalker non ha alcun legame con la vittima palese, se non quello di percepirla come fonte di felicità per la vittima occulta: non ha motivi di rancore pregresso, non vi sono debiti insoluti, carriere ostacolate, vecchie ruggini o faide familiari, spesso non la conosce affatto (es. Modena 26/3; Lucca 18/3; L’Aquila 12/3, Siena 25/6).
Se ne deduce che XX non sarebbe stata mai perseguitata se non si fosse legata ad YY, precedente partner della stalker. La vendetta trasversale colpisce in funzione del ruolo sociale, non per caratteristiche individuali della vittima.
L’obiettivo sembra quello di fare terra bruciata attorno all'ex coniuge, chiunque sia la nuova partner. Quindi costei, pur apparendo vittima palese di stalking, in realtà è solo lo strumento attraverso il quale perseguire lo scopo - reale ma occulto - di creare pregiudizio all’ex partner ostacolandone la serenità della vita di coppia.
Si osserva una differenza sostanziale: mentre lo stalker di genere maschile solo rarissimamente prende di mira il nuovo compagno della ex partner (passando, nel caso, all'aggressione singola di vario livello che può anche esitare in omicidio, ma rimane atto isolato e non concatenazione di comportamenti), la donna compie azione di stalking anche verso la nuova compagna del proprio ex partner, oltre a poter compiere l'atto aggressivo singolo.
Detto in altri termini, si può ipotizzare che la stalker femminile agisca più facilmente, o quasi esclusivamente rispetto all'altro sesso, una modalità di stalking indiretto - per così dire “trasversale” - nella quale la vendetta, il tentativo di estorcere i consensi o il ripristino della relazione, vengono veicolati attraverso soggetti estranei alla relazione stessa.
Da questo punto di vista, il paragone con i comportamenti riferibili alla sindrome di “Medea” (si colpisce un affetto dell'uomo amato per colpire lui) sembrano indicare una chiave di lettura del fenomeno: tendenzialmente la donna, quando intende colpire l’ex partner, predilige l'aggressione contro un affetto di questi, e dunque contro di lui o, in alternativa, contro la sua nuova partner.
Come già detto, non esiste o quasi lo stalking U>U inteso come una serie di atti persecutori contro il nuovo partner. Ad ulteriore conferma i dati emergenti dal monitoraggio sui casi di stalking maschile, relativi allo stesso periodo di riferimento 3/09 – 8/09.
Su 73 casi censiti 70 (96%) hanno contemplato lo stalking verso donne che hanno rifiutato di divenire partner dell’offender o che hanno cessato di esserlo.
1 caso di stalking plurimo, agito da un pregiudicato che terrorizzava le persone del luogo, 3 casi di stalking U>U, tutti verso consanguinei:

verso uno zio (Iglesias, 3/8), sembra per questioni patrimoniali
verso il padre (Bologna, 29/8) a causa dei problemi di alcolismo del figlio.
verso i figli ormai cinquantenni (Genova, 19.8) aggrediti dall’anziano padre ricoverato in clinica psichiatrica
Nessun episodio, quindi, di persecuzione nei confronti di un nuovo partner della propria ex, casistica che invece compare nel monitoraggio dello stalking femminile nella misura del 18% (7 casi su 40).
Il tentativo di ottenere soddisfazione e vendetta passa dunque (come avviene appunto anche nei comportamenti “alla Medea”) anche attraverso la ferita affettiva dell'ex partner, e ciò implica che la donna – contrariamente all'uomo – tende a colpire per vendetta e che in tal senso non necessariamente la persona colpita deve essere l’ex partner, potendosi la vendetta estendere a chi gli sia affettivamente vicino.
Questo può essere una ulteriore indicazione per considerare il “mobbing genitoriale”2 – vale a dire i tentativi di estromettere il padre dei propri figli - come una forma di stalking trasversale, nel quale i comportamenti punitivi ed estorsivi rivolti direttamente all'ex partner nello stalking diretto (molestie, minacce, intimidazioni, violenze fisiche) sono sostituiti da comportamenti tesi a far soffrire l'ex partner attraverso la sofferenza di un oggetto d'amore o la sua privazione. Da questo punto di vista, esistono dunque due forme di stalking:

lo “stalking diretto” agito, in percentuali sensibilmente diverse, da soggetti di entrambi i generi,
lo “stalking trasversale”, prerogativa tipicamente femminile.
Il che ulteriormente dimostra, in sostanza, come la violenza e l'aggressività femminile siano un universo tutto da esplorare.
Fabio Nestola
Gaetano Giordano

Argomento da sviluppare anche in relazione allo stalking sui minori, altrui e figli propri, eseguito dalle donne tra le mura domestiche e nei contesti familiari allargati, in contraddizione con il congelamento dei reati familiari - commessi e rilevati persino in flagranza - operato protettivamente dalle procure italiane (sezioni famiglia a Napoli 6 su 8 PM sono femmina).

L’INCHIESTA SUL SINDACATO - L'ALTRA CASTA di Stefano Livadiotti (Libro)

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Privilegi, carriere misfatti e fatturati da multinazionale

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Mazzette, errori e molestie: i magistrati non pagano mai - libro di Stefano Livadiotti

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Così le abbiamo volute, e così ce le siamo ritrovate.

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Vaticano beffardo complice uso immorale del sacramento. Non annulla nozze e recita buonismo a favore donne ladre

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innocenti pedine del gioco di potere

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Negli ordinamenti democratici l’interpretazione è usata per modificare leggi fino annullamento dettato costituzionale.Si traduce in POTERE DEI SINGOLI

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DOLCEZZA femminile e bontà interiore da certificare in tribunale

Abu Ghraib: donne libere dall'educazione

LADRE NASCOSTE DENTRO SQUISITE FIDANZATE.

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Padre, basta la calunnia femminile che diventi inidoneo e pericoloso, e non meriti i figli secondo legge

Madri assassine

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MAGISTRATURA PROMUOVE CRIMINI DONNE: esprimono sistema Italia marcio alle fondamenta, laddove nemmeno la Costituzione manipolabile basta a difenderci

Papà c'era

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Ma dopo, ci penseranno i magistrati a rimborsare le opportunità e l felicità persa dai minori?

DDl Garfagna prostitute al Parlamento

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Mussolini ed Hitler: quando la bestia è al potere

Il FASCISMO NON PASSERA'

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Oggi il fascismo è già al governo con nome diverso

Giù le mani da internet

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La rete è libertà e non va limitata

ORFANI DI STATO

ORFANI DI STATO
OPPORTUNITÀ NEGATE AI FIGLI DEI SEPARATI a prescindere, quale danno generale di un conflitto alimentato dallo stato

Bordello legale Berlinese

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Al tg la Carfagna – ex show-girl - ( Decreto Legge contro la prostituzione settembre 2008) rispondeva a un giornalista dicendo: “Come donna trovo che non sia giusto che una donna debba vendere il proprio corpo perchè costretta” ….e se lo vende perchè vuol fare carriera nello spettacolo?…e se lo vende per diventare ministra come nel governo attuale?

Quarto stato

Quarto stato
L’avanzarsi animato di un gruppo di lavoratori verso la sorgente luminosa simboleggiante nella mia mente tutta la grande famiglia dei figli del lavoro”. - Giuseppe Pellizza da Volpedo

Intercettazioni

Intercettazioni
Il pretesto sempre lo stesso: la sicurezza a scapito della privacy

donna decapita uomo

donna decapita uomo
Violenza femminile diversa da quella maschile, ma molto più grave.

visite giornaliere e codici aggiunti

Coraggio, non siamo in Iran !

Ho notato che v’è ritrosia nel commentare ed identificarsi partecipando a questo blog, nell’erronea convinzione che lo stesso sia un contenitore di presunti illeciti penalmente rilevanti. Ebbene, ciò non è in quanto tutto rientra nel dettato Costituzionale in materia di libera e democratica espressione del proprio pensiero, non fa nomi e non contiene ingiurie diffamazioni o calunnie.
Contiene solo verità che chiunque può verificare di persona.

Aforismi personali e non

- Gli uomini rincorrono il denaro per avere le donne; le donne rincorrono gli uomini per avere il denaro. (giosinoi)

- Molti fanno mercato delle illusioni e dei falsi miracoli, così ingannando le stupide moltitudini (Leonardo da Vinci)

- Non mi sono mai sentito tanto
inefficace come quando mi è necessitato azionare la carta Costituzionale: dai giudici a tutti gli operatori del sistema legale, tutti si affannavano ad eludere la legge, pavoneggiandosi nel dimostrare di esserne al di sopra e capacissimi di eluderla. Sono sempre loro, fomentano odio, razzismo, discriminazione, separazione, vogliono ridurre le famiglie ad un mucchio di gatti randagi da internare in recinti appositi, per poi gestirle con la paura del potere (giosinoi)

- Anche una pulce incazzata può provocare una infezione nel dinosauro (giosinoi)

- Il ladro ti dice "o la borsa o la vita"; la moglie ti prende sia l'una che l'altra! (Enzo Iacchetti)

- Teorema dei cinesi : se tanti fanno poco, l'effetto è grande.

- L'ignoranza è mancanza di informazioni. Senza informazioni il cervello è solo un meccanismo chimico che trita l'acqua e brucia zucchero senza mai capire perchè (giosinoi)

- Il prodotto letterario di un piccolo tecnico è arte. E sortisce effetti moltiplicativi contro l'ignoranza molto più del mero confronto tra impreparati, che non migliorano oltre il limite del loro stesso sapere (giosinoi)

- Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. (Blaise Pascal). Ai giudici la verità non frega niente, è un lavoro inutile, basta la non-verità processuale (giosinoi)

- Le esperienze dei capri espiatori non devono rimanere dentro di sé e perdersi nel tempo, come vuole il sistema che lucra dei propri impuniti errori. Vanno altresì affidate all’informazione per tutti, mediante il canale non politicizzato né omologato, non controllabile dalla dittatura, inestinguibile ed in soffocabile, come un grido perenne che scolpisca la memoria dei giusti. (giosinoi)

Per le persone poco sofisticate, la giustizia più che essere capita ha bisogno di essere sentita, come l’intelligenza dell’ignorante in materia sa fare ascoltando l’eco che i fatti e le moltitudini da prima si portano dietro (giosinoi)