TRIBUNALE DEI MINORI DI NAPOLI = ARMA DI DISTRUZIONE FAMILIARE, LUOGHI DI ANNULLAMENTO DEI PADRI

NON ABBIAMO ALCUNA FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA CHE VIOLA MANIFESTAMENTE IL DIRITTO: tiriamo fuori il conflitto dei genitori dai tribunali civili e minorili che lucrano sui minori: usano motivazioni false ed inesistenti nella realtà fenomenica


LEGALIZZAZIONE DEL SEQUESTRO DEI BAMBINI, SECONDO L’ASSURDO ILLEGALE PRINCIPIO CHE INTERESSE DEL FIGLIO È NEGARGLI IMMOTIVATAMENTE IL PADRE, SEQUESTRANDOGLIELO ED INSEGNANDO A MANCARGLI DI RISPETTO (P.A.S.), NONCHE’ INNESCANDO DOLOSAMENTE IL DISAGIO E L’ODIO IRREPARABILE TRA I COMPONENTI FAMILIARI - BASTA LASCIARE LA MADRE ALIENANTE LIBERA INDISTURBATA DI RECIDERE IL LEGAME PATERNO, RENDENDO PADRE E FIGLI ESTRANEI E FUTURI INCOMUNICATIVI NEMICI.


NON POTENDO INTERVENIRE SUL CSM, DOBBIAMO INTERVENIRE SULLE LEGGI UNA AD UNA PER ELIMINARE QUEI CRITERI DISCREZIONALI EFFETTO DEI VUOTI LEGISLATIVI E DELLE OMISSIONI USATI DALLA DITTATURA, PER CUI LA BILANCIA DIPENDE DA CHI LA TIENE IN MANO, A SECONDA DI COME E' FATTA LA BILANCIA DI QUEL GIUDICE.

La legge DISAPPLICATA impedisce la DIFESA DEI PADRI dall’ALTERAZIONE del SISTEMA GIUDIZIARIO in materia di famiglia, dalle FEMMINE DELINQUENZIALI, dalle MAGISTRATE SESSISTE, dai VECCHI PROTETTORI EX-PADRONI PENTITI, dai BIGOTTI, dai SEMI-MASCHI CORTIGIANI IN DIVISA, dai MILLE INGIUSTI PRIVILEGI DI CUI GODONO INCOSTITUZIONALMENTE le donne.


Paradosso : La vostra richiesta di giustizia si volge agli operatori che assecondano manifestamente i desideri irrazionali della madre, le cui “resistenze culturali” (ndr. tendenze ed opinioni personali non terze) sono favorite da oggettive difficolta`di lettura del testo, profittando della mancanza in alcuni fondamentali passaggi riguardanti la inequivoca prescrittivita`delle norme.

A TAL PUNTO IL CITTADINO SI ACCORGE CHE TUTTE LE TASSE PAGATE IN UNA VITA SONO STATE LETTERALMENTE RUBATE DA UNO STATO IN CUI E’ IMPOSSIBILE IDENTIFICARSI

Solo perchè MASCHI sarete CRIMINALIZZATI, DERUBATI, DISCRIMINATI e DISTRUTTI mediante semplici pretesti istigati proprio dai giudici.

dimenticavo: DIFENDETEVI DALLA DITTATURA GIUDIZIARIA, COMPRATE A DEBITO E FATE SCOMPARIRE LE SOSTANZE, assegneranno alle mogli debiti che non pagherete se non vi danno i figli!


martedì

PICCHIATA E RAPITA AVVOCATA DELL’ASSOCIAZIONE SOS PAPÀ. Parigi,vendetta delle donne: Pascaline Saint-Arroman Petroff è paladina affidamento congiunto

246° post
.
Rapita perché ha difeso il marito della sequestratrice accusato di reati sessuali sulla figlia
"Ogni papà deve avere gli stessi diritti della mamma". Pascaline Saint-Arroman Petroff ha ancora sulla homepage del suo sito l'elogio della "cogenitorialità".
Questa avvocatessa parigina è famosa per essere una paladina dell'affidamento congiunto dei bambini in caso di divorzio, insieme al marito ha fondato un'associazione per i diritti dei padri, Sos Papà, ed è autrice di diversi libri sulla risoluzione dei "conflitti in famiglia".
Non poteva certo immaginare che con la sua battaglia avrebbe rischiato la vita. Presa in ostaggio per un giorno e mezzo, legata, imbavagliata e poi abbandonata al gelo in un bosco vicino alla capitale. "Volevano uccidermi lentamente" ha raccontato alla polizia.
continua la lettura:
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/esteri/francia-rapita-avvocato/francia-rapita-avvocato/francia-rapita-avvocato.html

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

martedì

Separazione forzata dal padre "SU PAROLA" materna: Ingiusto favoreggiamento e protezione giudiziaria alle donne, PERSECUZIONE INCOSTITUZIONALE UOMINI

242° post
.
p2 - giovane papà rapito di sua figlia .. (TG5 21/12/09)
l'invadenza dei tribunali/servizisociali uniti ai poteri dei centri donna, risultato:
giovane papà e figlia di 6 anni separati forzatamente da 3 mesi "SU PAROLA" materna
firmate la petizione http://www.liberatemichelle.org/


p1 - giovane papà rapito di sua figlia .. (RAI1 2/11/09)
l'invadenza dei tribunali/servizisociali uniti ai poteri dei centri donna, risultato:
giovane papà e figlia di 6 anni separati forzatamente "SU PAROLA" materna
firmate la petizione http://www.liberatemichelle.org/
Nota: I centri “antiviolenza” non funzionano affatto benissimo: sono fondati sulle false accuse e calunnie femminili.


redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

Di Pietro: Bossi disse che la vita di un pm che indagava sulla Lega valeva quanto una cartuccia...a mezzo Tv: beccherà l'ergastolo?Io dico MERITEREBBE

241° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

SITUAZIONI INDENUNCIABILI possono emergere solo grazie all’ANONIMATO IN RETE;di contro solo misere ingiurie e minacce innocue a ledere la società

235°post
.
Schifani: «Serve una legge contro la violenza sul web». Il presidente del Senato: «Il riferimento sia la libertà di espressione, ma bisogna intervenire»
Il cdm rinvia il ddl su manifestazioni e internet. Bersani: «Sono perplesso»

INTERNET DA' FASTIDIO AL POTERE IMPERIALISTA ITALIANO PERCHE' NON RIESCONO A CONTROLLARE LA RETE. QUINDI VA LIMITATA E CHIUSA!



http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_17/schifani_legge_violenza_web_390860b0-eb0a-11de-9f53-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano

HANNO UN TERRORE FOTTUTO DEL WEB, non riescono a tenere ferme le informazioni, non riescono a criptare ed eliminare le verità in alcun modo, ogni balla che viene detta dal regime berlusconiana e della finta sinistra viene sputtanata nel di pochi click...
Un sacco di fatica per detenere una tv spazzatura come Rete 4 ed il suo servo direttore al tg di partito, un sacco di escamotage per piazzare minzolini, altrettanto per rinnovare la direzione del giornalino di partito.
Tutto rischia di essere inutile con il web, una frangia sempre maggiore di persone attinge ad informazioni su internet, volente (perchè si informa), oppure nolente perchè gli amici su facebook condividono, su un forum che nulla ha a che vedere, qualcuno discute e cominciano ad uscire dall’ignoranza in cui lo stato ci ha relegato programmaticamente....
Dal web poi è partito il successo del fatto quotidiano e dell'altro nemico Di Pietro, estremamente qualificato ad esporre fatti credibili... si affannano a cercare di sputtanarlo perchè è l’unica opposizione ed è quello che fa più paura: se non ne avessero una fottuta paura lo ignorerebbero, come fino ad ora hanno fatto con internet – anzi tentato di fare -.

Claudio Messora su TGR NEAPOLIS RAI 3


La Costituzione e le regole del Web 2.0 - La Carta offre già tutte le risposte. Occorre seguire la strada del dialogo con i fornitori di servizi e con gli utenti
Libertà di comunicazione e Costituzione - La “libertà di comunicazione” è disciplinata nella nostra Costituzione in due norme: l’art. 15 e l’art. 21.

La prima norma costituzionale – l’art. 15 – riconosce e garantisce a tutti gli individui il diritto di corrispondere liberamente e segretamente, con qualsiasi mezzo disponibile e tecnicamente idoneo a garantire la segretezza della corrispondenza. La seconda norma costituzionale – l’art. 21 – riconosce a “tutti” il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo. Nonostante a prima vista possa sembrare che le due norme abbiano il medesimo oggetto in realtà ciò non è vero. Le due norme hanno, infatti, un ambito di applicazione diverso e, soprattutto, un diverso sistema di limiti.

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, l’art. 15 tutela la liberta e la segretezza delle comunicazioni interpersonali, solo cioè di quelle comunicazioni che avvengono tra un numero di destinatari determinato e attraverso un mezzo tecnico idoneo a garantire la segretezza della comunicazione. L’art. 21 ha, invece, come oggetto le cosiddette comunicazioni al pubblico, vale a dire le manifestazioni del pensiero rivolte ad un numero indeterminato di soggetti. La distinzione tra i due ambiti di applicazione dipende, dunque, sia dalla volontà soggettiva di chi comunica sia dal mezzo tecnico utilizzato, nel senso che se lo strumento tecnico non è idoneo a garantire la segretezza, la comunicazione rientra sempre nel paradigma dell’art. 21 ed è considerata comunicazione al pubblico.

I limiti alla censura - Per quanto riguarda il sistema di limiti, nell’art. 15, il Costituente ha previsto che la libertà e la segretezza delle comunicazioni interpersonali possa essere limitata solo dall’autorità giudiziaria con atto motivato e sulla base di una legge dello Stato. Ha cioè previsto, in ossequio al principio liberale di garanzia dei diritti, che la limitazione possa essere esclusivamente disposta dal Giudice “con le garanzie previste dalla Legge”

Per riprendere la definizione di Marco Gambaro, la Costituzione prevede, quindi, che per le comunicazioni interpersonali siano possibili solo limitazioni ex post, nel senso di successive all’autorizzazione del giudice. Nell’art. 21 il Costituente ha dettato una disciplina più complessa. Il primo e l’ultimo comma (il sesto) della norma sono dedicati in generale alle comunicazioni al pubblico, indipendentemente dal mezzo utilizzato, mentre gli altri commi riguardano specificamente la libertà di stampa. I limiti comuni sono quello esplicito del buon costume (da intendersi però come limitato alla sfera del pudore sessuale) e quelli impliciti ricavabili da altre norme costituzionali. Tra i limiti impliciti occorre ricordare i limiti personali cioè quelli derivanti dalla protezione dell’individuo che la Costituzione garantisce in altre norme (il limite dell’onore, della reputazione, della riservatezza, dell’identità personale) ed i limiti “pubblicistici” cioè derivanti dalla protezione costituzionale di finalità ed interessi collettivi (il limite dell’ordine pubblico, dell’esigenze di giustizia, della salvaguardia delle istituzioni e dei segreti).

Per limitare le manifestazioni contrarie al buon costume (e per analogia quelle che oltrepassano i cd. limiti impliciti) la norma costituzionale prevede che la legge possa stabilire “provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere”. In questi casi, dunque, il Legislatore può prevedere anche meccanismi di controllo amministrativo ex ante. Fermo restando, però, che quando la libertà di manifestazione del pensiero diventa libertà di cronaca, essa gode di uno spazio di libertà maggiore come riconosciuto da costante giurisprudenza.

Per quanto riguarda, invece, specificamente l’attività di stampa (da intendersi pacificamente sia in forma tradizionale sia in forma on line) l’art. 21 Cost. ha espressamente vietato qualsiasi tipo di autorizzazione e censura. Così facendo ha quindi vietato qualsiasi atto limitativo preventivo o “ex ante”. In più, la Costituzione ha disciplinato dettagliatamente anche i provvedimenti ex post – e precisamente il sequestro degli stampati nel caso di delitti – ricorrendo anche in questo caso al doppio meccanismo della riserva di legge e della riserva di giurisdizione, vale a dire subordinando – come per l’art. 15 – la limitazione ex post della libertà all’atto motivato del giudice sulla base di una legge. Solo, in via assolutamente eccezionale, la Costituzione consente, infine, il sequestro da parte di ufficiali di polizia giudiziaria, anche senza la previa autorizzazione del giudice, ma prevedendo che il provvedimento di sequestro sia portato dinnanzi al giudice entro ventiquattro ore e confermato nelle successive ventiquattro ore.

Comunicazione "chiusa" e "aperta" - Sulla base di quanto argomentato partendo dalle norme costituzionali si possono trarre due conclusioni. La prima conclusione è l’assoluta necessità di distinguere per ogni tipo di comunicazione il paradigma costituzionale di riferimento. Questa distinzione abbastanza semplice con riferimento ai tradizionali mezzi di comunicazione diviene, come avverte anche Marco Pratellesi, estremamente difficoltosa al tempo del web 2.0, dei social network, delle chat e dei social group. Per cui può facilmente accadere che l’utente non sappia (ed in taluni casi non possa conoscere) se la conversazione alla quale partecipa è una comunicazione chiusa oppure una comunicazione al pubblico.

Se ad esempio si chiede l’iscrizione ad un forum chiuso, ma l’autorizzazione è automatica si può ancora ritenere di star conversando tra un numero determinato di soggetti? Oppure se ci si iscrive ad un social group del quale si conoscono i partecipanti solo attraverso il loro nickname si dovrà considerare le proprie comunicazioni come rivolte al pubblico ? Ancora cosa accade se si partecipa ad una conversazione tra amici e poi l’amministratore del gruppo apre la conversazione a tutti ?

Questa difficoltà sul lato utente si amplia se ci si mette dalla parte del legislatore. Qualora il Legislatore decidesse, infatti, di intervenire dovrebbe adottare necessariamente una disciplina estremamente tecnica e minuziosa. Inoltre, dovrebbe – e questo appare difficilmente realizzabile – aggiornarla continuamente in una corsa (persa in partenza) contro il cambiamento tecnologico. Se anche si provasse questa strada, il risultato potrebbe essere una iper-normazione dei servizi del web 2.0, che presumibilmente non ne scoraggerebbe l’utilizzo, ma condurrebbe inevitabilmente all’elaborazione di condizioni di utilizzo complicate. Insomma l’iper-normazione si scaricherebbe sugli utenti che dovrebbero sottoscrivere ed approvare lunghe condizioni di utilizzo senza comprenderne appieno il significato, sempre che effettivamente decidano di leggerle.

La seconda conclusione è che la nostra Costituzione esprime un deciso favor (che per la verità è quasi sempre un obbligo) per interventi ex post di limitazione delle comunicazioni sia che si tratti di comunicazioni interpersonali sia che si tratti di comunicazioni al pubblico. Il che significa che il Legislatore qualora decidesse di intervenire dovrebbe sempre valutare con estrema attenzione quando è possibile prevedere un controllo ed una limitazione ex ante delle comunicazioni sul web e come è possibile articolare l’intervento ed il controllo nel rispetto dei diritti costituzionali degli utenti (ivi compresa la loro privacy).

Cosa si può fare, dunque, per arginare il fenomeno di deresponsabilizzazione che sembra emergere dall’utilizzo dei social forum e, più in generale, del web 2.0? Come è già stato detto occorre seguire la strada, anche indicata dal Ministro Maroni e, peraltro in parte già intrapresa, del dialogo con i fornitori dei servizi. In questo senso, occorre prendere coscienza del fatto che sarebbero necessarie scelte a livello globale, ma che mancando una efficace governance internazionale del settore, non vi è che la strada di lavorare alla definizione di policies di utilizzo dei servizi concordate con i fornitori dei servizi stessi. Occorre, quindi, una continua concertazione tra le autorità nazionali (comunitarie ed internazionali, se possibile) ed i più importanti social networks, i motori di ricerca e più in generale i fornitori dei servizi che caratterizzano il web 2.0. Inoltre, non si può certamente abdicare all’idea che sia possibile sensibilizzare gli utenti sull’utilizzo dei più moderni sistemi di comunicazione.

Questa strada ha, peraltro, già dato ottimi frutti in materia di privacy. Le raccomandazioni, i decaloghi e le guide rilasciate dall’Autorità per la protezione dati personali italiana e dal network dei garanti europei hanno già contribuito ad un utilizzo più consapevole del mezzo. Se si guarda proprio a Facebook, ci si può facilmente rendere conto di come, rispetto alle origini, il social network consenta oggi agli utenti di alzare ed abbassare discrezionalmente i propri livelli di privacy e di come gli stessi utenti abbiano approfittato di queste nuove opzioni permettendo – ormai nella maggior parte dei casi – solo ai propri amici di vedere il proprio profilo, il proprio status, i propri commenti e le proprie foto. Questo è conseguenza sia dell’accresciuta consapevolezza degli utenti sia dell’attività di sensibilizzazione svolta dall’Autorità di protezione dati ad ogni livello.

La medesima strada può essere seguita – con la partecipazione di tutte le istituzioni, pubbliche e private, e naturalmente degli stakeholders e degli utenti – anche per sensibilizzare i cittadini sul problema dell’impatto che i commenti lasciati in rete possono avere. Solo a questo punto sarà possibile spiegare loro in maniera convincente, che Internet non è sinonimo di impunità e che un reato rimane tale sia se commesso tradizionalmente sia se commesso sulla rete.
Marco Orofino - docente di "Informazione e Costituzione" alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano
http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_21/costituzione-web-censura-facebook-social-network-marco-orofino_86b96f00-ee22-11de-9127-00144f02aabc.shtml

Carcere fino a 12 anni a chi su internet istiga alla violenza o ne fa apologia
Il disegno di legge presentato dal senatore Lauro (Pdl)
21 dicembre 2009- Chi istiga a commettere delitti contro la vita e l'incolumità delle persone o ne fa apologia, sarà punito con la reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica (internet e social network), la pena è aumentata. È quanto contenuto nel disegno di legge presentato dal senatore Raffaele Lauro (Pdl).
DOPO L'AGGRESSIONE A BERLUSCONI - «L'aggressione a Berlusconi ha evidenziato la necessità di intervenire sul fenomeno diffuso, caratterizzato da esortazioni alla violenza e all'aggressione mediante discorsi, scritti e interventi che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono ad acquisire una rilevanza mediatica significativa», ha spiegato Lauro, secondo il quale «è diffusa, anche tra i minorenni, l'abitudine a utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone con diffamazione, ricatti e ingiurie a sfondo sessuale o razzista. Il legislatore non può più attendere», ha aggiunto il senatore.
USO PATOLOGICO DEL CELLULARE - Lauro ha reso noto inoltre che «insieme con il disegno di legge ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori di maggioranza e opposizione, per discutere al Senato di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico del cellulare da parte di giovani e giovanissimi, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche».
http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_21/apologia-violenza-internet_6ec8e7d6-ee2c-11de-9127-00144f02aabc.shtml

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

domenica

CONTRO PADRI ALTRA DURISSIMA SENTENZA CASSAZIONE PROTEGGE LADRE:Alimenti contro Affido Condiviso, ma adempienti al contrario non hanno diritto figli

240° post
.
Se non pago non devo avere i figli, ma se pago comunque non li devo avere, e di motivi a migliaia le donne e la magistratura collusa ne trovano quanti ne inventano.
Insomma, nemmeno la possibilità di avere un margine di autorità nei confronti delle sequestratrici, in assenza totale di qualsiasi tutela dello stato in favore dei minori.
Anzi, forca, ghigliottina, allontanamento, annullamento del padre che non serve a niente se non ad arricchire la mantenuta.

Perde il diritto all’affido condiviso chi non versa il mantenimento ai figli

VENERDI' 18 DICEMBRE 2009 - Il genitore che non versa ai figli l’assegno di mantenimento perde il diritto all’affido condiviso. Infatti in questi casi il giudice della separazione può derogare alla regola inaugurata con la riforma del 2006, e decidere per l’affido esclusivo all’altro genitore.

Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 26587 del 17 dicembre 2009, ha respinto il ricorso di un padre che si opponeva all’affido esclusivo dei figli alla ex moglie ma che non aveva mai versato loro l’assegno di mantenimento.

La prima sezione civile ha motivato la decisione affermando che “perché possa derogarsi alla regola dell'affidamento condiviso, occorre quindi che risulti, nei confronti di uno dei genitori, una sua condizione di manifesta carenza o inidoneità educativa o comunque tale appunto da rendere quell'affidamento in concreto pregiudizievole per il minore (come nel caso, ad esempio, di un'obiettiva lontananza del genitore dal figlio, o di un suo sostanziale disinteresse per le complessive esigenze di cura, di istruzione e di educazione del minore), con la conseguenza che l'esclusione della modalità dell'affidamento esclusivo dovrà risultare sorretta da una motivazione non più solo in positivo sulla idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa del genitore che in tal modo si escluda dal pari esercizio della potestà genitoriale e sulla non rispondenza, quindi, all'interesse del figlio dell'adozione, nel caso concreto, del modello legale prioritario di affidamento”.
http://www.cassazione.net/perde-il-diritto-all-affido-condiviso-chi-non-versa-il-mantenimento-ai-figli-p1118.html


redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

sabato

Italia arretrata sui valori umani e sociali: nostre TV sono protettrici donne, mentre altrove TV già denunciano matriarcato false violenze misandria

239° post
.
Usa, mamma scrive su Twitter: «Il mio bambino di due anni è appena annegato». Esplode la polemica in Rete: «Se si fosse occupata di più di lui non sarebbe morto». Ma la polizia la scagiona
NEW YORK 18 dicembre 2009 – Il bimbo di due anni era appena annegato nella piscina di casa quando sua madre, una blogger sfegatata, è corsa ad annunciarlo «in diretta» ai suoi oltre 5.000 seguaci su Twitter, scatenando un putiferio di polemiche negli Stati Uniti. Protagonista dell’incredibile vicenda è la 37enne Shellie Ross di Merritt Island, in Florida, nota alla blogosfera come @Military_Mom. La donna scrive sul blog Momdot.com, dove racconta la sua esperienza di madre di 4 figli e moglie di un militare. Il marito, Steve Ross, ha 39 anni ed è un sergente nella base aeronautica di Patrick, vicino a Cape Canaveral. «Per favore pregate come non avete mai fatto, perché il mio bambino di due anni è caduto nella piscina, aveva «cinguettato» Shellie ai suoi contatti alle 18.12 di lunedì, mezz’ora dopo che i paramedici erano arrivati a casa sua.
Ma alle 17. 23 era toccato al figlio undicenne, Ross, chiamare il numero telefonico d'emergenza per avvertire che il fratellino Bryson giaceva riverso nella piscina di casa, privo di coscienza. Appena un minuto prima, la Ross, che stava pulendo delle gabbie per uccellini, aveva commentato su Twitter che la «nebbia si era infittita» e che «gli uccellini, spaventati, erano rientrati nelle loro casette». Cinque ore dopo che il figlio era stato dichiarato morto, la Ross è corsa a pubblicare una foto del bambino morto nel servizio di microblogging.
L’ondate di indignazione è stata immediata. «Non posso credere che una mamma riesca a scrivere su Twitter quando suo figlio è appena morto», ha tuonato la scrittrice e blogger Madison McGraw, che ha chiesto via Twitter a numerosi media di verificare la notizia della morte di Bryson. E notando che tra le 8.37 e le 17.22 la Ross aveva messo 74 post su Twitter, ha aggiunto: «Se avesse interagito col figlio con la stessa frequenza con cui scrive su Twitter, il piccolo sarebbe ancora vivo». In risposta alle polemiche, la Ross ha reagito con insulti: «Chiunque mi critica è un microcefalo e merita di marcire all'inferno», ha replicato. E ha aggiunto che «queste persone cercano solo di fare pubblicità ai propri blog». Infine, alla McGraw, la Ross ha mandato un messaggio chiedendole «se ha un cuore».
Psicologi ed esperti di comunicazione hanno espresso sconcerto misto ad indignazione. «E’difficile capire come uno si possa mettere al computer o al cellulare per scrivere un messaggio in un momento tanto sconvolgente quanto la morte di un figlio», ha puntato il dito Lisa Neal Gualtieri, docente di medicina della comunicazione alla Tufts University di Boston. Ma la nota educatrice e psicologa Naomi Zikmund-Fisher la difende. «Quando qualcosa di orribile ci accade, è come se il mondo per noi finisse», teorizza dal suo blog. «In questi momenti è normale dedicarsi ad attività che ci danno un senso di normalità. Shellie Ross ha chiesto aiuto alle prime persone cui ha pensato - aggiunge -, anomalo non è il suo comportamento ma la situazione in cui è stata catapultata».
Nel frattempo le autorità hanno escluso la responsabilità della Ross nel decesso del piccolo Bryson. «Il fatto che lei stesse su Twitter non ha nulla a che fare con la morte del figlio», ha detto Joe Martin, un agente della squadra omicidi dell’ufficio dello Sceriffo della Contea di Brevard. «E’ stato un incidente, Punto e basta». Ma sul Web la polemica continua.
Alessandra Farkas
http://www.corriere.it/esteri/09_dicembre_18/farkas_308cb74c-ec1d-11de-b41e-00144f02aabc.shtml

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

giovedì

NAPOLITANO: RIMANGANO SPORCHI IN FAMIGLIA I PANNI SPORCHI DA LAVARE: Corte Europea di Strasburgo in difesa dei diritti umani dà fastidio al fascismo

238° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

MINISTRE, VELINE, ESCORT: CINQUANTUN'ANNI FA CHIUDEVANO I BORDELLI. 20 settembre 1958 IPOCRISIE DI STATO: dopo la chiusura delle “case di tolleranza”

237° post
.
Al tg la Carfagna – ex show-girl - ( Decreto Legge contro la prostituzione settembre 2008) rispondeva a un giornalista dicendo:
“Come donna trovo che non sia giusto che una donna debba vendere il proprio corpo perchè costretta”
….e se lo vende perchè vuol fare carriera nello spettacolo?…e se lo vende per diventare ministra come nel governo attuale?

Bordello_Carfagna_vignetta20080912yo0

Daniela Santanché, candidata premier della Destra di Storace alle ultime elezioni politiche, il 28 maggio scorso ha depositato insieme a un comitato promotore tutto al femminile una richiesta referendaria per l'abolizione della legge Merlin e la conseguente riapertura in Italia dei bordelli. Con uno spolverino di lino ecru, collana di rubini, occhialoni neri Prada, la Santanché intende sfidare "i furbi e gli ipocriti" lanciando la sua provocazione: "A cinquant'anni dalla sua nascita la legge Merlin non può essere considerata un tabù. E' necessario cambiarla profondamente garantendo strade sicure ai cittadini e libertà dalla schiavitù alle prostitute".
Per il futuro la Santanché immagina "cooperative di donne" che gestiscano, sotto controllo medico e fiscale, i casini. Immediato è stato il NO bipartisan da parte dei politici i quali concordano che sarebbe un ulteriore sfruttamento di tante donne.
L'11 settembre 2008 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che configura come reato l’esercizio della prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico, anche al fine di meglio contrastare lo sfruttamento della prostituzione da parte di organizzazioni criminali.
Le misure sanzionatorie sono le medesime anche per chi si avvale di tali prestazioni.
Nuove e più rigorose sanzioni sono state introdotte per contrastare la prostituzione di minori di diciott’anni. Se si tratta di soggetto di nazionalità extracomunitaria, il minore che esercita la prostituzione sul territorio dello Stato verrà rimpatriato in forma assistita.
Conseguentemente verrebbe da pensare che ciò porterà inevitabilmente ad un aumento del "più antico mestiere" all'interno di case più o meno private.
Scambiando opinioni in merito con cittadini anziani, i quali all'unanimità si sono dichiarati favorevoli alla riapertura dei "casini", in quanto, a loro dire, una volta c'erano più controlli sanitari e di polizia. "Arrivavi lì dentro - trovavi un ambiente pulito, ti facevano lavare prima e dopo averlo fatto, non rischiavi di imbatterti in magnaccia….. insomma ti sentivi tranquillo“
La prostituzione veniva esercitata anche in case private.
In base alle leggi di allora i maschi non potevano accedere nei bordelli prima della maggiore età, ovvero ventuno anni, ragion per cui chi lavorava in proprio aveva il piacere di ricevere in casa propria giovani sbarbatelli di primo pelo per affrontare e superare la loro “prima”.
La differenza maggiore riguardava i prezzi e l’eleganza delle strutture, oltre ovviamente alla qualità e l’eleganza delle meretrici. Ogni tanto la direttrice mandava le operatrici (più o meno vestite) nelle sale d’attesa per invogliare i clienti. Le case erano aperte anche di giorno e di sovente studenti (figli di papà) ultraventenni che avevano fatto “filone” a scuola passavano lì il loro tempo.
http://www.arpa-oria.com/2008/09/cinquantanni-fa-chiudevano-i-bordelli.html


bordello

La casa chiusa del Comune
24 novembre 2009


redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

Deboli nel mirino statale:multe paura e capri espiatori ricetta di potere e giustizia, bastone e spranga senza più carota evidenti impunibili fascisti

236° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

SITUAZIONI INDENUNCIABILI possono emergere solo grazie all’ANONIMATO IN RETE; di contro solo misere ingiurie o minacce incapaci di ledere la società

235°post
.
Schifani: «Serve una legge contro la violenza sul web». Il presidente del Senato: «Il riferimento sia la libertà di espressione, ma bisogna intervenire»
Il cdm rinvia il ddl su manifestazioni e internet. Bersani: «Sono perplesso»

INTERNET DA' FASTIDIO AL POTERE IMPERIALISTA ITALIANO PERCHE' NON RIESCONO A CONTROLLARE LA RETE. QUINDI VA LIMITATA E CHIUSA!



http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_17/schifani_legge_violenza_web_390860b0-eb0a-11de-9f53-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano

HANNO UN TERRORE FOTTUTO DEL WEB, non riescono a tenere ferme le informazioni, non riescono a criptare ed eliminare le verità in alcun modo, ogni balla che viene detta dal regime berlusconiana e della finta sinistra viene sputtanata nel di pochi click...
Un sacco di fatica per detenere una tv spazzatura come Rete 4 ed il suo servo direttore al tg di partito, un sacco di escamotage per piazzare minzolini, altrettanto per rinnovare la direzione del giornalino di partito.
Tutto rischia di essere inutile con il web, una frangia sempre maggiore di persone attinge ad informazioni su internet, volente (perchè si informa), oppure nolente perchè gli amici su facebook condividono, su un forum che nulla ha a che vedere, qualcuno discute e cominciano ad uscire dall’ignoranza in cui lo stato ci ha relegato programmaticamente....
Dal web poi è partito il successo del fatto quotidiano e dell'altro nemico Di Pietro, estremamente qualificato ad esporre fatti credibili... si affannano a cercare di sputtanarlo perchè è l’unica opposizione ed è quello che fa più paura: se non ne avessero una fottuta paura lo ignorerebbero, come fino ad ora hanno fatto con internet – anzi tentato di fare -.

Claudio Messora su TGR NEAPOLIS RAI 3


La Costituzione e le regole del Web 2.0 - La Carta offre già tutte le risposte. Occorre seguire la strada del dialogo con i fornitori di servizi e con gli utenti
Libertà di comunicazione e Costituzione - La “libertà di comunicazione” è disciplinata nella nostra Costituzione in due norme: l’art. 15 e l’art. 21.

La prima norma costituzionale – l’art. 15 – riconosce e garantisce a tutti gli individui il diritto di corrispondere liberamente e segretamente, con qualsiasi mezzo disponibile e tecnicamente idoneo a garantire la segretezza della corrispondenza. La seconda norma costituzionale – l’art. 21 – riconosce a “tutti” il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo. Nonostante a prima vista possa sembrare che le due norme abbiano il medesimo oggetto in realtà ciò non è vero. Le due norme hanno, infatti, un ambito di applicazione diverso e, soprattutto, un diverso sistema di limiti.

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, l’art. 15 tutela la liberta e la segretezza delle comunicazioni interpersonali, solo cioè di quelle comunicazioni che avvengono tra un numero di destinatari determinato e attraverso un mezzo tecnico idoneo a garantire la segretezza della comunicazione. L’art. 21 ha, invece, come oggetto le cosiddette comunicazioni al pubblico, vale a dire le manifestazioni del pensiero rivolte ad un numero indeterminato di soggetti. La distinzione tra i due ambiti di applicazione dipende, dunque, sia dalla volontà soggettiva di chi comunica sia dal mezzo tecnico utilizzato, nel senso che se lo strumento tecnico non è idoneo a garantire la segretezza, la comunicazione rientra sempre nel paradigma dell’art. 21 ed è considerata comunicazione al pubblico.

I limiti alla censura - Per quanto riguarda il sistema di limiti, nell’art. 15, il Costituente ha previsto che la libertà e la segretezza delle comunicazioni interpersonali possa essere limitata solo dall’autorità giudiziaria con atto motivato e sulla base di una legge dello Stato. Ha cioè previsto, in ossequio al principio liberale di garanzia dei diritti, che la limitazione possa essere esclusivamente disposta dal Giudice “con le garanzie previste dalla Legge”

Per riprendere la definizione di Marco Gambaro, la Costituzione prevede, quindi, che per le comunicazioni interpersonali siano possibili solo limitazioni ex post, nel senso di successive all’autorizzazione del giudice. Nell’art. 21 il Costituente ha dettato una disciplina più complessa. Il primo e l’ultimo comma (il sesto) della norma sono dedicati in generale alle comunicazioni al pubblico, indipendentemente dal mezzo utilizzato, mentre gli altri commi riguardano specificamente la libertà di stampa. I limiti comuni sono quello esplicito del buon costume (da intendersi però come limitato alla sfera del pudore sessuale) e quelli impliciti ricavabili da altre norme costituzionali. Tra i limiti impliciti occorre ricordare i limiti personali cioè quelli derivanti dalla protezione dell’individuo che la Costituzione garantisce in altre norme (il limite dell’onore, della reputazione, della riservatezza, dell’identità personale) ed i limiti “pubblicistici” cioè derivanti dalla protezione costituzionale di finalità ed interessi collettivi (il limite dell’ordine pubblico, dell’esigenze di giustizia, della salvaguardia delle istituzioni e dei segreti).

Per limitare le manifestazioni contrarie al buon costume (e per analogia quelle che oltrepassano i cd. limiti impliciti) la norma costituzionale prevede che la legge possa stabilire “provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere”. In questi casi, dunque, il Legislatore può prevedere anche meccanismi di controllo amministrativo ex ante. Fermo restando, però, che quando la libertà di manifestazione del pensiero diventa libertà di cronaca, essa gode di uno spazio di libertà maggiore come riconosciuto da costante giurisprudenza.

Per quanto riguarda, invece, specificamente l’attività di stampa (da intendersi pacificamente sia in forma tradizionale sia in forma on line) l’art. 21 Cost. ha espressamente vietato qualsiasi tipo di autorizzazione e censura. Così facendo ha quindi vietato qualsiasi atto limitativo preventivo o “ex ante”. In più, la Costituzione ha disciplinato dettagliatamente anche i provvedimenti ex post – e precisamente il sequestro degli stampati nel caso di delitti – ricorrendo anche in questo caso al doppio meccanismo della riserva di legge e della riserva di giurisdizione, vale a dire subordinando – come per l’art. 15 – la limitazione ex post della libertà all’atto motivato del giudice sulla base di una legge. Solo, in via assolutamente eccezionale, la Costituzione consente, infine, il sequestro da parte di ufficiali di polizia giudiziaria, anche senza la previa autorizzazione del giudice, ma prevedendo che il provvedimento di sequestro sia portato dinnanzi al giudice entro ventiquattro ore e confermato nelle successive ventiquattro ore.

Comunicazione "chiusa" e "aperta" - Sulla base di quanto argomentato partendo dalle norme costituzionali si possono trarre due conclusioni. La prima conclusione è l’assoluta necessità di distinguere per ogni tipo di comunicazione il paradigma costituzionale di riferimento. Questa distinzione abbastanza semplice con riferimento ai tradizionali mezzi di comunicazione diviene, come avverte anche Marco Pratellesi, estremamente difficoltosa al tempo del web 2.0, dei social network, delle chat e dei social group. Per cui può facilmente accadere che l’utente non sappia (ed in taluni casi non possa conoscere) se la conversazione alla quale partecipa è una comunicazione chiusa oppure una comunicazione al pubblico.

Se ad esempio si chiede l’iscrizione ad un forum chiuso, ma l’autorizzazione è automatica si può ancora ritenere di star conversando tra un numero determinato di soggetti? Oppure se ci si iscrive ad un social group del quale si conoscono i partecipanti solo attraverso il loro nickname si dovrà considerare le proprie comunicazioni come rivolte al pubblico ? Ancora cosa accade se si partecipa ad una conversazione tra amici e poi l’amministratore del gruppo apre la conversazione a tutti ?

Questa difficoltà sul lato utente si amplia se ci si mette dalla parte del legislatore. Qualora il Legislatore decidesse, infatti, di intervenire dovrebbe adottare necessariamente una disciplina estremamente tecnica e minuziosa. Inoltre, dovrebbe – e questo appare difficilmente realizzabile – aggiornarla continuamente in una corsa (persa in partenza) contro il cambiamento tecnologico. Se anche si provasse questa strada, il risultato potrebbe essere una iper-normazione dei servizi del web 2.0, che presumibilmente non ne scoraggerebbe l’utilizzo, ma condurrebbe inevitabilmente all’elaborazione di condizioni di utilizzo complicate. Insomma l’iper-normazione si scaricherebbe sugli utenti che dovrebbero sottoscrivere ed approvare lunghe condizioni di utilizzo senza comprenderne appieno il significato, sempre che effettivamente decidano di leggerle.

La seconda conclusione è che la nostra Costituzione esprime un deciso favor (che per la verità è quasi sempre un obbligo) per interventi ex post di limitazione delle comunicazioni sia che si tratti di comunicazioni interpersonali sia che si tratti di comunicazioni al pubblico. Il che significa che il Legislatore qualora decidesse di intervenire dovrebbe sempre valutare con estrema attenzione quando è possibile prevedere un controllo ed una limitazione ex ante delle comunicazioni sul web e come è possibile articolare l’intervento ed il controllo nel rispetto dei diritti costituzionali degli utenti (ivi compresa la loro privacy).

Cosa si può fare, dunque, per arginare il fenomeno di deresponsabilizzazione che sembra emergere dall’utilizzo dei social forum e, più in generale, del web 2.0? Come è già stato detto occorre seguire la strada, anche indicata dal Ministro Maroni e, peraltro in parte già intrapresa, del dialogo con i fornitori dei servizi. In questo senso, occorre prendere coscienza del fatto che sarebbero necessarie scelte a livello globale, ma che mancando una efficace governance internazionale del settore, non vi è che la strada di lavorare alla definizione di policies di utilizzo dei servizi concordate con i fornitori dei servizi stessi. Occorre, quindi, una continua concertazione tra le autorità nazionali (comunitarie ed internazionali, se possibile) ed i più importanti social networks, i motori di ricerca e più in generale i fornitori dei servizi che caratterizzano il web 2.0. Inoltre, non si può certamente abdicare all’idea che sia possibile sensibilizzare gli utenti sull’utilizzo dei più moderni sistemi di comunicazione.

Questa strada ha, peraltro, già dato ottimi frutti in materia di privacy. Le raccomandazioni, i decaloghi e le guide rilasciate dall’Autorità per la protezione dati personali italiana e dal network dei garanti europei hanno già contribuito ad un utilizzo più consapevole del mezzo. Se si guarda proprio a Facebook, ci si può facilmente rendere conto di come, rispetto alle origini, il social network consenta oggi agli utenti di alzare ed abbassare discrezionalmente i propri livelli di privacy e di come gli stessi utenti abbiano approfittato di queste nuove opzioni permettendo – ormai nella maggior parte dei casi – solo ai propri amici di vedere il proprio profilo, il proprio status, i propri commenti e le proprie foto. Questo è conseguenza sia dell’accresciuta consapevolezza degli utenti sia dell’attività di sensibilizzazione svolta dall’Autorità di protezione dati ad ogni livello.

La medesima strada può essere seguita – con la partecipazione di tutte le istituzioni, pubbliche e private, e naturalmente degli stakeholders e degli utenti – anche per sensibilizzare i cittadini sul problema dell’impatto che i commenti lasciati in rete possono avere. Solo a questo punto sarà possibile spiegare loro in maniera convincente, che Internet non è sinonimo di impunità e che un reato rimane tale sia se commesso tradizionalmente sia se commesso sulla rete.
Marco Orofino - docente di "Informazione e Costituzione" alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano
http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_21/costituzione-web-censura-facebook-social-network-marco-orofino_86b96f00-ee22-11de-9127-00144f02aabc.shtml

Carcere fino a 12 anni a chi su internet istiga alla violenza o ne fa apologia
Il disegno di legge presentato dal senatore Lauro (Pdl)
21 dicembre 2009- Chi istiga a commettere delitti contro la vita e l'incolumità delle persone o ne fa apologia, sarà punito con la reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica (internet e social network), la pena è aumentata. È quanto contenuto nel disegno di legge presentato dal senatore Raffaele Lauro (Pdl).
DOPO L'AGGRESSIONE A BERLUSCONI - «L'aggressione a Berlusconi ha evidenziato la necessità di intervenire sul fenomeno diffuso, caratterizzato da esortazioni alla violenza e all'aggressione mediante discorsi, scritti e interventi che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono ad acquisire una rilevanza mediatica significativa», ha spiegato Lauro, secondo il quale «è diffusa, anche tra i minorenni, l'abitudine a utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone con diffamazione, ricatti e ingiurie a sfondo sessuale o razzista. Il legislatore non può più attendere», ha aggiunto il senatore.
USO PATOLOGICO DEL CELLULARE - Lauro ha reso noto inoltre che «insieme con il disegno di legge ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori di maggioranza e opposizione, per discutere al Senato di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico del cellulare da parte di giovani e giovanissimi, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche».
http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_21/apologia-violenza-internet_6ec8e7d6-ee2c-11de-9127-00144f02aabc.shtml

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

martedì

CALUNNIATRICI CREDUTE SULLA PAROLA SENZA PROVE: referti e testimoni falsi. Ma cosa c’è di più pericoloso con attuali LEGGI PERSECUTORIE ANTI-UOMINI?

232° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

Soliti MAGISTRATI INCAPACI con MORTI SULLA COSCIENZA, CORTE EUROPEA li scopre nascosti e protetti in pieghe dei fascicoli italiani falsamente pubblici

231° post
.
La Corte di Strasburgo condanna l'Italia. "Izzo non doveva avere la semilibertà"
Previsto un risarcimento per la famiglia Maiorano. "Violato il diritto alla vita delle due vittime"

I giudici precisano: "Non è una critica al sistema di reinserimento dei detenuti"

STRASBURGO 15 dicembre 2009 - La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato all'unanimità l'Italia per aver dato la semilibertà al mostro del Circeo, Angelo Izzo. Concedendogliela nel 2004, sottolinea la Corte di Strasburgo, le autorità italiane "hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano", uccise da Izzo il 28 aprile 2005 mentre godeva di questo beneficio. La Corte ha anche stabilito che le autorità italiane dovranno risarcire i familiari delle vittime con 45mila euro per danni morali.
Izzo, già condannato all'ergastolo nel 1975 per il massacro del Circeo, è stato nuovamente condannato al carcere a vita nel gennaio del 2007, per aver ucciso la compagna Maria Carmela Linciano e sua figlia Valentina, di soli 14 anni. All'epoca del delitto, il 28 aprile 2005, l'uomo era detenuto in regime di semilibertà nel carcere di Campobasso.
I familiari delle due vittime avevano presentato ricorso nel luglio del 2006 contro lo status concesso a Izzo. La tesi era che le autorità italiane, concedendogli la semilibertà, avevano violato il diritto alla vita delle due donne, sancito dall'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Oggi i giudici di Stasburgo hanno dato loro ragione, confermando la "violazione del diritto alla vita". "L'articolo 2 della Convenzione - hanno ricordato - obbliga lo Stato non solo ad astenersi dal provocare la morte in modo volontario e irregolare, ma anche a prendere le misure necessarie alla protezione delle persone poste sotto la sua giurisdizione".
La Corte europea ha sottolineato che la sentenza "non rappresenta una critica al sistema di reinserimento dei detenuti", ma piuttosto una condanna al modo in cui questo è stato applicato al caso di Izzo. La decisione della Corte, resa pubblica oggi, diventerà definitiva tra tre mesi, se il governo italiano e i ricorrenti non chiederanno e otterranno un rinvio davanti alla Grande Camera di Strasburgo, ricorrendo all'ultimo grado di giudizio.
Soddisfazione è stata espressa dall'avvocato della famiglia Mariorano, Stefano Chiritti, che aveva presentato il ricorso. "A nome dei familiari delle due donne uccise - ha detto - esprimo massima soddisfazione sul piano professionale e umano per la giusta conclusione di una vicenda dolorosissima, che ora ha trovato definitivo sigillo anche in sede europea".

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/izzo-europa/izzo-europa/izzo-europa.html

Decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59
"Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunita’ europee"

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2008
http://www.laprevidenza.it/news/documenti/decreto_legge_59_2008/2560

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

venerdì

Oltre 500 urlano slogan contro Mariastella Gelmini. Striscione:"Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli. Bloccare la riforma, riprenderci il futuro”

230° post
.
11 dicembre 2009 – sciopero generale dei lavoratori del servizio pubblico
Cgil: 200mila statali in piazza". Tensione tra l'Onda e la polizia.
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/economia/pubblica-amministrazione/parte-corteo/parte-corteo.html

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

PERSECUZIONE PADRI SENZA FINE: Bigotti schermano toghe rosa padrone degli uffici giudiziari, eunuchi rinnegati e addomesticati, incapaci di identità

229° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

CHIESA e MATRIMONI TRUFFA:Vaticano beffardo complice uso immorale del sacramento. Non annulla nozze e recita buonismo a favore donne ladre

228° post
.
leggere anche dello stesso blog:
http://giosinoi.blogspot.com/2009/03/chiesa-disinformativa-pre-matrimoniale.html

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

DISCREZIONALITA’ diviene ARBITRIO DEL GIUDICE:fumus, libero convincimento, prova indiretta, deduzioni, indizi alieni, opportunità.Nessuna democrazia!

227° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

mercoledì

INNOCENTI diventano COLPEVOLI: TRASFORMAZIONE nei processi indiziari - spesso sommari - ove il capro espiatorio fa comodo a tutti per lucro o carriera

225° post
.
Il portavoce di Hillary Clinton: sistema giudiziario italiano "giusto e trasparente". Frattini: "Non facciamo confusione, c'è solo una petizione presentata dai familiari".
Meredith, dipartimento di Stato Usa. "Nessun segno di irregolarità nel processo"
Sollecito confuso in cella: "Quando esco? E' da due anni che sto in prigione..."
Amanda chiede di lavorare nella lavanderia del carcere. "Voglio continuare gli studi"

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/cronaca/meredith-processo-2/frattini-dopo-clinton/frattini-dopo-clinton.html

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

DISTRUZIONE FAMIGLIE, VALORI UMANI, UOMINI:monito del Papa:"I media non amplifichino il male".Effetti distorsivi sociali della TV commerciale Mediaset

224° post
.
8 dicembre 2009 - Il discorso di Benedetto XVI durante l'atto di venerazione a Maria:"Ogni uomo va accolto e rispettato. E non va sfruttato".
Accoglienza e rispetto per ogni uomo. All'indomani delle polemiche della Lega sul cardinale Dionigi Tettamanzi, Papa Benedetto XVI, da piazza di Spagna a Roma, dove si è svolto l'atto di venerazione a Maria, centra il suo intervento sul tema dell'accoglienza e del rispetto. E lo fa pronunciando un severo monito al mondo dell'informazione. Sottolineando come "l'amore per il prossimo" non faccia mai notizia. E rilanciando il concetto di accoglienza: "In ogni uomo c'è il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra e richiede il più grande rispetto".
Benedetto XVI parte criticando i media. E il loro modo di raccontare la realtà. "Ogni giorno, infatti, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula - dice il Papa - e il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono".
Sono severe le parole del Pontefice che parla di un "meccanismo perverso" che porta i mass media a sfruttare fino all'ultimo le "persone invisibili che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi". E a farlo "senza pietà, o con una falsa pietà".
Il mondo dell'informazione, insiste papa Ratzinger "tendono a farci sentire sempre spettatori, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti attori e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri". Un modo di rappresentare la realtà che ha come conseguenza l'inquinamento dello spirito nelle città, "che in certi luoghi è irrespirabile", e che richiede "l'impegno di tutti". Un inquinamento - osserva il pontefice - "che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia. La città è fatta di volti. Le persone diventano dei corpi, e questi corpi perdono l'anima, diventano cose, oggetti senza volto, scambiabili e consumabili".
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-37/papa-media/papa-media.html

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

martedì

SI PROCESSO BREVE!Giudici ipocriti si esibiscono in TV millantando misere vittorie mafiose ad orologeria, pregando poteri da usare contro cittadinanza

223° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

Negli ordinamenti democratici l’interpretazione è usata per modificare leggi fino annullamento dettato costituzionale.Si traduce in POTERE DEI SINGOLI

222° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

Matriarcato insinua che “la madre è come sempre la più importante persona di riferimento per i bambini” demolendo la Costituzione art.3, 29, 30, altri

221° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

lunedì

Strasburgo è Civiltà,Cassazione è Medioevo:progetto ignoranza popolare attecchito su popolo senza più diritti certi, a mercè di imbroglioni e tiranni

220° post
.
rispondo su Facebook:
La Corte Europea di Giustizia per i diritti dell'uomo di Strasburgo ci allontana dal Medioevo, la Cassazione è medioevo senza speranze, specie con le famosissime "inammissibilità" che altro non sono che negazione dei diritti.
Il diritto e la politica altro non sono in senso pragmatico che due facce della stessa medaglia: il primo (il diritto) fonderebbe su esigenze sociali di civiltà recepite in norme; la seconda (la politica) esprime lo sforzo e lo strumento - fallibile e fallito - di recepire le anzidette istanze, da cui le norme permetterebbero il quieto vivere collettivo.
Appare allo stato delle cose che la legalità in Italia sia l'espressione di un potere arbitrario e senza responsabilità, preoccupato di accrescere il proprio potere millantando come successi orrori a catena.
Al contempo, Strasburgo è il terzo che vede il cancro italiano, il cui mestiere è dirlo, ad ogni buon conto.
Nessuna sentenza è fuori della politica, poggiando la sua autorevolezza su norme create dalla e nella politica - purtroppo spesso sbagliate le une sentenze come l'altra, la politica -: il problema in punto di logica è in più che sono affidate a soggetti staccati dalle istanze popolari, troppi esaltati senza meriti che scopiazzano dai compagni di banco e dalle banche dati.
Purtroppo il popolo è volutamente ridotto all'ignoranza, progetto da Andreotti coltivato fino all'utilizzatore Berlusconi, per cui a Strasburgo resta cambiare il pannolino del popolo bambino la cui madre emancipata si sottrae al suo compito nativo con mille pretesti, ed il rimedio è una richiesta di aiuto concessa per esigenze di globalizzazione militare, non certo perchè siamo democratici.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

giovedì

SPORCARTI LA FEDINA PENALE CON CALUNNIE SENZA PROVE CERTE:strategia sottomissione maschile. Magistrati collaborano dolosamente per criminalizzarci

214° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

LE DONNE E NON IL PREMIER SONO IL PROBLEMA INSOLUTO DELL’ITALIA:mai firmare o far risiedere una femmina in una casa vostra. La sera deve sempre uscire

213° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

SESSUALITA’ LIBERA MASCHILE ELIMINANDO LEGGE MERLIN:vogliamo pagare lavoratrici sessuali inquadrate, non sottometterci legalmente per bisogno istinto

212° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

SCRITTO MAGISTRATI MINORILI INCOERENTE CON LEGGE:abnormi interpretazioni creative esasperate criminalizzano il padre, annullando l’uomo sin da bambino

211° post
.
Abnormità poggiate sul sistema giudiziario: oggi sono entrato di nuovo al tribunale dei minori di Napoli, ove ogni maschio lavoratore o era effeminato e sdolcinato – imitando il comportamento femminile per omologarsi nell’ambiente – o si atteggiava a protettore delle indifese mammine.
Deduzione ed odore: oramai USANO I MASCHI PER COLPIRE ALTRI MASCHI, ED USCIRNE PULITE.

Per non parlare del disgusto che ho provato osservando le mature ed anziane della magistratura femminile mostrarsi dipinte come gli Apache indiani, varecchina nei capelli per inventarsi bionde, stucchi e terre rare per non accettare la natura e l'età, atteggiamento arrogante ed aggressivo di chi non intende rispettare nessuno..

Non sono in pace con se stesse, ma devastano i bambini altrui per ritorsione.
Avranno mai provato vergogna per i risultati vergognosi del proprio lavoro ?

Bambini spinti agli eccessi.
la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza - dal quotidiano della puglia

http://paternita.info/infanzia/

Proteggere infanzia e giovinezza Barzagli

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

domenica

DISPIACIUTE FALSAMENTE SI PROCLAMANO PER DISCRIMINAZIONE MASCHILE. Ma appena possono, profittano senza rinunciare né protestare ai privilegi misandri

208° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

DONNE BENESTANTI O FAMOSE USURPANO DIRITTI SULL’UOMO COME LE NORMALI CASALINGHE. Assegni spropositati senza avere dato congruo valore umano in cambio

207° post
.
Veronica Lario addirittura pretende 3,5 milioni di euro al mese da Berlusconi - che non mi è affatto simpatico - .
Ma, trovata al mercatino delle attricette usate illo tempore da un uomo di grandi capacità innegabili nel bene e nel male, cosa mai gli avrà congruamente dato in cambio per avere tale faccia tosta ?

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

DOVE HANNO GLI OCCHI HANNO LE MANI: Infiltrano in casa spiando utilità apprensibili, quantificano, controllano avversarie. MA PARLANO SEMPRE D’AMORE!

206° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

sabato

TROPPI MAGISTRATI VERSANO NELL’ILLEGITTIMITÀ MANIFESTA, ma nessuno interviene in difesa della cittadinanza e delle vittime della il-legalità di stato.

205° post
.
C'è differenza tra giudici e giudici, tra ordinari toghe rosa ed onorari precari obbedienti alla linea delle padrone.
C'è chi rischia e lavora per il bene patrio penale, e chi nelle Procure del diritto di famiglia si procura lo stipendio per i propri vizi, lavorando 4 ore a settimana ed usando il potere giudiziario come arma sessista per vendicarsi di essere stata scartata nella vita sentimentale, o chi abusa incostituzionalmente per compiacere le padrone di cui, mancando l'identità maschile, hanno timore fuso.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

venerdì

POPOLO TROPPO STUPIDO PER MERITARE LA LIBERTA’:LEVIAMOGLIELA,se ne accorgeranno quando?troppo tardi!Travaglio finge non capire DELINQUENZA GIUDIZIARIA

179° post repubblicato
.
Berlusconi non ammette opposizione, vuole ignorare le leggi, consente lo stato di polizia.
La sinistra non esiste, è la destra occultata, il nemico di comodo.
Di Pietro si auspica un totale controllo della magistratura e degli abusi giudiziari su tutto, in virtù di leggi che fanno ridere oramai tutti con i loro risultati, e su quale fiducia di tali personaggi immorali non si capisce.
Il Centro si vende e si rivende, si svende e cala il prezzo i tempi magri, non ha ideologia se non apparente, non ha carisma nei leader.
Il resto praticamente non fa numero.
NESSUNO PARTEGGIA PER IL POPOLO. VE LO AVEVO DETTO CHE LA POLITICA ITALIANA ERA FACILISSIMA!

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

SCUM Manifesto FEMMINISTA 1967 “alle donne .. non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, .. e distruggere il sesso maschile”

204° post
.
http://it.wikipedia.org/wiki/SCUM_Manifesto

« In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia sconfinata e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l'automazione globale e distruggere il sesso maschile. »

(Valerie Solanas, SCUM Manifesto, 1967)

Lo SCUM Manifesto (Society For Cutting Up Men, Società per l'Eliminazione dei Maschi) è un trattato politico scritto da Valerie Solanas, pubblicato per la prima volta nel 1967[1]. L'opera si configura come una estremizzazione dei principi alla base del separatismo femminista e dello stesso femminismo.

Contenuto dell'opera
Nello SCUM Manifesto vengono esposte forti critiche intorno ad argomenti sociali e politici. L'analisi dell'autrice si concentra in un primo momento su aspetti caratteristici della società americana contemporanea, quali il sistema economico, il potere, i meccanismi della produzione artistica, giungendo in un secondo momento al tema principale della trattazione: il rapporto tra le figure istituzionali dell'uomo e della donna. A questo proposito, Valerie Solanas arriva ad auspicare l'eliminazione fisica del maschio, ponendo conseguentemente fine alla sua storica oppressione nei confronti della controparte femminile.

Influenze culturali
Opinione pubblica e ambiente intellettuale
L'opera di Valerie Solanas, all'epoca della pubblicazione, rappresentò un netto tentativo di opposizione al mainstream culturale. L'opinione pubblica considerò le tesi espresse nel libro come attacchi diretti ai valori tradizionali della famiglia e alle basi della società occidentale. Nell'ambiente intellettuale è stata invece apprezzata la capacità dell'autrice di raffigurare una società americana in cui potesse avvenire un capovolgimento nella distribuzione del potere e la realizzazione della vendetta femminista per secoli di istituzioni sessiste o patriarcali. In seguito Valerie Solanas descrisse lo SCUM come un modello di "tecnica letteraria" satirica utilizzato al fine di ottenere un dibattito sugli argomenti proposti.

Nella cinematografia
Andy Warhol produrrà successivamente un film, Women in Revolt del 1971, in cui vi sono richiami satirici allo SCUM Manifesto: le vicende narrate ruotano attorno agli appartenenti ad un gruppo femminista chiamato provocatoriamente P.I.G. (acronimo di Politically Involved Girlies).
Scum Manifesto è, inoltre, anche il titolo di un film del 1976 scritto dalla stessa Solanas e diretto da Carole Roussopoulos e Delphine Seyrig.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

giovedì

PADRE:ACCESSORIO INUTILE! Umiliarlo davanti ai figli piccoli con “percorsi”in sedicenti strutture “sociali” per distruggere ogni autorevolezza futura

203° post
.
Dalla famiglia ai dormitori: la dura vita dei papà separati
Gli ex mariti in povertà emergenza sociale in tutta Italia. A Roma una struttura protetta: una palazzina con venti alloggi.
di Anna Maria Sersale
ROMA (23 novembre 2009) - «Ci accusano di essere assenti, padri part-time, fantasmi, o peggio padri-bancomat che dopo avere dato l’assegno se ne infischiano dei problemi... Etichette che ci hanno cucito addosso ingiustamente, con danni pazzeschi. Pregiudizi, certo. Ma noi non ci stiamo. Se siamo separati dalle mogli, non vogliamo essere separati anche dai figli... Però è dura. Io, come tanti altri, sono stato travolto. Come tanti altri non ce l’ho fatta a reggere economicamente. Il Tribunale ci mette alla porta, assegna la casa a lei, fissa l’assegno mensile, i problemi di sopravvivenza non contano. Chi resta, la madre, ha mille modi per rendere difficile la vita dell’altro: un’insidia sotterranea, un boicottaggio invisibile, una miriade di minuti ricatti quotidiani. Avevo una piccola bottega, per due anni ho dormito nel retro. Ho passato tante notti in macchina, poi sono tornato da mia madre, una sconfitta, a 50 anni mi è crollato il mondo addosso».

Il colletto della camicia stirato male, la giacca consumata, i jeans con l’aria sdrucita. Riccardo T. ha superato i cinquanta, ma non il trauma da “padre separato”. Trauma economico e esistenziale. Della povertà dei separati - entrata a far parte delle nuove emergenze sociali - se ne è accorta per prima la Caritas: «A Roma e Milano ce li siamo trovati nei dormitori, sempre più numerosi».

Ora se ne stanno accorgendo anche i Comuni. L’inverno scorso Sveva Belviso, assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, quando è andata a portare le coperte per il freddo ai barboni e agli immigrati che l’amministrazione ospitava nell’ex Fiera di Roma, sulla Colombo, dentro ci ha trovato tanti uomini separati, che per avere una branda e un piatto caldo si appoggiavano alla struttura comunale. «Gente normale, con un lavoro, ma che non riusciva a sostenere i costi della separazione - racconta l’assessore Belviso - Gente che di mattina prendeva la valigetta per andare in ufficio. Mi sono detta, un’altra emergenza. Così è nato il progetto sperimentale appena varato: i separati, finiti in condizioni di marginalità e povertà, avranno presto un rifugio, una residenza protetta».

Nasce a Roma la “Casa per i papà separati”. Il Comune ha emanato il bando per reperire una palazzina con almeno venti-ventidue appartamenti. Si tratta di «piccoli alloggi con angolo cottura, camera da letto, saloncino e tv, bagno arredato con lavatrice, e spazi comuni, giardini, aree per le attività ricreative» in modo da avere un luogo adatto ai bambini, dove poterli ospitare il fine settimana. Per ora un avvio sperimentale, ma la Belviso sa di dover aumentare il sostegno.

A Bolzano già avviata una esperienza analoga. Anche lì il Comune è intervenuto in soccorso dei padri che lasciano la dimora coniugale e finiscono per strada. Ma se a Bolzano è arrivata perfino la televisione coreana a riprendere la casa di accoglienza per i padri separati, la Regione Liguria è stata la prima ad approvare una legge che nel bilancio 2009 ha messo alcuni milioni di euro per case temporanee e per il sostegno psicologico e legale alle famiglie che si rompono.

Soddisfatte le associazioni che raggruppano i padri. In prima linea Antonio Matricardi e Tiziana Arsenti, rispettivamente vice presidente e presidente dell’associazione “Papà separati dai figli”: «Era ora che si accorgessero di questo dramma». Ma c’è chi non è per nulla convinto e accusa i padri di «vittimismo». «Non si tratta di vittimismo, le separazioni delle coppie con figli, oltre ad un trauma personale - sostiene ancora l’assessore capitolino Sveva Belviso - comportano un improvviso aumento delle spese con un impoverimento generale della famiglia. A precipitare nel disagio economico sono i genitori non affidatari, solitamente i padri, che oltre a versare l’assegno mensile devono lasciare la dimora». I separati in difficoltà, dunque, a Roma potranno restare nella struttura comunale per 12 mesi.

Il fenomeno è esteso. Lo dice anche la diocesi di Milano nell’ultimo rapporto su vecchie povertà e bisogni emergenti, c’è un capitolo riservato ai divorziati, sottolineando come «molti di essi siano finiti agli ultimi posti della scala sociale». In genere si tratta di uomini di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Ma quanti sono in totale? Secondo le stime Istat toccano quota 200 mila i padri con una ex moglie e almeno un figlio minorenne. Ovviamente non sono tutti in povertà, ma la fascia del disagio è comunque ampia. Quanto ai bambini si sa che sono 263 mila quelli che non vivono più con i padri: cifra destinata a crescere visto l’incremento delle separazioni e visto che la legge sull’affidamento condiviso è in parte inattuata (in Parlamento ora è in discussione un ddl di modifica della legge, per evitare che le norme vengano aggirate).

Non sono emigrati, non sono disoccupati, non sono imprenditori rovinati dalla crisi. Come nel caso di Riccardo T. «i padri separati chiedono di avere una vita dignitosa, anche per non perdere il rapporto con i figli». Ma come sono i padri oggi? «Hanno una relazione molto più stretta con i figli - sostiene Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere insieme - Percepiscono un senso enorme di perdita quando devono rinunciare alla quotidianità con il figlio, si sentono defraudati. Nessuno vuole fare del femminismo al contrario, ma il più penalizzato dalla separazione è lui». Lui che ora si sente vittima delle contraddizioni: nuove leggi sul congedo familiare chiedono agli uomini di assumere più responsabilità, nella cura dei figli, nella collaborazione con il partner. «I padri oggi danno più presenza materiale, affettiva, ma poi - osserva l’avvocato Maria Pia Sabatini - al momento della separazione e del divorzio vengono accompagnati gentilmente alla porta, indicando la cifra mensile da versare per i figli e i giorni di visita non trattabili, soprattutto se, come accade quasi sempre, tra gli ex c’è un alto livello di conflittualità».

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=81550&sez=HOME_INITALIA

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

mercoledì

Su WikiLeaks oltre 500 mila messaggi sms sull’impatto alle Torri gemelle. Violazione privacy:"Quale potere era in grado di intercettare tutto questo?"

202° post
.
25 novembre 2009 - Oltre un milione e mezzo di messaggi dai pager di agenti, tecnici e funzionari da sei ore prima gli attentati di New York e Washington alle 24 ore successive "Questa è la fine del mondo"
su WikiLeaks l'11 settembre in diretta
Huffington Post: "Quale organizzazione poteva disporre di questo materiale"
E si scatenano le proteste: "Incredibile violazione della privacy" di RICCARDO BAGNATO

Il sito americano Wikileaks, specializzato nel pubblicare documenti riservati, sta mettendo in linea in tempo reale la cronaca della giornata dell'11 settembre 2001 attraverso oltre mezzo milione di messaggi mandati attraverso telefonini, cercapersone, email. Visto il grande traffico registrato, Wikileaks ha aperto un altro sito con storie e frasi.

E' un diario della giornata che ha cambiato la storia degli Stati Uniti. Ma nei documenti ci sono ovviamente anche molti dati sensibili. E sono molti i lettori del sito che protestano per la violazione della privacy. Per la maggior parte, si tratta di informazioni tecniche scambiate tra i vari uffici, ma non mancano anche messaggi di natura privata. L'Huffington Post, uno dei pochi a rilanciare la notizia di primo mattino, esprime un dubbio interessante: "Esisteva già allora un'organizzazione capace di intercettare questo tipo di messaggi". Al momento, i responsabili di Wikileaks non hanno ancora rivelato come sono entrati in possesso dei dati in questione.

E all'ora dello schianto, cominciano a incrociarsi messaggi, come in questa pagina. Ci sono comunicazioni personali ("chiama al più presto tua figlia"), messaggi operativi secchi nella loro drammaticità. "Un aereo si è schiantato sul World Trade Center.

I messaggi di quel giorno. Mai un materiale così completo era stato diffuso prima. Le autorità avevano pubblicato solo alcuni stralci. Come per esempio questo.

Ore 7:45. "Dove sei? Tutto ok? Puoi chiamarmi? Ti amo." Un'ora più tardi, alle 8:46, l'American Airlines Flight 11 si schianterà sull'edificio nord delle Torri gemelle di New York. Un secondo velivolo centrerà l'altro edificio 17 minuti più tardi. E' l'11 settembre del 2001. E questo è solo uno degli oltre 500.000 messaggi intercettati in quelle ore.

Messaggi di aiuto che si confondono fra quotazioni di borsa, test tecnici, numeri, codici e email. Provenienti da cercapersone di chi, quel giorno, operava in veste ufficiale come il personale del Pentagono, la polizia di New York, e ancora messaggi automatici da computer che segnalano guasti. In altre parole, l'11 settembre visto con gli occhi e ascoltato con le orecchie di chi ha vissuto la tragedia da vicino, sulla propria pelle.
"Questa è la fine del mondo" su WikiLeaks l'11 settembre in diretta
Messaggi che WikiLeaks - noto per aver già divulgato documenti e file secretati - ha reso pubblici sul proprio sito "live" - si legge nell'introduzione dei promotori dell'iniziativa - sincronizzati con il momento esatto in cui sono stati inviati e regolati sul fuso orario di New York. Il primo messaggio è delle 3 di notte dell'11 settembre 2001, cinque ore prima del primo attacco, e l'ultimo, è 24 ore più tardi.

"Si tratta di importanti dati storici su come il paese ha reagito alla tragedia. Di una finestra aperta e obiettiva su quello che è accaduto allora", ha precisato Julian Assange portavoce di WikiLeaks. "L'archivio è un dato completamente obiettivo di un momento decisivo del nostro tempo - si legge nella presentazione dell'iniziativa - ci auguriamo che questa rivelazione porterà a una comprensione più attenta dell'evento e delle sue tragiche conseguenze."

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/esteri/sms-11-settembre/sms-11-settembre/sms-11-settembre.html

Le intercettazioni delle telefonate che il boss Tanino Cinà fece al fondatore di Forza Italia negli anni '80
http://www.repubblica.it/2009/12/dirette/sezioni/cronaca/spatuzza-processo/deposizione-graviano/index.html

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

NON SI PUÒ AVERE FIDUCIA DI CONSULENZA NOMINATA INUTILMENTE.Discende incarico distorto da dovere istituzionale.Elementi raccolti serviranno tutt’altro

201° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

ELIMINAZIONE PATRIARCATO,IMPOSIZIONE MATRIARCATO.“FAVOR” IDENTITA’ FEMMINILE, ANNULLAMENTO MASCHIO PADRE:Significa che maschi vanno usati ed annullati

200° post
.
LE FEMMINISTE HANNO DISTRUTTO IL MONDO
simpatico “maschio100x100” : è un po’ ruspante, ma c’è del profondo vero in ciò che dice!


redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

ACCANITI SU PROCESSI MINORI, FAVOREGGIANTI LA PRESCRIZIONE SU REATI GRAVISSIMI. Nessuna priorità tra furto mela e processo 20 morti

199° post
.

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

lunedì

LA SOTTRAZIONE COATTA DI MINORI E FALSI ABUSI. Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia (di Paolo Roat )

198° post
.
http://apps.facebook.com/causes/357003?m=959a911f

riporto integralmente a fini divulgativi lo scritto di Paolo Roat - http://apps.facebook.com/causes/activity/53244636

SALVIAMO LA FAMIGLIA - Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia.

La famiglia e la scuola per secoli hanno avuto un ruolo essenziale, sia sociale che morale. Oggi questo diritto viene spesso negato. Un genitore di fronte a psicologi, psichiatri e assistenti sociali, può ritrovarsi accusato di colpe mai commesse, sulla base di opinioni soggettive proclamate o come parere “medico” o come parere “scientifico”.
I fenomeni di cui parliamo sono conosciuti come "falsi abusi e allontanamento coatto dei bambini dalla famiglia e loro collocamento in comunità alloggio, affido o adozioni".
Le statistiche rivelano che circa il 20% delle sottrazioni coatte sono motivate da assenza coatta dei genitori (provvedimenti carcerari), morte di entrambi i genitori, maltrattamenti o abusi. Il rimanente 80% circa avvengono con la motivazione di "inidoneità genitoriale". Questa motivazione ha aperto le porte a innumerevoli violazioni di legge e dei diritti.
Tramite valutazioni soggettive ed opinabili, psicologi e assistenti sociali spesso inducono il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici, sottraendo i figli alla famiglia, collocandoli nelle comunità, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro. La famiglia, nella maggioranza dei casi, è totalmente impotente di fronte a questo sistema che opera con l’ausilio, se i genitori si rifiutano, della forza pubblica.
Riteniamo che sottrarre i bambini ad una famiglia debba essere un evento straordinario, motivato solo da gravi e comprovate colpe.
Riteniamo inoltre che non si possa stabilire la responsabilità e l’inidoneità di un genitore attraverso valutazioni personali o test psicologici che non hanno alcuna validità scientifica.
Sulla base di centinaia di casi esaminati, osserviamo un attacco frontale operato contro l’autonomia e il ruolo fondamentale della famiglia che viene delegittimata da figure ascientifiche.
Per arginare questo fenomeno sono sorte in Italia molte associazioni con l’obiettivo di denunciare, difendere e tutelare i diritti fondamentali della famiglia e della genitorialità.
Nessuna famiglia è potenzialmente al riparo dall’errore “scientifico” dello psicologo, psichiatra e assistente sociale. Qualsiasi famiglia può essere coinvolta, come il caso di Basiglio insegna.
Le associazioni firmatarie del presente manifesto si pongono come difensori della famiglia, per evitare l’errore giudiziario che ha origine specialmente da opinabili perizie.
Sostenere questo movimento significa difendere e ripristinare l’integrità della famiglia, ma anche ricostruire il tessuto morale e sociale della società e far diminuire gli errori giudiziari.
COSA CHIEDIAMO
1. che la sottrazione di bambini alla propria famiglia possa avvenire solo sulla base di fatti gravi ed accertati o solo dopo l’acquisizione di prove oggettive attendibili;
2. che le perizie psicologiche-psichiatriche abbiano solo valore di opinioni e non siano considerate direttamente come “accertamento della verità”;
3. che le famiglie abbiano il diritto della parità tra accusa e difesa e che eventuali relazioni negative di assistenti sociali o di altre entità possano essere contestate e che si proceda ad accertare i fatti prima che possa avvenire la sottrazione dei bambini alla famiglia.

Parla la famiglia di Cella. I servizi sociali cambiano idea e chiedono il rientro del minore, ma il giudice si oppone
“Nostra figlia di 4 anni rapita dalla giustizia”
Hanno un lavoro, una casa e non sono violenti: “Non sono genitori degni”

JACOPO DELLA PORTA

«DOBBIAMO prendere vostra figlia». Queste parole sono state pronunciate il 7 agosto del 2008 in una stanza della questura di Reggio alla presenza di due assistenti sociali e tre poliziotti: i destinatari di questa comunicazione erano Marco e Francesca (nomi di fantasia per tutelare la figlia), di 39 e 44 anni. «Quando ci hanno detto così non abbiamo fatto scenate - dicono i genitori - Abbiamo pensato prima di tutto alla nostra bimba. Le abbiamo detto di stare calma e che tra pochi giorni l’avremmo portata al mare. Quello che ci ha colpito è che nessuno ci ha chiesto nulla sulla sua salute, eventuali allergie, abitudini alimentari. Nulla, di nulla».
Difficile mettersi nei panni di un padre e di una madre che si trovano a vivere una situazione del genere: ma cerchiamo di capire cosa è accaduto dopo. «Torniamo a casa. Cerchiamo di stare tranquilli. Ci convinciamo che è tutto un equivoco e si risolverà in poco tempo. Siamo sicuri: nostra figlia tornerà presto a casa». Poi i giorni cominciano a passare e non accade nulla. «Iscriviamo nostra figlia all’asilo in attesa che torni. Ai vicini diciamo che è andata al mare con i nonni. Poi però non torna. Cominciamo ad uscire sempre meno di casa, per non farci vedere. Poi per fortuna arriva ottobre e stiamo tutto il giorno chiusi dentro, con le tapparelle abbassate». Francesca nel frattempo abbandona il lavoro: «Sono ausiliaria in un asilo. Ma come faccio ad andare a occuparmi degli altri bambini se non ho più la mia?».
Mentre raccontano questo i genitori non si danno pace: si interrompono a vicenda e non riescono a stare seduti sulla sedia. Sono ben vestiti ed educati, ma portano addosso i segni di mesi di disperazione e spesso quando nominano la figlioletta spuntano anche le lacrime.
Torniamo alle settimane successive all’allontanamento da casa. Marco e Francesca sono distrutti e non possono vedere la bimba. Sulle spalle dei genitori pesa il giudizio della gente, perché in queste circostanze viene spontaneo pensare che in fin dei conti se hanno tolto loro la bimba una ragione ci sarà pure. Già, una ragione deve esserci, anche perché in caso contrario saremmo di fronte a una bimba rapita: una bimba rapita dalla giustizia. Uno scenario inaccettabile: molto meglio dunque pensare che ad avere torto siano loro, due persone che non sanno fare i genitori. Ma se guardiamo da vicino questa storia, e ci prendiamo la briga di consultare i documenti e fissare negli occhi mamma e papà, i dubbi si affacciano e di pari passo cresce un senso di inquietudine.
E se ci fosse stato uno sbaglio? Diciamo pure un sopruso? E se questa famiglia fosse vittima di un macchina infernale che una volta avviata ha finito per stritolarli? In Italia è già successo e per chi non ci credesse può leggere il libro “Rapita dalla Giustizia. Come ho ritrovato la mia famiglia”: è la storia di una bimba prelevata in classe quando aveva sei anni e portata via dalla sua famiglia, fino alla maggiore età, perché si sospettava, falsamente, che il padre abusasse di lei. Ma nel caso della protagonista del libro c’era comunque un elemento, anche se falso, molto grave, il sospetto degli abusi sessuali. Nel caso di Cella non c’è nulla di tutto ciò.
Chi si dà molto da fare per aiutare questa coppia sono l’avvocato Francesco Miraglia e il pedagogista clinico dottoressa Monica Magnani. Con loro ripercorriamo le tappe della vicenda.
Partiamo dall’inizio.
Nel 2007 a seguito di una indagine per droga i carabinieri hanno perquisito l’abitazione della coppia di Cella: non hanno trovato stupefacenti e l’indagine è stata archiviata. Come si sia arrivati a questa perquisizione non lo sappiamo, ma quello che conta è l’esito dell’indagine, cioè l’archiviazione. Però i militari all’epoca della perquisizione fecero una informativa al tribunale dei Minori, sostenendo che l’abitazione della coppia fosse fatiscente. A nostro avviso la coppia vive in una villetta più che dignitosa, con tanto di giardinetto con i giochi, dove anche i bambini del vicinato si recavano spesso (nella foto il salotto della casa). Ma l’informativa mette in moto la macchina: il caso passa in mano a una assistente sociale. I genitori sostengono di non essere mai stati invitati a presentarsi per un colloquio ma il procedimento va avanti e arriva fino alla decisione del 23 giugno 2008, quando il tribunale dispone che la bimba sia affidata a un istituto.
A questo punto notiamo più di una stranezza.
Prima dell’informativa dei carabinieri la famiglia era sconosciuta ai servizi sociali. Nessuno aveva mai denunciato comportamenti anomali da parte della coppia. Nulla di nulla, se non l’indagine poi archiviata dalla procura e un vecchio problema del padre con la cocaina, risalente al 1991 e poi definitivamente risolto dopo un percorso al Sert. Allora, viene da pensare, sarà stata la droga a motivare la decisione. Ma dopo l’allontanamento i genitori si sono sottoposti, di loro volontà, a decine di test delle urine e in un solo caso, nel gennaio di quest’anno, la madre è risultata positiva. Il giudice sostiene che la coppia non si sia presentata con regolarità, mentre loro ribattono di aver fatto almeno 40 controlli in pochi mesi. Il padre, nonostante facesse il camionista, ogni due o tre giorni si recava al Sert. Per il giudice del tribunale dei Minori le analisi delle urine comunque non bastano e la coppia dovrebbe sottoporsi a sue spese all’esame del capello, che a Reggio non viene eseguito e che costa almeno 240 euro. Un’altra domanda sorge però spontanea: se anche la coppia facesse uso di cocaina, cosa che tra l’altro non risulta dalle analisi, sarebbe questo un motivo sufficiente per togliere loro la bimba?
Ad aggiungere un altro elemento di perplessità alla vicenda c’è anche il fatto che dopo un po’ di tempo i servizi sociali di Reggio hanno affidato il caso a un’altra assistente. E le persone che ora seguono la vicenda mostrano un atteggiamento differente: dopo mesi di incontri protetti, dove hanno osservato da vicino i genitori in compagnia della figlia, hanno infatti dato parere favorevole al rientro della bimba in famiglia. «Parlano chiaramente di buona capacità genitoriale e di forte legame di coppia».
Ma ad opporsi al rientro è il giudice di Bologna, che ritiene la coppia inadeguata e che pretende l’analisi del capello. E intanto la bimba come sta? «Quando la incontriamo le diciamo di stare tranquilla - dicono i genitori - Le abbiamo detto che è normale che lei viva in un’altra casa. Non le diciamo che gli altri bambini tornano a casa alla sera. Le abbiamo fatto credere che la realtà è così. Nella struttura dove è stata messa le hanno invece detto che si trova lì perché un giudice ha deciso che i suoi genitori non sono buoni».
I genitori vogliono che la figlia torni a casa, ma dopo tante umiliazioni vogliono che qualcuno riconosca anche di aver sbagliato. Vogliono tornare a camminare per Cella con la figlia per mano e poter dire a tutti che non hanno nulla di cui vergognarsi.
http://www.avvocatofrancescomiraglia.it/wp-content/uploads//Nostra-figlia-di-4-anni-rapita-dalla-giustizia.pdf

Bambina di quattro mesi sparita con la madre. Il padre, un giovane pugliese, teme che la piccola sia stata portata in Brasile
01 gennaio 2010 - Entrambe erano ospitate da un centro di accoglienza per mamme dei servizi sociali di Parma. Da dieci giorni nessuno le ha più viste, la polizia sta cercando di rintracciarle. Il padre, un giovane pugliese, teme che la piccola sia stata portata in Brasile,
di Maria Chiara Perri
Mary (nome di fantasia), quattro mesi e mezzo, è al centro di una contesa internazionale. La mamma brasiliana l'ha portata via dalla casa di accoglienza di Parma dove entrambe vivevano su disposizione del Tribunale dei Minori. Da dieci giorni nessuno ha più notizie di loro. Il papà della piccola, un giovane pugliese, teme che l'ex compagna possa essere fuggita portando Mary, che ha cittadinanza italiana, nel suo Paese d'origine. I servizi sociali il 20 dicembre hanno informato la polizia del mancato rientro della donna e della bambina nella casa d'accoglienza. Da allora, le indagini per rintracciarle non avrebbero dato frutto.
Mary è vittima di una storia intricata iniziata ancor prima della sua nascita. Il padre italiano, Giovanni (nome di fantasia) e la madre brasiliana si sono conosciuti nel 2008 a Parma e nel corso della relazione, durata circa un anno, la donna è rimasta incinta. Secondo quanto riferito dal padre, l'ex compagna avrebbe deciso di non tenere il bambino e di interrompere il rapporto. A quel punto lui ha lasciato Parma, ritornando nel paese d’origine in Puglia. Dopo diversi mesi è venuto a conoscenza del fatto che la donna aveva portato a termine la gravidanza ed era andata a convivere con un sudamericano. La bimba nata, Mary, sarebbe stata riconosciuta da un terzo uomo, un emiliano conoscente della madre, per poterle farle avere cittadinanza italiana.
E' così iniziata la battaglia legale di Giovanni per il riconoscimento di quella che con ogni probabilità poteva essere sua figlia. L'uomo riesce ad ottenere un incontro con l'ex compagna per poter vedere la bimba e con un fazzolettino di carta asciuga la saliva della piccola. Con quello fa fare il test del dna in un poliambulatorio di Parma: positivo. Il padre naturale è lui. Quello legale, un altro italiano. Quello effettivo, il nuovo compagno della madre, un sudamericano.
Giovanni nomina un avvocato e inizia le pratiche per il riconoscimento della paternità, nel timore che la piccola Mary possa essere portata all'estero dalla mamma. Timore che sembra concretizzarsi all'improvviso lo scorso novembre, quando a Parma arriva dal Brasile la nonna della piccola. Il padre vede il rischio di sottrazione della figlia e, test del dna legalizzato alla mano, informa il Tribunale dei Minori. Viene disposto un intervento dei servizi sociali, che portano la piccola di Mary di soli tre mesi in una struttura protetta, togliendola alla madre. La donna informa la stampa di quello che ritiene una grave abuso, ma dopo pochi giorni potrà rivedere la piccola. Entrambe saranno ospitate in una casa d'accoglienza per madri dei servizi sociali di Parma, dove rimarranno per circa un mese in attesa del disconoscimento della paternità dell’emiliano e il riconoscimento di quella di Giovanni. Il padre non può ancora vedere la piccola, ha sue notizie solo tramite contatti saltuari con gli assistenti sociali e con l'ex compagna.
Il 20 dicembre scorso, la scomparsa. Solo dopo otto giorni Giovanni viene a sapere che la sua bimba è stata portata via. Si mette in contatto con la questura di Parma, riferisce tutto quello che sa sulle persone che potrebbero ospitare la madre in Italia. Ma la vera paura è che la piccola Mary abbia già sorvolato l'Atlantico, diventando uno dei tanti bambini contesi da genitori lontani, piccoli innocenti oggetto di estenuanti trattative internazionali.
http://parma.repubblica.it/dettaglio/Bambina-di-quattro-mesisparita-con-la-madre/1817726

redirezionare sull'home page per insieme articoli e contenuti relativi
http://giosinoi.blogspot.com/

L’INCHIESTA SUL SINDACATO - L'ALTRA CASTA di Stefano Livadiotti (Libro)

L’INCHIESTA SUL SINDACATO - L'ALTRA CASTA di Stefano Livadiotti (Libro)
Privilegi, carriere misfatti e fatturati da multinazionale

Magistrati l'Ultracasta

Magistrati l'Ultracasta
Mazzette, errori e molestie: i magistrati non pagano mai - libro di Stefano Livadiotti

Così mi sento donna: aggressiva

Così mi sento donna: aggressiva
Così le abbiamo volute, e così ce le siamo ritrovate.

CHIESA e MATRIMONI TRUFFA

CHIESA e MATRIMONI TRUFFA
Vaticano beffardo complice uso immorale del sacramento. Non annulla nozze e recita buonismo a favore donne ladre

Anti-Italiani vs Anti-Americani:

Anti-Italiani vs Anti-Americani:
innocenti pedine del gioco di potere

Sequestri di stato sui minori

Sequestri di stato sui minori
Negli ordinamenti democratici l’interpretazione è usata per modificare leggi fino annullamento dettato costituzionale.Si traduce in POTERE DEI SINGOLI

abu_ghraib_iraq_torture

abu_ghraib_iraq_torture
DOLCEZZA femminile e bontà interiore da certificare in tribunale

Abu Ghraib: donne libere dall'educazione

LADRE NASCOSTE DENTRO SQUISITE FIDANZATE.

LADRE NASCOSTE DENTRO SQUISITE FIDANZATE.
Padre, basta la calunnia femminile che diventi inidoneo e pericoloso, e non meriti i figli secondo legge

Madri assassine

Madri assassine
MAGISTRATURA PROMUOVE CRIMINI DONNE: esprimono sistema Italia marcio alle fondamenta, laddove nemmeno la Costituzione manipolabile basta a difenderci

Papà c'era

Papà c'era
Ma dopo, ci penseranno i magistrati a rimborsare le opportunità e l felicità persa dai minori?

DDl Garfagna prostitute al Parlamento

Mussolini ed Hitler

Mussolini ed Hitler
Mussolini ed Hitler: quando la bestia è al potere

Il FASCISMO NON PASSERA'

Il FASCISMO NON PASSERA'
Oggi il fascismo è già al governo con nome diverso

Giù le mani da internet

Giù le mani da internet
La rete è libertà e non va limitata

ORFANI DI STATO

ORFANI DI STATO
OPPORTUNITÀ NEGATE AI FIGLI DEI SEPARATI a prescindere, quale danno generale di un conflitto alimentato dallo stato

Bordello legale Berlinese

Bordello legale Berlinese
Al tg la Carfagna – ex show-girl - ( Decreto Legge contro la prostituzione settembre 2008) rispondeva a un giornalista dicendo: “Come donna trovo che non sia giusto che una donna debba vendere il proprio corpo perchè costretta” ….e se lo vende perchè vuol fare carriera nello spettacolo?…e se lo vende per diventare ministra come nel governo attuale?

Quarto stato

Quarto stato
L’avanzarsi animato di un gruppo di lavoratori verso la sorgente luminosa simboleggiante nella mia mente tutta la grande famiglia dei figli del lavoro”. - Giuseppe Pellizza da Volpedo

Intercettazioni

Intercettazioni
Il pretesto sempre lo stesso: la sicurezza a scapito della privacy

donna decapita uomo

donna decapita uomo
Violenza femminile diversa da quella maschile, ma molto più grave.

visite giornaliere e codici aggiunti

Coraggio, non siamo in Iran !

Ho notato che v’è ritrosia nel commentare ed identificarsi partecipando a questo blog, nell’erronea convinzione che lo stesso sia un contenitore di presunti illeciti penalmente rilevanti. Ebbene, ciò non è in quanto tutto rientra nel dettato Costituzionale in materia di libera e democratica espressione del proprio pensiero, non fa nomi e non contiene ingiurie diffamazioni o calunnie.
Contiene solo verità che chiunque può verificare di persona.

Aforismi personali e non

- Gli uomini rincorrono il denaro per avere le donne; le donne rincorrono gli uomini per avere il denaro. (giosinoi)

- Molti fanno mercato delle illusioni e dei falsi miracoli, così ingannando le stupide moltitudini (Leonardo da Vinci)

- Non mi sono mai sentito tanto
inefficace come quando mi è necessitato azionare la carta Costituzionale: dai giudici a tutti gli operatori del sistema legale, tutti si affannavano ad eludere la legge, pavoneggiandosi nel dimostrare di esserne al di sopra e capacissimi di eluderla. Sono sempre loro, fomentano odio, razzismo, discriminazione, separazione, vogliono ridurre le famiglie ad un mucchio di gatti randagi da internare in recinti appositi, per poi gestirle con la paura del potere (giosinoi)

- Anche una pulce incazzata può provocare una infezione nel dinosauro (giosinoi)

- Il ladro ti dice "o la borsa o la vita"; la moglie ti prende sia l'una che l'altra! (Enzo Iacchetti)

- Teorema dei cinesi : se tanti fanno poco, l'effetto è grande.

- L'ignoranza è mancanza di informazioni. Senza informazioni il cervello è solo un meccanismo chimico che trita l'acqua e brucia zucchero senza mai capire perchè (giosinoi)

- Il prodotto letterario di un piccolo tecnico è arte. E sortisce effetti moltiplicativi contro l'ignoranza molto più del mero confronto tra impreparati, che non migliorano oltre il limite del loro stesso sapere (giosinoi)

- Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. (Blaise Pascal). Ai giudici la verità non frega niente, è un lavoro inutile, basta la non-verità processuale (giosinoi)

- Le esperienze dei capri espiatori non devono rimanere dentro di sé e perdersi nel tempo, come vuole il sistema che lucra dei propri impuniti errori. Vanno altresì affidate all’informazione per tutti, mediante il canale non politicizzato né omologato, non controllabile dalla dittatura, inestinguibile ed in soffocabile, come un grido perenne che scolpisca la memoria dei giusti. (giosinoi)

Per le persone poco sofisticate, la giustizia più che essere capita ha bisogno di essere sentita, come l’intelligenza dell’ignorante in materia sa fare ascoltando l’eco che i fatti e le moltitudini da prima si portano dietro (giosinoi)